C’era una volta…..l’Indonesia

Con i suoi 240 milioni di abitanti dei quali l’85% di religione musulmana, l’Indonesia risulta essere il piu’ grande paese islamico del mondo. Dopo la caduta nel 1998 del dittatore Haji Mohammad Suharto (1921-2008) che nei 32 anni di gestione del potere si sarebbe appropriato insieme alla sua famiglia di 73 miliardi dollari, ha avuto inizio un lento ma inesorabile processo di islamizzazione del paese tanto che nei primi sei mesi del post Suharto nacquero 50 movimenti islamisti. Con la nascita dello Stato islamico le pulsioni violente dei gruppi salafiti indonesiani hanno trovato nuovo vigore e gli episodi di violenza verso i non musulmani sono in rapido aumento. A rivelare il preoccupante fenomeno sono gli stessi musulmani della Wahid Foundation nata per favorire lo sviluppo di una comunit tollerante e multiculturale in Indonesia. L’islam radicale conquista cuori e menti nel paese tanto che sono partiti per il Siraq piu di 700 foreign fighter con alcuni di loro divenuti famosi nella galassia islamista come Abu Muhuammed al Indonesy ( nella foto sopra. In molti oggi stanno rientrando nel paese dal “Siraq” fatto che aumenta il pericolo di atti violenti in Indonesia.Negli ultimi anni si sono imposti gruppi islamici radicali come il Darul Islam e cellule terroristiche come la Jemaah Islamiah. L’obbiettivo dichiarato? Sempre lo stesso, instaurare uno Stato islamico in Indonesia o comunque di creare le condizioni in modo che si imponga in tutta l’Asia sud-orientale l’islam radicale. Per tornare alla “Jemaah Islamiah”, creata nel 1993 di stretta osservanza “qaedista” pur mantenendo la sua autonomia operativa ha ottenuto “attenzione” dai media con gli attacchi terroristici di Bali del 10/12/2002 (Vedi scheda in fondo alla pagina )

l’Islam radicale si impone anche nella vita politica come nelle recenti elezioni per il governatorato della Grande Jakarta (DKI Jakarta) che hanno visto vincitore il candidato dei gruppi islamisti Anies Baswedan che con il 77%dei consensi ha stravinto il secondo turno elettorale costellato da una campagna incessante quanto violenta contro il moderato Basuki Ahok Tjahaja Purnama governatore uscente. Il giornale “Giacarta Post” tanto per comprendere meglio i fatti, ha definito la campagna elettorale di Giakarta come “sporca, radicalizzata e controversa che l’Indonesia abbia mai visto”. Per mesi i leader islamici radicali hanno predicato a tappeto in tutte le moschee del governatorato invitando i fedeli a votare un candidato musulmano, invece che un infedele cristiano e per giunta di origine cinese arrivando persino a chiederne la condanna a morte per blasfemia. Ahok dopo la sconfitta elettorale lo hanno arrestato e condannato a due anni di carcere. Per le strade di Giakarta la sentenza stata festeggiata da applausi e dalle grida Allah grande” Le motivazioni? “Come parte della societ religiosa, l’imputato dovrebbe stare attento a non usare parole con connotazioni negative verso i simboli delle religioni, inclusa la religione dello stesso imputato”. Cosi’ i magistrati ne hanno sancito la condanna per aver citato durane un comizio un versetto del Corano che smentiva quelli che invocavano l’esistenza “di un divieto religioso che impedisce l’elezione di un rappresentante non musulmano”. La follia collettiva islamica non risparmia il resto del paese, nella provincia semi-autonoma di “Banda Aceh” e in quella di Sumatra dove dal 2009 esistono numerosi tribunali della sharia con esecuzioni all’ordine del giorno. In ossequio alle leggi islamiche si puniscono con la lapidazione adulteri/e veri e presunti, tante frustate o pesanti anni di carcere per chi compie atti sessuali extraconiugali etero o dello stesso sesso. Severamente puniti coloro che non vestono islamico. Alcool? Meglio non azzardarsi, la polizia religiosa ovunque e se vede provvede di conseguenza e lo fa pubblicamente. Per formare una societ puramente islamica spazio alle scuole coraniche e ai “pesantren”, collegi islamici dove si insegna l’islam di stretta osservanza “wahabita”, a Java questi collegi sono 14.000. Gli osservatori internazionali e quel che resta della societa’ civile indonesiana attandono con ansia il delicatissimo passaggio elettorale del 2019, quello delle presidenziali. Se persino la multiculturale Giakarta si arrende sotto i colpi della propaganda dell’islam radicale e del suo settarismo, come puo’ l’intero paese difendersi dagli islamisti alle prossime elezioni presidenziali ?

Attentati in Indonesia

-Ottobre 2000. Una serie di bombe esplode in alcuni dei locali notturni pi in voga di Bali. Il tragico bilancio di 202 morti, per lo pi’ turisti. l’attentato terroristico piu’ grave di sempre.

-Dicembre 2000. Diverse bombe rudimentali vengono recapitate come pacco di Natale in chiese e monasteri uccidendo 19 persone.

-Settembre 2004. Un’autobomba esplode davanti all’ambasciata dell’Australia a Giacarta. I morti sono 10.

-Maggio 2005. Un’esplosione in un mercato della citt di Tentena uccide 22 persone. L’attentato porta la firma della Jemaah Islamiyah.

-Ottobre 2005. Tre kamikaze si fanno esplodere nei luoghi del turismo di Bali. Muoiono 20 persone.

-Luglio 2009. Sette persone, tra cui sei turisti, perdono la vita e 40 restano feriti in un’esplosione che prende di mira gli hotel di lusso Ritz-Carlton e JW Marriot di Giacarta.

Gennaio 2016. Sette persone sono state uccise e almeno una decina ferite in una serie di attacchi esplosivi a Giacarta, capitale dell’Indonesia. L’Isis ha rivendicato gli attentati.

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