C’era un volta Marsiglia

(articolo pubblicato su “Libero” il 5 ottobre 2017)

Torna a farsi sentire in Francia il terrorismo di matrice islamista. A tal proposito occorre ricordare che nell’Esagono il numero di persone sospettate di essersi votate all’islam radicale è aumentato del 60% in due anni. Il dato emerge dal dispositivo “per la prevenzione della radicalizzazione a carattere terrorista” (FSPRT) che ha segnalato nell’agosto 2017 ben 18.550 fascicoli aperti dei quali 2.200 interessano dei minorenni. Il sistema di monitoraggio raccoglie i dati dalle prefetture, dei servizi di polizia, delle gendarmerie e da parte di cittadini comuni. Domenica 1° ottobre 2017 un cittadino tunisino di 30anni in possesso di cinque identità false e che in passato aveva vissuto in Italia successivamente identificato come Hanachi Ahmed, ha accoltellato due donne uccidendole entrambe alla stazione ferroviaria di Saint-Charles di Marsiglia. L’uomo che aveva indosso anche un altro coltello e che è stato ucciso successivamente dalla polizia, ha prima sgozzato la prima vittima per gettarsi poi sull’altra, colpendola a morte al grido di “Allah u Akbar”. La paura che il terrorista indossasse una cintura esplosiva e che avesse dei complici ha reso complesse le operazioni della Polizia che per ore hanno presidiato la stazione. La galassia islamista ha subito celebrato sulle autostrade digitali del web l’azione del “lupo solitario” inneggiando al “jihad”, invitando i “lone wolwes”  a colpire ovunque e con ogni mezzo le forze di polizie, i militari e i cittadini.“Nella notte, attraverso l’agenzia stampa “Amaq”, l’Isis  ha rivendicato l’attacco di domenica scorsa descrivendo l’uomo come “un nostro soldato”. Marsiglia, vive da decenni una serie di emergenze, a partire da quella della criminalità legata alle gang che operano nel traffico di droga e che detiene il triste record di quasi tre omicidi la mese (dati del 2016). Marsiglia era stata finora risparmiata dagli attacchi degli islamisti. La più grande città della Francia meridionale e capoluogo della regione “Provenza-Alpi-Costa Azzurra” si prepara a grandi passi a diventare nel tempo la prima città a maggioranza musulmana dell’Europa occidentale, visto che ha la più alta percentuale di fedeli dell’Islam di tutta la Francia. Nonostante la città abbia il primo porto della Francia, sesto del Mediterraneo ed europeo, Marsiglia vive da molto tempo la crisi economica, con disoccupazione giovanile, altissimi tassi di criminalità, traffico e consumo di droga tra i circa 900mila abitanti (dei quali oltre il 25% musulmani). A Marsiglia è facilissimo procurarsi armi di ogni tipo dai lanciarazzi alle pistole, o il kalashnikov amatissimo dai “soldati di Allah” ma anche dalle gang criminali. Enormi problemi di sicurezza anche nelle scuole pubbliche della regione che Bernard Ravet preside per anni di un liceo di Marsiglia appena andato in pensione, ha raccontato nel libro “ Principal de collège ou imam de la République?”.Una città e una regione dove lo Stato sembra arrendersi sono il terreno ideale per i “predicatori dell’odio” attivi nelle 68 moschee cittadine delle quali almeno 10 sotto il controllo dei salafiti spesso di origine algerina. Interessante dato è che delle moschee citate solo tre sono in regola con le norme sanitarie e di sicurezza ma nessuno interviene. Forse perché se le chiudessero, confluirebbero per le strade e nelle piazze della città come peraltro già fanno nei casi di grande affluenza, a pregare. Luoghi di culto che sono stati edificati o ristrutturati grazie a finanziamenti delle “sulfuree” organizzazioni caritatevoli dei paesi del Golfo Persico che non trovano ostacoli nella loro opera di conquista di spazi.”. Dove non arrivano i sauditi o gli emiri del Qatar o i turchi molto presenti in Europa con il Ministero del Culto “Dyanet, a volte ci pensa indirettamente lo Stato francese con le “réserve parlementaire”, fondi messi a disposizione dei singoli deputati dell’Assemblea nazionale o del Senato della “République”. Denari che dovrebbero andare alle associazioni della loro circoscrizione elettorale ma che a volte, finiscono nelle tasche di chi vuole imporre la “sharia” in Francia. A tal proposito si ricorda il “corteggiamento” bipartisan dei politici francesi fatto negli anni durante le competizioni elettorali, ultimo in ordine di tempo Benoît Hamon, candidato socialista alle ultime “presidenziali” iperattivo nelle moschee e nei centri culturali alla ricerca di voti. Nelle moschee di Marsiglia controllate dai salafiti o nel centro di preghiera “Khalid Ibn Walid” gestito insieme all’annesso centro culturale dai fondamentalisti duri e puri del “Tablig Eddawa Ilalah”, predicano estremisti come lo sceicco saudita Abu Bakr Shatiri, l’algerino Abdel-Hadi Doudi formatosi in Algeria nelle file del “ fronte islamico di salvezza” protagonista della guerra civile (1991-2002).

Oppure il tunisino Moshen N’Gazou, nonché l’incendiario imam con passaporto (ahimé) svizzero Hani Ramadan. Costui è il fratello del celeberrimo Tariq Ramadan autentico “lupo vestito d’agnello” amatissimo dalla sinistra europea radical chic. Tariq Ramadan grande affabulatore e faccia presentabile dell’islamismo politico in Europa è l’allievo prediletto di Yūsuf al-Qaradawi leader spirituale egiziano dei Fratelli Musulmani. al-Qaradawi che vive protetto a Doha (Qatar) è autore di libri e dichiarazioni incendiarie contro l’Occidente e i suoi valori ma non solo, anche di “fatwe”. Come quella che lancio’ nel 2006 contro le “vignette danesi” nel “Giorno dell’ira” indetto dallo stesso Qaradawi in qualità di Presidente “dell’Unione internazionale degli Ulema” e del “Consiglio europeo della fatwa e della ricerca” In ogni caso a Marsiglia come in moltissime altre città francesi, ora la miccia è accesa e il conto alla rovescia è appena cominciato.

da sinistra Yūsuf al-Qaradawi, Cheika Mozah, presidente della “Qatar Foundation” e una delle mogli dell’Emiro del Qatar e Tariq Ramadan.

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