Il Canada del bel Trudeau nuova Frontiera dell’Islam ( da Libero 23 11.2017)

Con il progressivo sgretolamento a livello territoriale dello Stato islamico, si delineano con maggiore chiarezza i numeri della folle avventura di Al Baghdadi iniziata il 29 giugno 2014 e finita con la conquista di Raqqa, il 1°ottobre 2017. Si discute, e lo si farà ancora a lungo, sul ruolo avuto dai “foreign fighters” accorsi per combattere nel “Siraq” da ogni parte del mondo. Parliamo di 30-35mila tra uomini, donne e, purtroppo, bambini sedotti dalla propaganda del Califfato, che descriveva quanto bella fosse la vita sotto “lo Stato perfetto” del loro Profeta. Dove sono finiti? Stime ufficiali non ve ne sono, ciononostante secondo il Pentagono 20mila di loro sono morti in battaglia, mentre il resto di questi “soldati di Allah” sono sparsi per il Medio Oriente, la Libia e il Sahel, in attesa che arrivi un segnale che li richiami da qualche parte dove ricostituire qualcosa. Un numero consistente di loro invece ha “cambiato casacca”, andando nella provincia di Idlib, (nord-ovest della Siria), dove l’ISIS è stata soppiantata da Al Qaeda. Di coloro che sono usciti da Raqqa, con strani accordi sui quali gravano enormi punti interrogativi, e di quelli che sono riusciti a rientrare in Turchia pagando 2.500 dollari alle bande locali, nessuno sa nulla. Il resto dei “foreign fighters” è tornato nei loro paesi di origine, facendo aumentare le preoccupazioni delle agenzie di intelligence, visto il rischio che possano passare all’azione magari con le armi chimiche. Il tema del rientro dei combattenti stranieri tocca o quasi tutti i paesi del mondo: dal Caucaso alle Filippine, l’Europa, il Medio Oriente, l’America e anche il Canada, che con l’Islam ha più di un problema benché l’attuale primo ministro Justin Trudeau sia uno dei maggiori sostenitori dell’accoglienza agli immigrati e rifugiati e fautore del multiculturalismo nelle sue forme più estreme.

L’esempio illuminante delle sue politiche è l’annullamento della decisione presa dal suo predecessore, il conservatore Stephen Harper, che decise di togliere la nazionalità a coloro che sono andati a combattere con l’Isis. Parliamo di circa 200 persone, 80 delle rientrate in Canada con alcune divenute famose, vedi i convertiti ( entrambi morti) John Maguire-Abu Anwar al-Canadi, che chiamava i connazionali a compiere attentati in Canada, o André Poulin- Abu Muslim, “protagonista del video “The Chosen Few of Different Lands”, nel quale si definiva come “una persona normale”. Appena eletto nel 2015, il “liberal” Justin Trudeau tra i suoi primi atti fece sì che venisse restituito il passaporto a tutti coloro che ne erano stati privati, come ad esempio Zakaria Amara, capo del gruppo terroristico “Toronto 18” che voleva noleggiare un piccolo aereo per bombardare Toronto. Grazie al clima “liberal” in Canada è tutto un fiorire di moschee e associazioni islamiche pesantemente influenzate e finanziate da quelle sulfuree ONG con sede nei paesi del Golfo ed in particolare in Qatar. Così a Toronto, Montreal, Ottawa, Edmonton e in altre città canadesi si moltiplicano gli episodi di intolleranza islamica, specie nei confronti degli ebrei e dei cristiani.

Reazioni politiche? Nessuna, e lo stesso vale per i vertici della Chiesa cattolica che vendono le loro chiese ormai deserte che finiranno poi per diventare luoghi di intrattenimento o moschee. Che il politicamente corretto abbia travolto l’intera classe politica lo mostra quanto accaduto a Brampton (Ontario), dove il sindaco Linda Jeffrey ha trovato il tempo di accusare i genitori degli allievi di una scuola pubblica di “islamofobia” perché si erano rivolti a lei esasperati per la preghiera del venerdì musulmano – tenuta in arabo nel cortile della scuola. Mentre nelle moschee canadesi gli imam esortano da anni a uccidere gli “infedeli”, soprattutto gli ebrei, numerosi parlamentari canadesi presentano atti parlamentari in difesa dell’islam.

Il 26 ottobre 2016, in un clima festoso, il parlamento ha approvato all’unanimità una mozione “anti-islamofobia” che ha preso spunto da una petizione firmata da 70.000 persone ispirata dal membro dei Fratelli Musulmani Samer Majzoub. Allora tutti contenti? No, Iqra Khalid, musulmana del partito liberale, vuole introdurre una nuova mozione, questa volta sulla “blasfemia”, a suo avviso dilagante nel paese. Subito gli ha fatto eco Samer Majzoub, il quale ha detto “Ora che l’islamofobia è stata condannata, questa non è la fine, ma piuttosto l’inizio“. C’è chi pensa che si riferisse all’inizio della fine del Canada. E come dargli torto?

 

 

Leave a reply:

Your email address will not be published.

Site Footer