Michael Flynn sarà l’arbitro del Russiagate?

Nonostante ci sia ancora chi crede che il “Russiagate” sia una bufala inventata dalla stampa “pro establishment” contro Donald Trump, da qualche settimana l’ex generale Michael Flynn, ex consigliere per la sicurezza nazionale rimasto in carica dal 22 gennaio 2017 al 13 febbraio 2017”, collabora con il procuratore speciale Robert Mueller. Per Flynn all’orizzonte si prospetta un accordo che gli eviterà il carcere ed in questo senso i suoi avvocati hanno già informato la Casa Bianca “che non potranno più cooperare con loro”. È una procedura questa, che si avvia quando una persona sotto inchiesta, decide di collaborare con gli inquirenti, e con loro negozia un accordo. Tutto questo però solo se risponderà a tutte le domande che gli verranno poste. Tutte.

Chi è Michael Flynn ?

Non è certo il classico militare che lavora dietro le quinte in silenzio, spesso si è trovato al centro di polemiche ad esempio quando venne rimosso dal posto di capo dell’intelligence militare da Barack Obama a causa di profonde divergenze in materia di politica estera ma non solo, già all’epoca veniva considerato “molto vicino alla Russia di Putin”. Michael Flynn ha all’attivo 33 anni di carriera militare, sempre in posizioni di primo piano, dalla guida di missioni Nato in Afghanistan e in Iraq fino alla direzione della Dia (Defence Intelligence Agency) dal 2012 al 2014, quando venne licenziato dal presidente Barack Obama. Dopo l’allontanamento dall’amministrazione USA ha fondato nel 2014 la Flynn Intelligence Group (Fig).

Donald Trump una volta eletto, vide in lui la figura ideale per ricoprire il ruolo di Consigliere per la sicurezza nazionale, ma dopo appena un mese  Flynn venne costretto alle dimissioni. Si scoprì che durante la “transizione” tra le due amministrazioni aveva avuto numerosi contatti con l’ambasciatore russo negli Stati Uniti, Kislyak. Con lui discusse il futuro delle sanzioni contro Mosca per l’invasione dell’Ucraina e almeno uno degli incontri si tenne “Trump Tower” di New York, in presenza dell’onnipresente genero del presidente Jared Kushner.

Nel tentativo di salvarlo il vice presidente Pence prima lo difese dopo essersi sentito dire alla sua richiesta di chiarimenti “che con Kislyak si era solo scambiato gli auguri di Natale, poi scoperta la verità, fu il primo a scaricarlo. Ora il Procuratore speciale Robert Mueller vuole sapere da lui cosa accadde davvero durante la campagna elettorale tra lo staff di Donald Trump e i russi, e cosa avvenne durante la transizione tra le due amministrazioni. Vi è poi la mancata denuncia dei redditi ricevuti da Mosca, e anche quella relativa ai suoi mandati come consulente lobbista per la Turchia di Erdogan senza farne parola con nessuno. Si tratta ovviamente di contratti economicamente molto rilevanti che il procuratore speciale ha nelle sue mani.

Non solo, Robert Mueller vuole vederci chiaro anche nella vicenda del siluramento da parte di Donald Trump, del capo dell’Fbi James Comey nel maggio scorso. Michael Flynn ha trascinato nelle sue attività e di conseguenza nei guai anche suo figlio Michael jr che come il padre rischia concretamente di finire in un carcere federale. Per Donald Trump il fatto che l’ex generale Flynn, oggi indossi gli abiti del “pentito” non è certo una buona notizia. Non c’è qualcuno a Washington e dintorni che conosca meglio dell’ex capo dell’intelligence militare americano, cosa accadde durante e dopo la “sporca” campagna elettorale per le elezioni presidenziali americane. Se parlasse l’ex generale salverebbe suo figlio e lui dal carcere, ma metterebbe nei guai e grossi il Presidente Donald Trump e stavolta davvero sul serio.

 

 

 

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