E’ iniziato a Bruxelles tra imponenti misure di sicurezza, il processo a Salah Abdeslam unico terrorista sopravvissuto alla strage di Parigi nel 2015. Il terrorista che non ebbe il coraggio di farsi saltare per aria, dal momento del suo arresto ( Molenbeek il 18 marzo 2016), non ha mai parlato e chi lo ha potuto avvicinare dice che si sarebbe ulteriormente radicalizzato. In tal senso si è fatto crescere la barba incolta degli islamisti cosa che non aveva mai fatto in precedenza.
Stamattina oltre a non pemettere che venisse fotografato, ha lanciato qualche proclama : “Quello che constato è che i musulmani sono trattati nel peggiore dei modi, non c’è presunzione d’innocenza, ma non ho paura di voi né dei vostri alleati, io ho fiducia in Allah” ed ancoa “Il mio silenzio non fa di me né un criminale né un colpevole, è la mia difesa, vorrei che ci si basasse su prove scientifiche, non fare dell’ostentazione come i media”. Non ha detto altro e nemmeno lo farà in futuro anche perchè sa benissimo che se dovesse raccontare la verità ai giudici ( ammesso che la sappia per intero ) scatterebbero le ritorsioni fuori dal carcere nei confronti della sua famiglia. “Non voglio rispondere alle domande”, ha detto al giudice, Marie-France Keutgen, che lo voleva interrogare.
Le misure di sicurezza che costeranno per anni milioni di euro servono a proteggerlo in carcere da se stesso ( pare abbia espresso propositi suicidi), e da altri detenuti che potrebbero ucciderlo e in tutti gli spostamenti che dovrà affrontare visto che farà avanti e indietro dal carcere di Fleury-Merogis (a sud di Parigi) in un convoglio della polizia scortato da uomini delle forze speciali per arrivare a Buxelles dove si celebra questo processo. L’accusa è «tentato omicidio in contesto terroristico» da parte di Abdeslam nei confronti degli agenti che provarono a catturarlo il 15 marzo 2016, tre giorni prima il suo arresto a Molenbeek. Per gli altri processi in Francia che lo attendono occorrerà aspettare ma in ogni caso è chiaro, Salah Abdeslam se non riuscirà a fuggire dal carcere da solo o con il supporto dei molti amici che lo aspettano a Molembeek, non vedrà mai piu’ la libertà. Forse questa è l’unica cosa certa di questa vicenda.