Campagna delle pie musulmane contro le molestie sessuali: nei luoghi santi dell’islam ci palpeggiano il sedere
Stanno facendo discutere nel mondo musulmano una serie di testimonianze che provano le molestie sessuali sulle donne durante l’hajj, il pellegrinaggio annuale nella città santa della Mecca. Tutto ha avuto inizio con il racconto di una donna pakistana, Sabica Khan, che ha descritto nei minimi particolari, le molestie sessuali che ha subito mentre si trovava nella città santa dell’Arabia Saudita. Il coraggio della donna ha fatto si che altre giovani si liberassero dal peso dell’omertà affidando a Twitter i loro racconti. #MosqueMeToo o # MosquéeMoiAussi è l’hastag scelto per denunciare le molestie dalla giornalista e femminista egiziana-americana, Mona Eltahawy, che alla Bbc ha raccontato: «Ho condiviso la mia esperienza di violenza sessuale durante l’hajj nel 1982 quando avevo 15 anni nella speranza che avrebbe aiutato le donne musulmane a rompere il silenzio e il tabù che circonda la loro esperienza di molestie o aggressioni e i rapporti sessuali durante l’hajj o nei luoghi sacri».
TENTATI STUPRI La maggioranza di loro narra come le molestie si verifichino durante il rituale del «tawaf», nel quale i fedeli camminano attorno alla pietra nera della Mecca posta all’interno della moschea Al-Masjid Al-Haram. Sabica Khan descrive l’esperienza e aggiunge «di essere rimasta in silenzio per l’accaduto, temendo che la gente non mi avrebbe presa sul serio. Tutta la mia esperienza nella città santa è oscurata da questo orribile incidente», ha concluso, esortando le donne a parlare delle molestie subite. Palpeggiamenti e tentativi di stupro, questo raccontano le decine di altre donne musulmane: Una ragazza che ha scelto di rimanere anonima, descrive di essere stata molestata sessualmente più volte durante le sue numerose visite alla Mecca per la umrah, il pellegrinaggio islamico non obbligatorio. I tentativi qui iniziano durante la colonna che si forma prima di arrivare alla Pietra Nera che si trova nell’angolo orientale della Kaaba. Palpeggiamenti, pesanti allusioni da parte degli uomini che eccitatissimi, ad un certo punto, appoggiano anche il membro virile sulle natiche delle donne che attendono di accedere ai luoghi santi dell’islam. Vista l’esperienza, durante le sue recenti visite alla Mecca, la ragazza ha evitato accuratamente la Pietra Nera, eseguendo il tawaf nel perimetro più esterno, che è meno affollato e nel quale si rischierebbe di meno. Nei gruppi che si formano sulle autostrade digitali del web sono tanti i nomi di donne che si sfogano, Alyaa Gad racconta delle molestie subite da lei e da sua madre, mentre Zi Moneer descrive così i fatti: «Il luogo più sacro della terra caduto in disgrazia per colpa di bestie umane».
LE VITTIME SI SFOGANO Per ogni post pubblicato i commenti sono quasi mille: «Improvvisamente sentii qualcosa sul sedere, mi bloccai, incerta se fosse intenzionale. Ho ignorato e ho continuato a muovermi lentamente perché la folla era enorme. Ho anche provato a girarmi ma purtroppo non potevo. Quando ho raggiunto l’angolo qualcuno ha cercato di afferrarmi toccandomi il sedere. È triste dire che non sei nemmeno al sicuro nei luoghi sacri. Sono stata molestata, non una volta, non due volte, ma tre volte». Le testimonianze delle donne molestate provengono da ogni parte del mondo, Malesia, India, Nigeria, Egitto, Arabia Saudita e non sono poche le donne che scrivono dopo essere rientrate in Europa. L’età non conta, anche le adolescenti vengono molestate pesantemente, persino sui taxi che le conducono ai luoghi sacri.