Mentre il Presidente Emmanuel Macron vuole riorganizzare l’islam in Francia con una legge che ha come obiettivo quello «di combattere il fondamentalismo e preservare la coesione nazionale», nel Paese si susseguono gli attentati sventati. A tal proposito il ministro degli Interni francesi Gérard Collomb, ha rivelato che solo nello scorso mese di gennaio sono stati evitati due attacchi terroristici di vaste proporzioni. A essere presi di mira dai terroristi «delle grandi attrezzature sportive, nel sud e nell’ovest» dell’Esagono. Collomb, che è uomo molto prudente e di poche parole, non ha voluto dare ulteriori ragguagli comunicando solo che l’obbiettivo dei terroristi erano «i giovani». Facile pensare a concerti dove i ragazzi accorrono in massa come accaduto a Manchester il 22 maggio 2017 (23 morti compreso l’attentatore, oltre a 250 feriti).
SCHEDATURE IN CRESCITA Il ministro ha comunicato che gli aspiranti kamikaze catturati e incarcerati, erano conosciuti e schedati dagli uomini del «Fichier des signalements pour la prévention de la radicalisation à caractère terroriste» (FSPRT). A tal proposito occorre ricordare che «l’Ufficio delle segnalazioni per la prevenzione della radicalizzazione di carattere islamico», creato per mettere un argine al fenomeno jihadista- salafita, solo nel 2017 ha aperto 19.745 nuovi dossier. Colpisce il fatto che il 22,7% delle persone segnalate per radicalismo religioso islamico siano donne. Che la Francia sia il campo di battaglia preferito dagli islamisti salafiti, lo conferma anche l’intelligence francese: solo nel 2017 gli attacchi sventati siano stati venti mentre dal 2015 a oggi le cifre ufficiali parlano di 32 attentati evitati, 4.457 operazioni anti-terrorismo e 625 sequestri di armi.
L’ESERCITO DEI CONVERTITI Tra le più importanti operazioni c’è sicuramente quella del 7 novembre 2017 scattata tra Francia e Svizzera grazie alla quale è stata fermata una strage. Un 27enne svizzero romando di origine bosniaca convertitosi all’islam, aveva costruito una rete terroristica pronta a colpire di nuovo a Nizza. Il piano prevedeva che il commando terroristico avrebbe lanciato anche delle bombe a mano da un camion che sarebbe dovuto piombare sulla folla inerme.
A preoccupare i servizi segreti francesi sono le oltre 300 domande di costruzione/ristrutturazione di moschee che sono pendenti nei vari dipartimenti del Paese. Se la radicalizzazione corre liberamente sulle autostrade digitali della rete è nei luoghi di incontro che i i piani si concretizzano. Non è certo un caso il fatto che che recentemente siano state chiuse le moschee di Aix-en-Provence, Marsiglia e Sartrouville dove predicavano imam violenti che puntavano sul sentimento di esclusione provato da milioni di giovani musulmani francesi. È forse questa la battaglia più dura che attende Emmanuel Macron, integrare ciò che forse non è integrabile. Ci riuscira?