Il vizietto francese dei fondi illeciti sfruttato dagli arabi (Libero 22.03.2018)

Nel nuovo «affaire» che coinvolge Nicolas Sarkozy, che deve rispondere ai magistrati che indagano dal 2013 in merito a presunti contributi libici ricevuti per finanziare la vittoriosa campagna elettorale del 2007, non è che l’ultimo esempio della disinvoltura con la quale si muove la classe politica francese. Non si salva nessuno: destra, estrema destra e sinistra, negli anni, sono state al centro di vicende con un denominatore comune: le mazzette intascate. Qualche esempio? Nel 2016 i giornalisti Christian Chesnot e Georges Malbrunot hanno pubblicato il libro Nos très chers émirs (I nostri cari emiri) che ha fatto letteralmente imbestialire in modo bipartisan il mondo politico francese. Gli autori hanno narrato una realtà sconvolgente andata avanti per decenni in Francia. Si fa luce, per esempio, sui rapporti tra Sarkozy e il suo entourage con gli emiri di Doha e la famiglia reale saudita. Entrambi sono grandi clienti delle fabbriche di armi francesi, un business al quale i politici transalpini sono sensibili.

MARINE LE PEN CORTEGGIATA Tra i personaggi più importanti citati nel libro l’ex sottosegretario di Stato ai rapporti con il parlamento Jean-Marie Le Guen (voleva soldi per la scuola privata dei figli), il socialista Nicolas Bays, l’ex primo ministro Dominique de Villepin (memorabile una sua telefonata per scarpe su misura e i capricci per la first class in aereo) e la centrista Nathalie Goulet (presidente del gruppo di amicizia Paesi del Golfo-Francia). Nel libro c’è anche Marine Le Pen, «corteggiata» durante una crociera sul Nilo nel 2015 dagli Emirati Arabi e dal presidente egiziano Al Sisi. Per un lungo periodo l’ambasciata del Qatar a Parigi fungeva da «bancomat per politici». Qui arrivavano richieste di ogni tipo: vacanze, biglietti aerei in first class, Rolex, buoni acquisto nelle boutique di lusso e richieste di finanziamenti a fondazioni.

RICHIESTE STRAVAGANTI L’ex ministro della Giustizia Rachida Dati, un tempo ritenuta l’astro nascente della politica francese, tempestava di email e chiamate l’ambasciatore qatarino dal quale voleva 500mila euro per una fondazione che aveva come indirizzo quello di casa sua. Ma non è tutto. L’ex Guardasigilli, oggi eurodeputata, chiamava l’ambasciatore anche per avere biglietti gratuiti in business class della Qatar Aiways per lei e la numerosa famiglia (di origini marocchine). Calda, come detto, anche la rotta Tripoli-Parigi; un libro scritto dai giornalisti Fabrice Arfi e Karl Laske intitolato Avec les compliments du Guide descrive gli intrallazzi del clan Sarkozy. Secondo i giornalisti dalla Libia giunsero borse stracolme di soldi, bonifici e fatture sospette e il tutto per far eleggere Sarkozy alla guida dell’Eliseo.

I meno giovani ricordano lo scandalo che travolse nel 1979 il presidente francese Valery Giscard d’Estaing. Il dittatore centroafricano Jean-Bédel Bokassa uomo appassionato di torture sui bambini, gli regalò tra le molte cose, anche un milione di franchi francesi in diamanti. Quando si dice la tradizione.

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