Beata la Francia che caccia in galera chi offende i suoi poliziotti (Libero 29.03.2018)

Mentre la Francia era sotto choc per l’ultimo attentanto di Carcassonne subito rivendicato dall’Isis, a gioire insieme ai terroristi anche un uomo politico francese che ha festeggiato la morte del tenente colonnello della gendarmeria nazionale francese Arnaud Beltrame. Si tratta di Stéphane Poussier, ex candidato alle scorse elezioni legislative per il movimento di estrema sinistra France Insoumise che ha in Jean-Luc Mélenchon il suo leader carismatico. Stéphane Poussier in un tweet ha espresso tutta la sua gioia per l’attentato: «Ogni volta che un poliziotto si fa uccidere, e non capita tutti i giorni, penso al mio amico Remi Fraisse. Era un colonello, che bello! Oltretutto un elettore di Macron in meno». Poussier nell’esprimere gioia per la morte del tenente colonello sacfificatosi per proteggere delle vite umane, ha voluto così ricordare il 21enne Remi Fraisse militante ambientalista morto nel 2014 nei violenti scontri che avvennero tra manifestanti e polizia nei pressi del cantiere della diga di Sivens (regione dell’Occitania). Le dinamiche dei fatti non vennero mai chiarite completamente (a ucciderlo fu una granata lanciata dalla polizia ) e forse anche per questo, il giovane studente di Tolosa viene utilizzato sempre più spesso dai movimenti antagonisti (impropriamente) come un’icona da opporre alla polizia ealla magistratura. Dopo qualche ora France Insoumise lo ha espulso dal partito e Mélenchon a margine di una manifestazione sindacale lo ha bollato come un «coglione che ci fa un danno terribile». Alle autorità francesi però non sono bastate le parole di Mélenchon, infatti Stéphane Poussier è stato arrestato poche ore dopo il suo vergognoso tweet proprio sotto casa con l’accusa molto pesante di «sostegno al terrorismo». La vicenda francese ricorda in in qualche modo quella dell’insegnante di scuola elementare e media all’Istituto comprensivo Leonardo da Vinci (Torino), Lavinia Flavia Cassaro che nel febbraio scorso durante un manifestazione contro CasaPound, perse completamente la testa al punto di gridare (davanti alle telecamere tv) contro gli agenti di Polizia «Dovete morire, merde, vigliacchi, mi fate schifo». La professoressa contrariamente all’ex candidato di France Insoumise, ripensa a quella notte tranquilla a casa sua in attesa del processo (se mai si celebrerà). Stéphane Poussier è in carcere e con l’aria che tira a Parigi e dintorni in materia di terrorismo islamico, per un po’ non potrà “twittare”…

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