
Dopo la strage nella cittadina francese di Trèbes del 23 marzo scorso nella quale Il franco-marocchino Redouane Lakdim ha ucciso quattro persone prima di venire eliminato dalle teste di cuoio francesi, sono ricominciate le polemiche sull’operato di strutture di sicurezza francesi. Anche Lakdim come molti altri protagonisti di atti terroristici in questi anni nell’Esagono. Il 26enne era schedato fin dal 2013 con la lettera «S», vale a dire a rischio di radicalizzazione, al pari della sua compagna, che sarebbe la responsabile della svolta verso il radicalismo religioso. Alle molte domande sullo stato della sicurezza della Francia ha provato a rispondere negli scorsi giorni il Ministro degli Interni francesi Gérard Collomb il quale ha rivelato «che nel 2017 sono stati espulsi 20 stranieri radicalizzati; un numero mai raggiunto prima». Ha inoltre rivelato che l’assassino di Trèbes era schedato dal novembre 2015, ma le indagini avevano mostrato, «che non c’erano prove di un passaggio all’atto violento». In ogni caso Redouane Lakdim aveva ricevuto, qualche giorno prima della strage, una lettera dalla direzione generale della sicurezza interna (DGSI) nella quale veniva invitato «a un colloquio di valutazione» da tenersi nel mese di marzo 2018. In merito alla convocazione Gérard Collomb ha precisato che «il DGSI voleva assicurarsi che non mostrasse segni di radicalizzazione prima che il suo caso venisse messo in attesa».

POLEMICHE
Le rassicurazioni del ministro hanno fatto divampare le polemiche di coloro che in Francia, conoscono le strategie utilizzate dagli altri paesi europei in particolare dall’Italia contro il terrorismo islamico. Alla data odierna secondo il Ministro degli Interni per quanto riguarda l’Italia sono «264 i soggetti gravitanti in ambienti dell’estremismo religioso espulsi, con accompagnamento nel proprio Paese, dal 1° gennaio 2015 a oggi». Nel 2017 le espulsioni sono state 105 e se si pensa che tra gennaio e marzo del 2018 si è già arrivati a 27 il confronto tra i due paesi è quantomeno imbarazzante visto anche quanto sangue la Francia ha versato in questi anni. Quante sono le persone segnalate con la «fiche S»? Nel 2017 il numero delle persone sospettate di radicalizzazione segnalate al FSPRT (prévention et la radicalisation à caractère terroriste) è stato di 18.550 individui. Dalla creazione dell’FSPRT (marzo 2015) a oggi, l’aumento dei soggetti radicalizzati è passato da 11.400 persone alle attuali 20.000.
GUAI A TOCCARE TARIQ
In Francia il clima è molto pesante. Non solo omicidi ma anche intimidazioni verso chi denuncia i soprusi degli islamisti; la 45enne «Marie» che ha denunciato il 7 marzo 2018 per stupro Tariq Ramadan sarebbe stata aggredita. La donna ha raccontato alla Procura di Lille sostiene di essere stata violentemente aggredita sabato 24 marzo 2018, sotto casa sua tra le 22 e le 23: «Stavo uscendo dall’ascensore quando ho sentito che qualcuno che mi ha afferrato e mi ha tirato nella tromba delle scale. Erano due individui che indossavano caschi scuri con visiera. Dopo avermi insultato e preso a pugni, mi hanno detto che la prossima volta mi getteranno addosso della benzina».