Bernard Falk: da terrorista rosso a imam radicale (Libero 11.04.2018)

Nonostante i continui arresti, le condanne e la messa al bando delle più importanti organizzazioni islamico-radicali, la rete degli islamisti salafiti in Germania continua a crescere. Secondo il BfV (Ufficio federale per protezione della Costituzione) nel primo trimestre del 2018, coloro che nel Paese si identificano con la dottrina ultrarigorista del giurista e teologo hanbalita siriano Ibn Taymiyya (1263-1328), sono ormai 12mila. Una crescita continua, basti pensare che nel 2013 erano circa 5.500. Poi nel 2014 con la nascita dello Stato islamico, migliaia di musulmani e di tedeschi convertisi nel frattempo alla religione maomettana, si sono fatti sedurre dall’islam duro e puro dei primordi. Per tornare alla Germania, la crescita della Salafiyya in tutto il paese, avviene grazie ai predicatori provenienti dai Balcani e dal Golfo Persico invitati a temere i loro sermoni infuocati nelle moschee tedesche. Sono però i predicatori con passaporto tedesco che fanno la parte del leone nella crescita dell’islam radicale, uomini come Pierre Vogel- Abu Hamza, Marcel Krass e Bernard Falk- Muntasir bi-llah tutti e tre in orbita Al Qaeda e tutti allievi del palestinese Ibrahin Abou Nagie. Un tempo con loro a infiammare le piazze, c’era anche Sven Lau-Abu Adam, anch’egli convertito tedesco, che oggi sconta 6 anni mezzo di carcere per sostegno al terrorismo. La storia di Falck è sicuramente la più incredibile, il quasi 50enne che ha un fratello sacerdote, è stato a lungo un membro delle cellule antimperialiste estremiste di sinistra (AIZ) che si resero protagoniste di diversi attacchi dinamitardi nella Repubblica Federale tedesca. Per le sue attività terroristiche Falk è stato incarcerato per quattordici volte in 13 anni. Prima di uscire di galera per l’ennesima volta nel 2008, si convertì all’islam ovviamente quello estremo, e ci mise poco per farsi notare come «una personalità rilevante della scena islamista». Intervistato dalla tv pubblica sugli attentati In Germania, Falk ha dichiarato che «le persone innocenti non esistono» senza dimenticare di dare il suo sostegno al Fronte al-Nusra. Come tutti gli altri predicatori del male l’ex studente di fisica ed ex terrorista di sinistra, non ha un lavoro e ha dichiarato di vivere di donazioni che gli vengono elargite da misteriosi benefattori. Falck si muove di continuo, nelle piazze dove distribuisce il Corano, oltre che nei centri per rifugiati e nelle carceri dove «porta conforto religioso» ma non solo; ogni terrorista che compie atti violenti in Germania può subito contare sul suo impegno nel trovargli un buon avvocato pronto a tirarlo fuori dai guai. A differenza di altri suoi colleghi, Falck è anche molto furbo e preferisce lavorare sottotraccia per predicare le sue strampalate teorie fatte di jihad, sharia e anti-imperialismo tipico dell’estrema sinistra. Ma tutto è vagliato dal suo legale, Falck non pubblica e non dichiara nulla alla stampa senza il via libera del suo legale che è ovviamente, pagato da munifici donatori. Ad accendere nuovamente i riflettori su di lui sono state alcune organizzazioni umanitarie che, vedendolo nei centri per rifugiati, ne hanno denunciato la pericolosità definendolo come «un’indottrinatore e un moltiplicatore dell’odio molto pericoloso». Poco tempo fa era in Tribunale a Düsseldorf per dare sostegno morale al convertito tedesco Marco René Gabel, ritenuto uno dei suoi allievi prediletti che nel 2013 venne trovato in possesso di 616 grammi di nitrato di ammonio esplosivo e una pistola. A che gli servivano? Insieme ad altri tre terroristi stava preparando un grosso attentato nella stazione centrale a Bonn. Gabel si convertì all’islam all’età di 15 anni e non è difficile immaginare chi fece deragliare l’esistenza di questo adolescente con problemi di tossicodipendenza.

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