Con l’arrivo alla Casa Bianca di The Donald il ruolo di presidente della più grande potenza militare ed economica del mondo è decisamente cambiato. Con lui si è assistito ad un profondo cambiamento in ogni settore della vita politica americana. Oggi i fatti, le cose che succedono in giro per il mondo non contano più nulla, gli avvenimenti sono superati dalle opinioni e dalle ricostruzioni. Un esempio; Bashar al-Assad gasa il suo popolo come fatto molte volte anche da suo padre ? «Calma, e chi lo dice?», «sono stati gli USA per legittimare un attacco contro Putin», «attenzione, è una fake news, si sono gasati da soli», oppure spazio al complotto: «Non era gas ma deodorante e le vittime erano attori pagati dalla Cia» per arrivare all’immancabile «c’è lo zampino di Israele». In ogni caso quello che conta oggi è dire, annunciare che stai per fare qualcosa, non importa cosa dici e neppure se sei in grado di sostenerlo. Non serve più nemmeno dimostrare se ne hai le capacità, se possiedi i titoli di studio o sei hai maturato l’esperienza per ricoprire un ruolo. La candidatura di Luigi di Maio ex stewart allo Stadio San Paolo di Napoli che punta con convinzione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri in Italia, non è che l’ultimo esempio di una lunga serie di storie di questo tempo. Personalmente ricordo l’imbarazzo (non molto tempo fa) di quando non si sapeva qualcosa, si restava in silenzio e a volte ci si vergognava persino di non saper tenere una conversazione. Oggi nessuno, arrosisce più. Tanto dopo smentisci, anche perché un lacchè che veicola il tuo messaggio qualunque esso sia, lo si trova sempre. In ogni caso per Donald Trump, passare dalla detestabile trasmissione televisiva (replicata anche in Italia con un detestabile trumpista nostrano) condotta dal 2004 al 2017 chiamata «The Apprentice», il salto verso la scrivania dello studio ovale è stato semplicissimo. Stile e metodi sono rimasti gli stessi; chiunque gli mostri contrarietà o anche solo il non accogliere con entusiasmo le sue iniziative spesso balorde, si sente dire; «sei fuori», così si spiegano tutti gli abbandoni nello staff del «tycoon» alla Casa Bianca, tutti accompagnati alla porta con epiteti di ogni tipo ovviamente via «tweet». Se si analizza lo staff nominato all’inizio del suo mandato che era composto in prevalenza da figure non certo di primissimo piano, quasi tutte totalmente a digiuno di politica e di amministrazione federale, senza dimenticare i danni fatti dall’impresentabile «par excellence», Steve Bannon recentemente atterrato in Canton Ticino (forse per diffondere il verbo trumpista benchè lo abbiano messo alla porta e senza complimenti), mostrano a quale livello sia ormai scaduta l’attuale squadra del Governo americano. Di fatto comanda solo lui, Donald Trump un uomo stretto nella morsa degli interessi personali, nella sua impreparazione che pesa ogni giorno di più e che cerca di navigare tra gli affari di famiglia ancora un tutt’uno con il suo ruolo pubblico, e l’imbarazzo di chi ogni mattina, gli deve raccontare il mondo. Un presidente che ha la necessità di cancellare qualche incontro spericolato avuto dai membri della sua ingombrante famiglia nel recente passato, potrebbe essere capace di lanciare dei missili per distogliere l’attenzione dai suoi guai? Naturalmente sì. L’ultima prodezza presidenziale sempre via tweet di Donald Trump difficlmente verrà dimenticata. The Donald, ritendosi divertente come quando andava in televisione convinto di poter ironizzare su tutto e (persino in un momento come questo), ha annunciato un’azione di guerra in Siria parlando dei missili che sarebbero piovuti sul martoriato popolo siriano «dell’animale Assad», come missili «nice» (belli). Per lui tutto questo è solo un gioco con il quale (forse) riesce ad appagare il suo narcisimo patologico? Possibile, ma urge uno psichiatra e anche piuttosto bravo per spiegare cosa gli passi davvero nella mente. Il sangue che potrebbe scorrere ancora una volta in Medio oriente molto del quale come sempre versato da innocenti, non ha nessun valore perché è «nice». Solo lui poteva ironizzare sui danni che fanno i missili Tomahawk, solo Donald Trump poteva scherzare su degli ordigni capaci di sfrecciare nel cielo prima di colpire il bersaglio, a 800 km orari. Solo un uomo come Donald Trump poteva vedere in tutto questo buio pesto qualcosa di «nice». Ma forse chi è persino peggio di lui sono i trumpisti della prima ora che invece di starsene in silenzio anche solo per decenza o di voler riconoscere di aver per mesi scritto e ipotizzato scenari assurdi oltre ad aver dipinto Trump come un nuovo leader che ci avrebbe stupito, si arrampicano sugli specchi invocando complotti e burattinai inesistenti. Farebbero bene a ricordare che i reati nel tempo si prescrivono, la vergogna invece no.
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