In questi giorni la stampa parlata, scritta e i social network di tutto il mondo diffondono le drammatiche immagini provenienti dalla striscia Gaza. Almeno 62 morti dei quali 50 terroristi di Hamas e 3 della Jihad islamica. Ma non erano pacifici manifestanti? Non secondo Salah Al Bardawil alto dirigente di Hamas che in diretta televisiva ha dichiarato «se 62 persone sono state uccise, 50 erano nostri militanti». Non poteva arrivare un regalo migliore ai movimenti islamisti che operano nella striscia di Graza e che ora puntano a contagiare con la rivolta anche Gerusalemme Est e la Cisgiordania specie se a farlo, è il presidente americano Donald Trump. I mandanti, le menti raffinatissime che pensano alla strategia della tensione non si interessano al popolo palestinese. Una tragica commedia scritta nei loro lussuosi uffici: si prendono un paio di famiglie con donne e bambini, li si carica su un autobus, giunto sul posto li si mette insieme a quattro terroristi armati fino ai denti, poi si avanza verso i soldati israeliani ma prima bruciano un po’ di copertoni d’auto e poi quando non si vede più nulla, il gruppo si lancia gridando e sparando all’impazzata verso le postazioni dei militari israeliani. Questi rispondono al fuoco e dietro chi c’è ? L’inviato di guerra, eccolo il testimone «imparziale». Qualche titolo: «Massacro di palestinesi», «Uccisi pacifici manifestanti, risposta sproporzionata», «Israele ha le mani sporche di sangue». Poi siccome non è abbastanza tragico quanto accaduto, si diffonde la notizia della «morte di un neonato per i gas sparati dagli israeliani». Il bimbo è morto per davvero, ma a causa di una malformazione cardiaca. Nel raccontare la menzogna, nessuna domanda su cosa ci facesse un bimbo cardiopatico sui luoghi della protesta, nessun dubbio. A costoro ricordo che la passione politica è una bella cosa, ma allora la si viva senza far finta di essere giornalisti. A soffiare sul fuoco dei disordini da mesi, c’è anche Ayman Al Zawahiri leader di Al Qaeda che ha chiamato alla jihad contro i nemici di ieri, oggi e domani Israele e gli Stati Uniti. Ad Hamas o alla Jihad islamica non poteva capitare una cosa migliore che dopo tanti rinvii gli USA riconoscessero Gerusalemme come capitale dello Stato di Israele. Comunque sembra di vederli i capi e capetti palestinesi seduti nelle loro ville sul mare durante una grigliata di carne innaffiata da pregiati vini francesi nel festeggiare la notizia. Mentre gozzovigliavano in attesa di qualche mignotta dell’Est Europa (molto apprezzate) a qualche chilometro da loro ,«gli utili idioti» mangiavano come ogni santo giorno, pane, veleno e Corano. Il tutto in un contesto di odio e di violenza che pare essere senza fine. Sono bambini, anziani, adolescenti, donne e uomini esattamente come noi ridotti a scudi umani dalla menzogna di un ristretto gruppo di potere che grazie al regalo di «The Donald» ha ritrovato smalto. Chi ritiene che la vita senza «il martirio» non valga la pena di esser vissuta, chi pensa che fare il kamikaze lo avvicini a Dio e che per questo avrà a disposizione il paradiso e 72 vergini oppure chi manda i bambini imbottiti di tritolo contro gli «infedeli» e che poi paga o incassa la rendita di 3.000 dollari, ha bisogno di carne da cannone da giocarsi tutti i giorni alla roulette di Gaza. Non importa se esce il rosso o il nero alla roulette della morte ciò che conta è che ci siano vittime civili, più morti ci saranno e più soldi arriveranno per continuare a gestire il potere, ricevere denaro per pagarsi le ville, i vini pregiati, i viaggi, gli abiti, le amatissime Mercedes blindate e le notti in dolce compagnia.
A proposito di soldi non esiste al mondo un popolo che abbia ricevuto e che continui a ricevere più soldi di quello palestinese ma nonostante questo, vivono sempre nella miseria più nera. Sono gli israeliani che di notte glieli rubano? Israele ha commesso molti errori, uno su tutti quello di Netanyahu nel farsi abbracciare mortalmente dal sodalizio «Trump-Jiarvanka», così chiamano la coppia formata dal genero Jared Kushner e dalla figlia Ivanka «consiglieri» alla Casa Bianca. Tutti i protagonisti compreso Bibi Netanyahu che con la linea dura parla alla pancia del Paese, hanno da guadagnare nel catturare l’attenzione dei media; più si distoglie l’attenzione e più non si parla di scandali, pornostar, ruberie e accordi stretti con cittadini russi (guarda caso) per influenzare le ultime elezioni americane. In ogni caso è bene ricordare ai leoni da tastiera e agli «OISPE «(odiatori di Israele in servizio permanente effettivo) che lo Stato ebraico è una democrazia parlamentare compiuta, a Tel Aviv non ci sono sceicchi, califfi, sultani o dittatori. In Israele i cittadini di origine araba possono avere il passaporto israeliano, questi lavorano, insegnano nelle scuole, curano le persone negli ospedali, sono nelle forze armate e nelle forze di polizia e nessuno si sognerebbe mai di impedirlo. Israele cura i bambini palestinesi con gravi patologie e li va a prendere nelle loro case, non spara sugli innocenti, non gioca al tiro al bersaglio, non taglia le gole e non manda i suoi figli imbottiti di tritolo contro i suoi nemici. Israele è vittima di una tragedia che rischia di trasformarsi in qualcosa che nessuno può più prevedere e forse, nemmeno fermare.