Il giovane cancelliere austriaco Sebastian Kurz (ÖVP), non aveva mai fatto mistero della sua intransigenza verso le forme piu’ estreme dell’islam. Su questo era stato molto chiaro fin dal suo esordio in politica. Perché una posizione cosi’ severa, come spiegarla ? Nulla di ideologico ma un sano realismo di fronte alle tante problematiche che gli islamisti hanno creato e continuano a creare in Austria (vedi sotto) Quindi nessuna eccezione, nessuna scorciatoia politica per il cancelliere austriaco che già negli scorsi mesi scorsi aveva già usato la mano pesante contro l’islam politico e i rispettivi finanziamenti, in particolare su quelli provenienti dall’estero ( in primis da Golfo Persico e Turchia) ritenuti illegali e messi quindi fuori legge. Il provvedimento era anche ritenuto un chiaro segnale alle organizzazioni islamiche turche tra le quali” l’Unione turco-islamica per la collaborazione culturale e sociale in Austria” Union der Türkisch-Islamischen Kulturvereine in Europa e. V.” (ATIB) vera “longa manus” del ministero del culto turco “Dyanet” che opera anche in Germania attraverso le 960 moschee controllate dal “DITIB” (Türkisch-Islamische Union der Anstalt für Religion e. V.) Pero’ nonostante i chiari segnali provenienti da Vienna, Recep Tayyp Erdogan e sodali hanno continuato nella loro opera di propaganda del tutto incuranti della costante insofferenza austriaca.
Per Sebastian Kurz e il ministro degli Interni Herbert Kickl (stamattina insieme in conferenza stampa) i turchi hanno passato il segno e da qui il giro di vite. Sette moschee dichiarate fuorilegge espulsione di alcuni imam tutti accusato “di finanziamenti illeciti dall’estero e di violazione della legge austriaca sull’islam” inoltre è già in corso una verifica di tutti i permessi di soggiorno degli imam dell’ATIB. Non è difficile prevedere che molto di loro non otteranno il rinnovo del permesso e quindi lasceranno il paese sul primo volo disponibile.
Durissimo questa mattina in conferenza stampa il cancelliere austriaco che ha detto ; “in Austria non c’è spazio per società parallele e radicalizzazioni”, inoltre alla stampa ha chiarito che il provvedimento odierno non si presta ad alcun ricorso legale. E’ cosi’ e tale rimarrà. Ovvia la reazione stizzita del governo di Ankara che attraverso una nota stampa ha denunciato che “ la chiusura delle moschee in Austria e l’espulsione degli imam è il frutto dell’ondata anti-islamica, razzista, discriminatoria e populista austriaca“. La verità è che stavolta che Recep Tayyp Erdogan ha trovato pane per i suoi denti e a meno di grandi sconvolgimenti per lui e il “Dyanet” la strada almeno in Austria è da oggi in salita.
http://www.confessioni-elvetiche.ch/2017/01/27/il-virus-del-salafismo-in-austria/