Così Clinton ha graziato Osama facendo spiccare il volo al Terrore Nel bel libro di Marco Cochi («Tutto cominciò a Nairobi») la storia di come Al-Qaeda è diventata la rete jihadista più potente dell’Africa, anche per colpa dell’ex presidente L’errore DI Bill Clinton
Da qualche giorno è arrivato nelle librerie il nuovo libro del giornalista Marco Cochi, ricercatore, analista e profondo conoscitore del fenomeno jihadista nell’intero continente africano. Il volume edito da Castelvecchi Editore si intitola Tutto cominciò a Nairobi. Come al-Qaeda è diventata la rete jihadista più potente dell’Africa, non è solo un volume di straordinario valore, ma si tratta di un autentico viaggio nella storia di un continente, quello africano, contagiato da almeno venti anni dal virus del male jihadista. Il libro, che si avvale dell’eccellente prefazione dell’antropologa Anna Maria Cossiga, descrive con il rigore che contraddistingue l’autore, l’ascesa, le crisi e la rinascita nel continente africano e nel Sahel, dell’organizzazione terroristica al-Qaeda. Marco Cochi, andando a ritroso nella storia, racconta gli esordi del principe saudita all’epoca considerato come un eccentrico milionario, quel Osama bin Laden che visse a lungo in Sudan, dove godette della protezione del governo islamista. E anche quella di del medico egiziano Ayman al Zawahiri, che superando ogni difficoltà compresa la morte stessa di Osama, è riuscito a costruire la più forte ed organizzata realtà terroristica presente oggi in Africa e nel martoriato Sahel. A proposito di Osama Bin Laden non si possono dimenticare gli errori di valutazione degli americani che prima lo finanziarono, poi lo armarono e lo utilizzarono contro gli invasori russi in Afghanistan.
In seguito, pensarono di lasciarlo al suo destino perché non serviva più alla Cia ma a quel punto, si mise in proprio e presentò il conto agli americani dando inizio alla sua «guerra santa». Gli Usa ebbero più di una occasione per eliminarlo, ma anche qui gli errori e le strane coincidenze furono molte. Fece clamore l’ammissione del 10 settembre 2001 a «Fox News Australia» dell’ex Presidente Bill Clinto: «L’ho quasi preso nel 1998 e avrei potuto ucciderlo, ma avrei dovuto distruggere una piccola città chiamata Kandahar in Afghanistan e uccidere 300 donne e bambini innocenti, e allora non sarei stato migliore di lui». Tutto vero con la sola dimenticanza che insieme con loro c’erano migliaia di Talebani che proteggevano Bin Laden. Per tornare al libro Cochi descrive le alleanze tra i gruppi jihadisti, le loro controversie e le loro riconciliazioni dandoci modo di osservare la quasi inutilità delle strategie e degli interventi occidentali nel contrasto o meglio nel tentativo di contrastare, questi gruppi terroristici. La riposta è stata quella di spargere in un continente gigantesco migliaia di uomini male addestrati, male armati a volte violenti e per questo odiati dalle popolazioni locali. Il tutto condito da episodi, non rari, di complicità nelle malefatte di contrabbandieri-jihadisti. Nel libro non si parla solo di Al Qaeda e delle stragi compiute dagli affiliati somali degli «Al Shabaab», molto spazio è dedicato anche alla storia di «Boko Haram» (L’educazione occidentale è sacrilegio), gruppo salafita nato nel nord-est della Nigeria. Per descrivere le loro nefandezze basta un dato su tutti: in soli nove anni i suoi miliziani hanno ucciso oltre ventimila persone e costretto all’esodo 2,7 milioni di cittadini nigeriani. Questo libro esamina anche le storie di molti paesi africani travolti dalla fame, dalla povertà e dalla corruzione, tutti elementi utili alla crescita del radicalismo islamico, una dottrina che attira molti giovani senza alcuna prospettiva se non quella di finire su un barcone diretto chissà dove. Il capolavoro di Marco Cochi inizia con il racconto di quanto accadde la mattina del 7 agosto del 1998, quando quasi in contemporanea, vennero rase al suolo da due autobombe le ambasciate americane di Nairobi (Kenya) e a Dar es-Salaam (Tanzania). Nei due attentati morirono complessivamente 224 persone e i feriti furono quattromila. Grazie al libro di Marco Cochi, la data del 7 agosto 1998 si iscrive di diritto insieme all’invasione russa in Afghanistan (1979-1989) e all’11.09.2011 tra i momenti che hanno portato alla disgregazione di intere aree geografiche dove oggi il sangue, scorre quasi più dell’acqua. E non è certo con le armi e con la forza che si potranno ricomporre le fratture dalle quali sgorga l’odio che nutre la pianta del male assoluto.
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