Sta facendo discutere in Francia la notizia che entro la fine del 2020, il 60% dei jihadisti condannati prima dell’avvento dello Stato islamico avranno scontato la pena e torneranno in libertà. Secondo il Ministero della Giustizia 500 estremisti musulmani sono attualmente in prigione per terrorismo mentre altri 1.200 entrati come criminali comuni, sono nel diventati estremisti islamici. Secondo le statistiche ufficiali del Ministero della Giustizia al 1 ° dicembre 2017, poco meno di 80.000 persone erano in carcere in Francia. Ma quanti sono i detenuti musulmani a rischio radicalizzazione? La legge vieta qualsiasi dato basato su razza, religione o origine ma nel 2015 un rapporto pubblicato dal senatore Jean-René Lecerf, affermava che in quattro delle più grandi prigioni francesi, il 50% dei detenuti erano musulmani. I jihadisti che usciranno dal carcere troveranno facilmente strutture terroristiche ormai rodate e che sono pronte ad attaccare di nuovo la Francia che deve già badare con enormi sforzi, alle oltre 20.000 persone ritenute vicine all’islam radicale conosciute come “Fiche S”. L’INGEGNERE Qualche giorno fa la Corte penale di Parigi ha condannato il 51enne franco-tunisino Lotfi Souli e suo figlio 21enne Karim Souli rispettivamente a dieci e otto anni di carcere con l’accusa di «aver fatto parte di associazione criminale al fine di preparare atti di terrorismo». I due uomini, vennero arrestati l’8 maggio 2015 al confine turco-siriano e con loro c’era il secondogenito minorenne di Lotfi Souli (e fratello di Karim) Mohamed-Amine Souli. Lotfi e Karim Souli vennero accusati di essersi trasferiti (ottobre 2013) nei territori di guerra siriani e di aver aderito al gruppo salafita-jihadista Ahrar Al Sham dove vennero incorporati nella katibat (brigata) di Abu Jaber. Lotfi Souli e suo figlio non sono jihadisti qualsiasi, il padre descritto dagli inquirenti come «estremente pericoloso e sfuggente», è infatti laureato in ingegeneria elettronica e ha conseguito anche un dottorato in telecomunicazioni mentre Il figlio Karim, frequentava il primo anno di università. Lotfi Souli ha lavorato in passato per diverse imprese francesi come manager e le sue capacità, erano note agli addetti ai lavori. VACANZE A SORPRESA Souli è sicuramente migliore come ingegnere che come bugiardo; «io non volevo andare in Siria, all’epoca dei fatti io e i miei figli eravamo in vacanza in Turchia quando il pulmino sul quale eravano, ha accellerato fino a 180 km/h. Ero completamente sbalordito perché dopo pochi minuti eravamo a Raqqa senza volerlo». Il Presidente del Tribunale dopo averlo ascoltato gli ha ironicamente risposto; «immagino che sacrificio sia stato». Figura centrale nella radicalizzazione di Lotfi e Karim Souli fu Anass Belloum all’epoca 17enne, amico del giovanissimo Mohamed-Amine. Nei computer di Belloum, sequestrati, sono state rinvenute le comunicazioni e i video tra lui e la famiglia Souli, coi loro progetti terroristici. Lotfi Souli prima di partire svuotò i suoi conti correnti e quando venne arrestato aveva ancora con se più di 8000 euro e 3700 dollari in contanti ma non solo, aveva moltissima documentazione dello Stato islamico, manuali utili alla fabbricazione di esplosivi e notizie sulle rotte degli aerei e ricerche su Google Maps in merito alla posizione della Torre Eiffel e del ponte Jena a Parigi. Inoltre nei loro dipositivi elettronici, sono emerse le prove di ricerche in merito a sostanze chimiche oltre agli esercizi con simultatori di volo. Tutto il training aveva come scenario la Tour Eiffeil che era l’obbiettivo prescelto per un attacco.
La jihad si fa in famiglia: condannati padre e figlio(Libero 06.10.2018)
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