Allarme criminalità – L’Europa in ostaggio delle gang di musulmani (Libero.02.11.2018)

 

Migliaia di giovani immigrati creano società parallele, si scontrano con la polizia e diventano la manovalanza per i trafficanti di esseri umani, armi e stupefacenti. Se il terrorismo islamico fa paura all’Europa, cresce la preoccupazione per bande giovanili e gang criminali emergenti. Ad alimentarne il business non ci sono solo le droghe, ma anche le estorsioni, il traffico di armi, di esseri umani e il racket della prostituzione per centinaia di milioni di euro.

Come per l’estremismo islamico, le radici del problema affondano nel tempo. In Danimarca, Norvegia, Finlandia, Olanda, Svezia, Spagna, Germania, Francia e Inghilterra tutto coincide con le ondate migratorie degli anni 60-70 da Medio Oriente e Nordafrica, che popolano le «no-go zone», dove vivono milioni di esseri umani, spesso organizzati in società parallele, dove la religione islamica è il solo collante. Strade e piazze danesi sono diventate dal 2009 il campo di battaglia delle gang criminali più forti del paese. Tra le meglio organizzate ci sono Brothas in larghissima parte immigrati, Loyal to Familia – “fedele alla famiglia” i Værebros Hårde Kerne e i loro alleati Satudarah.In totale gli affiliati a gang in Danimarca sarebbero più di 2.000 e nelle carceri ce ne sarebbero altri 500. Nel 2017 ci sono state 60 sparatorie con 64 feriti. Nel 2018, dopo un periodo di calma, nei distretti di Nørrebro, Herlev e Ishøj è ricominciata la guerra.

LE ZONE A RISCHIO

Nella gelida Finlandia sono in costante aumento anche i reati commessi dai minorenni singoli o in gangs, tanto che la politica si interroga se abbassare da 15 a 12/13 anni l’età minima della responsabilità penale. Nella ricca Norvegia, dalla fine degli anni 70 gli immigrati pachistani divisi in gang e i loro avversari Crips e i Bloods, hanno generato non pochi problemi. Oggi a Oslo si contano 190mila immigrati su 648mila abitanti, quasi il 30% della popolazione (con punte del 50% in alcuni sobborghi). Le gang pakistane fanno paura, solo nel 2017 ci sono stati 200 arresti. Le stesse problematiche le vive l’Olanda con gang composte in prevalenza da marocchini, che in alcuni casi hanno fatto il salto di qualità aderendo alla Mocro mafia, che opera nel più grande mercato europeo degli stupefacenti, e negli ultimi 10 anni ha lasciato a terra 20 morti ammazzati solo ad Amsterdam.

Altro paese investito dal fenomeno è la Svezia, che ha visto aumentare in breve tempo il numero delle «no-go zone» passate da 53 (2016) a 61 (2018). Le più celebri sono a Stoccolma, Malmö e Göteborg. Qui giovani immigrati di religione islamica (molti somali) sfasciano tutto attaccando la polizia e colpiscono con sassi e molotov medici, infermieri e pompieri. Se la passa male anche la Catalogna. I Mossos d’Esquadra stimano in 2.000 i membri di gangs divisi in “bandas “o “pandillas” vedi i Latin Kings, Nietas, Black Panthers, Vatos Locos, Maras Salvatrucha (M13) e altre.

IL RACKET TEDESCO

In Germania ci si confronta con la presenza di bande di immigrati mediorientali presenti ovunque che si occupano di racket, estorsioni, riciclaggio di denaro sporco, sfruttamento e traffico di esseri umani, armi e droga. Nel Nord Reno-Westfalia a Duisburg e a Laar, dettano legge i libanesi, mentre a Gelsenkirchen sono clan curdi, balcanici, libanesi e turchi a competere per la supremazia. Lo stesso accade a Düsseldorf, Naumburg, Mülheim, Monaco di Baviera e Brema. A Berlino, bande di ceceni controllano i quartieri di Charlottenburg, Kreuzberg, Moabit, Neukölln e Wedding.

Anche il Regno Unito si confronta con la guerra tra gang, nella quale si utilizza pure acido muriatico. A Londra si contano almeno 225 bande criminali e a Liverpool, Manchester o Birmingham non va certo meglio.

Cosa accade nelle banlieue francesi è ormai noto, più di 5 milioni di persone si arrangiano come possono e la strada della criminalità per giovani senza prospettive, è tracciata fin dalla nascita. Ad aggravare la situazione c’è la penetrazione dell’islam rigorista che ha colmato il vuoto creato dalle istituzioni. Per la Francia è una corsa contro il tempo, o si cambia o nei prossimi cinque anni il Paese esploderà.

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