Un drone americano mette fine alla corsa del jihadista tedesco Christian Emde

Ci ha pensato ancora una volta un drone americano ad eliminare uno dei foreign fighters europei più’ famosi. Stavolta si tratta di Christian Emde – Abu Qutada “ il jihadista oversize” (pesava più’ di 150 kg) è stato ucciso nel corso di un raid in Siria alle fine del 2018. La conferma è arrivata da tre jihadisti tedeschi detenuti dalle milizie curde. Christian Emde si era convertito e radicalizzato nel 2010 in una moschea di Solingen poi nel 2011, venne arrestato e condannato a 16 mesi di carcere perché trovato in possesso di documenti utili per costruire bombe. Venne estradato in Germania e una volta uscito dal carcere, spari’ dalla circolazione. Riapparve nel 2014 in Siria dove si fece intervistare dal giornalista tedesco Jürgen Todenhöfer al quale disse che “lo Stato islamico, come viene chiamato, è molto più forte, molto più pericoloso, molto più intelligente di quanto pensano i nostri politici occidentali” poi dopo aver minacciato la Germania, annuncio’ “la precoce conquista dell’Europa”.A telecamere spente “il jihadista oversize”, non riusci’ a nascondere la propria delusione per il fatto che non venisse mai mandato al fronte (a causa del suo peso), e che gli fossero lasciate solo incombenze amministrative e di propaganda. Con il progressiva penuria di combattenti anche il 30enne di Solingen, venne mandato a combattere nei pressi del villaggio di Shafa (Siria orientale) dove pero’ lo stava aspettando un drone che lo ha incenerito mentre tentava la fuga su uno scooter. In ogni caso i satelliti, i droni comandati dai centri di comando-controllo americani sono stati e sono tutt’ora, i veri protagonisti nella guerra al terrorismo. Furono i satelliti e i droni che identificarono il nascondiglio pakistano di Osama bin Laden Sempre i droni vennero utilizzati  il 30 settembre 2011 per volere di Barack Obama, che diede l’ordine di colpire nell’ambito della “ Operation Troy”, Anwar al-Awlaki, predicatore di origine yemenita primo cittadino americano a finire nella speciale “kill list” del Pentagono. L’utilizzo di queste micidiali, silenziose, ed efficacissime armi da parte dei governi occidentali, è oggetto di innumerevoli controversie. Hanno suscitato moltissime polemiche anche le morti nel 2015 di Reyaad Khan, cittadino britannico e di Adam Gadahn e Ahmed Farouq, entrambi con passaporto USA e altissimi esponenti di al-Qaeda. L’efficacia dei droni ha spinto anche gli islamisti a dotarsi di questi strumenti. Ad esempio, è provato che i terroristi di Hamas e quelli di Hezbollah, utilizzino droni di fabbricazione iraniana per monitorare le attività dell’esercito israeliano ch li abbatte con una certa regolarità. Anche lo Stato islamico fin dal 2014, ha utilizzato i droni per la raccolta di informazioni e per realizzare i video dei loro attacchi da utilizzare come propaganda. I tentativi di sorvegliare le frontiere, di consegnare armi o di condurre attacchi chimici- batteriologici nel “Siraq”, si sono scontrati con la netta superiorità della coalizione guidata dali americani. I jihadisti pero’ non si sono arresi, nell’ottobre del 2016 un drone jihadista, ha condotto un attacco “ artigianale” contro una postazione curda uccidendo due soldati. Un fatto che è stato esalato nei filmati di propaganda che hanno raccontato anche deii progressi ottenuti nel 2017 ma soprattutto nel gennaio 2019 dove in un video soldati curdi, hanno raccontato di esersi trovati di fronte un drone che li bombardava. Fin qui il Medio Oriente e l’Europa? Nel 2018 il rapporto del “Combatting Terrorism Center” di West Point intitolato “The Islamic State and Drones”, descrive uno scenario decisamente piu’ preoccupante; i jihadisti oggi sono in grado di acquistare droni sempre piu’ sofisticati in India, Bangladesh, Spagna, Danimarca e Gran Bretagna.

Che la situazione stia mutando anche in Europa lo si è capito il 26 settembre 2018 con l’operazione del servizio segreto danese P.E.T (Politiets Efterretningstjeneste) che ha arrestato 2 persone che avevavo acquistato dei droni da spedire in Siria ma anche di voler attentare nella capitale danese. Non è mai stato chiarito se il caso fosse collegato all’operazione del 2017 dove venne arrestato sempre a Copenaghen, un 28enne con contatti in Siria trovato in possesso di componenti utili alla costruzione di droni. Tutti i segnali che arrivano dalle agenzie di intelligence internazionale ci dicono che dobbiamo aspettarci in futuro, attacchi con droni anche nelle città europee. Questo senza contare che già oggi qualcuno, sta già facendo le prove attorno a qualche aereporto.

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