E’ morto Michael Skråmo il jihadista scandinavo più conosciuto e pericoloso.

Tra le molte vicende umane che si sono consumate durante l’assedio finale al villaggio di Baghouz ultimo bastione siriano dello Stato islamico, c’è quella di Michael Skråmoil jihadista scandinavo più conosciuto e pericoloso. Si è tornato a parlare di lui proprio nei giorni nei quali la Svezia ha proposto di istituire un tribunale internazionale per giudicare i foreign fighters andati a combattere nel “Siraq”. Per la Svezia l’estremismo islamico diffusosi negli anni con l’arrivo di migliaia di rifugiati provenienti dai Balcani, dalla Somalia, dall’Irak, dalla Siria, dal Pakistan, dal Bangladesh, dall’Afghanistan e da molti altri paesi del Magreb, è diventato un problema di enormi proporzioni viste anche le politiche multiculturaliste spinte adottate dai governi rosso-verdi negli ultimi decenni. Politiche che hanno fatto si che la Svezia cambiasse rapidamente volto con moschee che spuntarono ovunque e quartieri a netta maggioranza straniera spesso musulmana, divenuti tristemente celebri come “no go areas” con Stoccolma, e Malmöe a contendersi il triste primato della situazione più critica. Oggi in Svezia si contano almeno 55 aree urbane dette no-go areas,una sorta di copia delle tristemente note “ZUS” francesi (Zone urbaine sensible), dove persino le ambulanze, i pompieri e gli addetti alla consegna della posta possono accedere solo se scortati dalla polizia che viene accolta sempre con lancio di pietre e biglie di ferro e, non di rado, con colpi di armi da fuoco.A peggiorare le cose c’è poi la pervasività della Fratellanza musulmana che ha messo solide radici nella classe politica svedese ( specie nei Verdi ) e che ha impedito fino ad ora, un deciso cambio di paradigma politico.

 Il caso Kaplan

Mehmet Güner Kaplan “Ministro dell’edilizia abitativa e dello sviluppo urbano” per il Partito dei Verdi svedesi dal 2014 al 2016, venne costretto alle dimissioni per i suoi rapporti con l’estremismo islamico. Il caso scoppio’ quando alcuni media svedesi pubblicarono delle foto nelle quali Kaplan era ritratto durante una cena con alcuni ultranazionalisti turchi tra i quali Barbaros Leylani vice presidente dell’Associazione nazionale turca in Sveziae noto negazionista del genocidio degli armeni. Di seguito emersero i legami di Mehmet Güner Kaplan, con il governo turco ed in particolare con l’AKP di  Recep Tayyip Erdoğan. A rivelare queste “relazioni pericolose” fu il giornale svedese “Svenska Dagbladet“ che il 17 Aprile del 2016, pubblico’ tutta una serie di dichiarazioni antisemite di Kaplan. Il 18 Aprile 2016 Mehmet Güner Kaplan (sopra nella foto con la moglie Feride) travolto dalla polemiche, si dimise dall’incarico.

Le partenze dalla Svezia per il “Siraq”

Con il dilagare delle organizzazioni salafite in Svezia alla nascita del califfato (2014), il trend delle partenze per andare a combattere la jihad iniziato negli anni ’90, si è consolidato tanto che dal 2014, piu’ di 300 cittadini svedesi sono partiti per la Siria e si sono uniti ai jihadisti dell’Isis. Molti sono morti in battaglia ma almeno 120 di loro sono tornati a casa e rappresentano una minaccia costante alla sicurezza nazionale. Per tornare alla storia Michael Skråmo cittadino norvegese-svedese, è arrivata negli scorsi giorni la conferma della morte avvenuta durante la cruenta battaglia durata settimane, tra la coalizione e gli ultimi jihadisti. L’uomo si era convertito all’Islam nel 2005 e dopo aver viaggiato molto nel mondo islamico in particolare nello Yemen, era diventato uno dei più violenti predicatori attivi in Svezia. In seguito MichaelSkråmo nato e cresciuto nella città svedese di Göteborg, divenne uno dei propagandisti più attivi dell’Isis, gruppo per il quale ha pubblicato numerosi video dalla Siria nei quali invitava i cittadini scandinavi a trasferirsi a Raqqa o a commettere attacchi in Svezia o in Norvegia con queste parole; “Abbiamo bisogno che tu venga qui e sostenga la religione di Dio” Con il nome di “Abo Ibrahim Al Swedi”, si era trasferito a Raqqa, un tempo capitale dell’Isis, nel settembre 2014 con la giovane moglie e loro due figli. Poi negli anni trascorsi nel “Siraq” i figli sono diventati sette, tutti di età compresa tra uno e gli otto anni. I bambini che in precedenza avevano perso la madre anch’essa jihadista, ora si trovano in uno dei campi di prigionia gestiti dalle milizie curde e nessuno puo’ immaginare cosa sarà di loro. Di Abo Ibrahim Al Swedi si erano perse per lungo tempo le tracce poi agli inizi di marzo 2019, si era improvvisamente diffusa la notizia che Skråmo era stato ferito nella Siria orientale ed era nelle mani delle milizie curde. La famiglia con la quale era rimasto in contatto, ha sperato a lungo che facesse quello che gli avevano chiesto; ovvero consegnare i suoi figli alla coalizione in modo che potessero tornare in qualche modo in Svezia dalla nonna. Qualche giorno fa la famiglia ha reso noto invece che il 33enne di Göteborg, è deceduto a causa delle gravi ferite riportate in battaglia. La madre in una e-mail inviata ad una televisione svedese ha scritto; “È impossibile descrivere il dolore che proviamo”. Adesso l’opinione pubblica svedese si interroga su futuro di questi bambini condannati a vivere all’inferno proprio dai loro stessi genitori.

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