Espulsi dallo Sri Lanka 200 predicatori islamici estremisti

Non si fermano nello Sri Lanka le indagini sui drammatici attentati che hanno insaguinato la Pasqua e che ancora tengono il Paese con il fiato sospeso per il timore di nuovi attacchi. Il bilancio dopo le nuove stime, parla di 257 vittime e centinaia di feriti. Tantissimi purtroppo i bambini e gli adolescenti deceduti durante gli attacchi; secondo l’Unicef sono 45 i minorenni morti negli attacchi alle chiese e negli hotel. A loro vanno anche aggiunti i due bambini di uno degli otto kamikaze, che la madre ( anch’egli suicida) durante una perquisizione della polizia, ha fatto esplodere. Le indagini hanno chiarito che gli attacchi erano stati pianificati da oltre un anno ed è i terroristi avevano effettuato anche delle prove facendo esplodere delle auto, una moto e degli elettrodomestici. In una simulazione uno dei kamikaze (due del commando erano esperti di esplosivi, avrebbe perso le dita di una mano. E’ confermato che uno di loro si era radicalizzato in Australia (dove manteneva contatti con jihadisti locali), mentre sono emersi i contatti di un altro componente del commando con la Turchia, paese dove si sarebbe addestrato alle armi e agli esplosivi. A finanziare l’intera operazione terroristica ci hanno pensato i due kamikaze Inshaf e Ilham Ibrahim, figli di Mohammad Yusuf Ibrahim (ora in carcere con l’accusa di aver finanziato l’attentato), ricchissimo e noto industriale cingalese nel settore delle spezie, che venne premiato dall’ex presidente dello Sri Lanka per i suoi “notevoli servizi alla nazione”.Sulla figura di Zahran Hashimla mente degli attacchi e leader del gruppo salafita “National Thowheeth Jama’ath” fondato nel 2014, sono stati fatti molti approfondimenti che hanno provato le sue attività di predicazione violenta e i suoi propositi omicidi anche se ad oggi nessuno ha ancora risposto alla domanda piu’ importante ovvero: Chi lo ha protetto visto che erano note le sue folli idee e i suoi progetti ?

Tra arresti, dimissioni eccellenti, il divieto di portare il velo, la messa al bando delle TV del predicatore salafita indiano Zakir Naik e i veleni di ogni tipo che circolano ormai nei palazzi del potere della capitale Colombo, in poche settimane sono stati espulsi dallo Sri Lanka 600 cittadini stranieri tra i quali 200 predicatori islamici estremisti molti dei quali sprovvisti di permesso di soggiorno o scaduto da tempo.Un chiaro segnale di come il governo abbia sottovalutato ma c’è chi pensa (con qualche ragione) che abbia persino incoraggiato l’estremismo islamico diffusosi a macchia d’olio negli ultimi 30 anni nello Sri Lanka. Ora per sdradicare “la pianta del male” ci vorrano molti anni e una ferrea volontà di fermare gli islamisti che contrariamente a quanto sostenuto da molti frettolosi quanto disinformati commentatori della prima ora, sono ancora migliaia nello Sri Lanka. Sui buoni propositi sono in pochi ad avere dubbi ma sulle effettive volontà è lecito non nutrire troppe speranze.

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