Gianmarco Senna; “Siamo chiari e diretti, questo Imam candidato dei Fratelli Musulmani per la presidenza in Tunisia, non è il benvenuto a Milano”
Si terranno il prossimo 15 settembre 2019 in Tunisia, le elezioniche dovranno eleggere anche il successore alla presidenza della Repubblica di Mohamed Beji Caid Essebsi deceduto lo scorso 25 luglio 2019 al’età di 92 anni. La campagna elettorale per le presidenzali inizierà il 2 settembre 2019 e dovrà terminare alle ore 24.00 del 13 settembre 2019. Il successore di Essebsi verrà annunciato il 17 settembre 2019 ma fino al 21 ottobre termine ultimo per presentare eventuale ricorso, l’uffico del presidente della Repubblica di Tunisi resterà vuoto. Per le elezioni legislative invece, bisognerà attendere il 6 ottobre 2019. Per la prima volta nella sua storia i confronti tra i 26 candidati alle presidenziali avverrano anche in diretta televisiva sotto lo sguardo vigile dell’Alta autorità indipendente per la comunicazione audiovisuale (Haica) che dovrà verificare che non vi siano favoritismi o incitamento alla violenza religiosa. Tra i 26 candidati alle presidenzali c’è anche l’avvocato- imam Abdelfattah Mourou numero 2 della Fratellanza musulmana in Tunisia candidatosi per il partito islamico Ennahda (al-Nahḍa– la Rinascita). Sia in patria che all’estero, la campagna elettorale è entrata nel vivo con i candidati che alla ricerca dei consensi, si spostano anche nelle principali città europee per convincere gli immigrati tunisini a votarli. E qui cominciano le dolenti; Sabato 31.08.2019 alle ore 17.00, Abdelfattah Mourou terrà un comizio elettorale presso il “Teatro Menotti” di Milano dedicato ai connazionali immigrati nel Nord Italia.
Nei giorni successivi Mourou si sposterà a Catania, città dove è già stato piu’ volte e dove lo attendono una serie di personalità legate all’islamologo svizzero Tariq Ramadan, nipote del fondatore della fratellanza Hasan al-Banna. La presenza a Milano dell’islamista tunisino non puo’ che provocare sconcerto, rabbia e indignazione. Ma allora perché le autorità cittadine consentono ad un membro della Fratellanza musulmana, movimento internazionale impegnato nel promuovere quell’islam politico responsabile di tanti guai in Medio Oriente e non solo? Perché gli si consente di diffondere la loro ideologia del male? E perché consentire all’ennesimo lupo “vestito con il vello d’agnello” di usare il doppio linguaggio nel quale eccellono uomini come Tariq Ramadan (oggi accusato di vari strupri) e Youssef Al Qaradawi ? La scelta di Milano non è certo casuale, da tempo la Fratellanza musulmana, si è insinuata nelle istituzioni politiche milanesi aiutata da esponenti del Partito Democratico che ciechi e sordi davanti all’evidenza, hanno emariginato chi lanciava l’allarme sulle attività della Fratellanza nel capoluogo milanese. Sulla presenza di Abdelfattah Mourou a Milano il Consigliere Regionale della Lega Gianmarco Senna, Presidente della IV Commissione permanente (Attività produttive, istruzione, formazione e occupazione), ha le idee molto chiare: “Domani la nostra città sarà tappa di Abdelfattah Mourou, che al Teatro Menotti nel pomeriggio alle 17.00 , terrà una conferenza. Siamo chiari e diretti, questo Imam candidato di Fratelli Musulmani per la presidenza in Tunisia, non è il benvenuto a Milano. Rappresenta infatti una parte estrema dell’Islam, quellofondamentalista che va contro i diritti umani, contro la libertà e contro tutte le conquiste sociali ed umane fatte dall’Occidente. Tutti noi conosciamo le posizioni di questo partito islamista sulla condizione femminile, per esempio, e verso Israele. Non c’è spazio da noi per gente simile. Siamo per una integrazione che dia diritti e doveri paritari a tutti: l’Italia e Milano sono realtà aperte ma non verso chi porta solo violenza e ingiustizia. Occorre ricordare cheAbdelfattah Mourou era già stato a Milano nell’aprile del 2017 al “Festival della solidarietà col popolo palestinese” insieme all’esponente del MoVimento 5 Stelle Manlio Di Stefano attualmente Sottosegretario agli Esteri e da sempre ostile allo Stato di Israele ma non solo, Di Stefano è anche un sincero e appassionato ammiratore del Venezuela di Maduro e di altri dittatori del Sud America. Se dovesse davvero nascere in Italia un governo PD-5Stelle a festeggiare saranno in pochi, di sicuro lo faranno i Fratelli musulmani.
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