Arrestato il “Cassiere dell’Isis”, se parlasse potrebbe rivelare dove sono i soldi del Califfo.

Secondo l’ufficio stampa dell https://sdf-press.com/en/, nelle scorse ore è stato arrestato un altro membro della catena di comando del disciolto Stato islamico. Si tratta di Ahmed Mohammad Ahmed,conosciuto con l’alias di Abu Ref’a. L’uomo si è occupato a lungo della parte finanziaria dell’ISIS e nel tempo avrebbe ricoperto altre posizioni di livello nella gerarchia del gruppo terroristico. Per le sue attività è considerato un prigioniero di altissimo interesse visto che potrebbe rivelare se parlasse, a chi lo Stato islamico vendeva il petrolio, i reperti archeologici ma anche dove sono finiti tutti quei soldi. Ahmad Mohammed Ahmed si nascondeva tra la popolazione civile nei dintorni di Deir el-Zor in una zona fortemente popolata dopo essere fuggito qualche ora prima della caduta (marzo 2019) di Baghouz, ultima roccaforte dello Stato islamico. L’arresto di Ahmed Mohammed Ahmed è avvenuto nell’ambito di un’operazione speciale delle unità antiterroristiche che continuano a cercare Abū Bakr al-Baghdādī e gli uomini che sono riusciti almeno fino ad ora, a garantirgli la latitanza. L’arresto di Ahmed Mohammed Ahmed è avvenuto nell’ambito di un’operazione speciale delle unità antiterroristiche che continuano a cercare Abū Bakr al-Baghdādī e gli uomini che sono riusciti fino ad ora, a garantirgli la latitanza. Nel luogo dove è stato arrestato Ahmed sono stati ritrovati soldi, armi e molti documenti che che potrebbero rivelare la mappa aggiornata delle cellule ancora attive nel “Siraq”. Secondo le ultime stime della CIA confermate anche da altre agenzie di intelligence , l’Isis potrebbe contare ancora su 14.000 jihadisti che si stanno rapidamente riorganizzando sul territorio del “Siraq”.

I campi di prigionia incubatori dell’odio

Recenti rapporti del Pentagono e delle Nazioni Unite affermano che mentre è improbabile che lo Stato islamico possa ricostruire un’entità statuale come in passato, la possibilità che in Iraq vi sia una nuova insurrezione è altamente probabile . C’è grandissima preoccupazione poi per la situazione esistente nei campi profughi uno su tutti quello di “al Hawl ” che si trova nel Governatorato orientale di “al-Hasakah”, nel nord-est della Siria. Le relazioni dell’intelligence USA descrivono come “DAESH sia attivo nel campo profughi attraverso i prigionieri e i loro familiari che stanno usando il campo incubatore per la prossima generazione di estremisti”. Dal 2016 il campo di al-Hawl ospita circa 10.000 iracheni e siriani fuggiti dall’Isis. Durante l’assedio e la battaglia finale di Baghuz il campo è stato raggiunto da  64.000 donne e bambini, la maggior parte dei quali ha legami con il gruppo jihadista. A controllarli ci sono solo sono 400 guardie “che devono sorvegliare migliaia di individui vendicativi pronti ad attaccare i soldati curdi e gli operatori umanitari, nonché chiunque nel campo che non obbedisca alle rigide regole di dell’Isis o chiunque ia sospettato di essere un spia degli americani o delle forze democratiche siriane”. 

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