Il tribunale di Copenaghen (Danimarca) lunedì scorso, ha ritenuto tre uomini colpevoli (due di loro con passaporto danese) di aver formato una cellula terroristica che aveva come finalità quella di comprare droni (oltre a strumenti, termocamere e altri accessori) per conto dello Stato islamico. Dopo la condanna a sei anni di reclusione i tre verranno espulsi verso il paese di origine mentre è già iniziato per due di loro l’iter per la revoca della nazionalità danese.
I droni di fabbricazione cinese dopo l’acquisto, venivano smontati e spediti in Siria e in Iraq attraverso una serie di complesse triangolazioni in tutto il mondo in modo da non destare troppi sospetti. Giunti a destinazione i pacchi (con all’interno i componenti) venivano rimontati e utilizzati per condurre attacchi mirati contro i curdi e gli yazidi. Il traffico sarebbe durato dal 2013 al 2017. Non c’è solo lo Stato islamico interessato all’acquisto di droni, anche l’organizzazione terroristica HAMAS attiva nella Striscia di Gaza ne fa da qualche tempo, largo uso. A loro vanno aggiunti anche i terroristi di Hezbollah che se li costruiscono da soli (per il momento solo ad ala fissa), tentando di attaccare lo Stato di Israele.
E dove acquistano i componenti per costruirsi i droni gli Hezbollah? Secondo il Ministero della Giustizia americano in Europa ma non solo; ad esempio i fratelli libanesi Usama Darwich Hamade e Issam Darwich Hamade ( entrambi oggi in carcere in Sud Africa) e Samir Ahmed Berro ( latitante) tra il 2009 e il 2013, acquistarono un gran numero di componenti per l’organizzazione terroristica libanese.
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