Venti terroristi islamici arrestati In Danimarca, la cellula preparava un attentato a Copenaghen

La polizia danese ha reso noto di aver arrestato mercoledi 11 dicembre 2019  “circa 20 persone” tutte sospettate di essere coinvolte nella progettazione di un clamoroso attentato terroristico. L’operazione contro il terrorismo islamico è scattata all’alba in tutta la Danimarca, Flemming Drejer, capo operativo del servizio di sicurezza e intelligence della Danimarca, ha affermato che i sospetti “erano guidati da un movente islamista militante. Alcuni di loro si erano procurati materiali per fabbricare esplosivi e hanno cercato di comprare armi“. Venti le case perquisite dai sei dipartimenti di polizia coinvolti nell’operazione antiterrorismo alla quale hanno preso parte anche gli uomini del” Politiets Efterretningstjeneste” (P.E.T. – Servizio di Sicurezza interno). Gli inquirenti non hanno fornito altri dettagli sull’operazione e non sono stati resi noti gli obbiettivi dell’attentato sventato.

Nel corso della conferenza stampa gli inquirenti hanno comunicato di aver sventato numerosi attacchi terroristici negli ultimi anni molti dei quali legati ancora alla pubblicazione nel 2005 delle caricature di Maometto pubblicate il 30 settembre 2005 sul quotidiano danese “Jyllands-Posten” che scatenarono una serie di violente proteste nel mondo islamico. Tra le dodici illustrazioni satiriche sull’islam c’era una vignettta dove il profeta Maometto, era stato raffigurato con una bomba al posto del turbante.  Nel corso degli ultimi anni la Danimarca che è stata presa d’assalto da migliaia di rifugiati o migranti economici nel 2014 l’immigrazione ha toccato un picco storico: quasi 65mila arrivi (+15% rispetto al 2013), dei quali oltre 5mila provenienti dalla Siria, ha visto il moltiplicarsi di moschee e associazioni islamiche che nel tempo sono finite sotto l’influenza della Fratellanza musulmana o dei salafiti. Molto attivo “Hizb ut-Tahrir” gruppo radicale presente in molti paesi che ha come  scopo è la formazione di un califfato che unifichi la comunità musulmana. L’organizzazione è stata messa fuori legge in Russia, Germania, Giordania, Uzbekistan e in molti paesi arabi. l’American Islamic Forum for Democracy, organizzazione musulmana statunitense, l’ha definita come «una delle più storiche e importanti organizzazioni per il jihadismo, dedita all’indottrinamento e al reclutamento di futuri terroristi, soprattutto fra i ragazzini tra i nove e i diciotto anni». Sempre negli Usa, l’ex pubblico Ministero federale Andy Mccarthy, autore del libro “Willful Blindness “Cecità volontaria”, ha dichiarato: Hizb Hut-Tahrir è una delle più crudeli versioni dei fratelli Musulmani. i suoi affiliati sono l’anima ideologica della violenza, anche se raramente la praticano in prima persona. Molti dei loro seguaci in un secondo tempo finiscono per passare a far parte di gruppi terroristici come al Qaeda. Il loro metodo è l’indottrinamento e la propaganda, secondo i peggiori principi fondamentalisti salafiti che includono la lotta armata. i fratelli Musulmani e Hizb ut-Tahrir, tramite gli aiuti finanziari sauditi, si sono infiltrati profondamente nel nostro paese e hanno ormai coltivato due generazioni di attivisti perfino nelle università americane. Sono molto bene organizzati e disciplinati. Adesso occorre vigilare anche sul nostro sistema costituzionale, poiché i loro avvocati, grazie a buchi dell’ordinamento democratico, sono in grado di evitare qualsiasi persecuzione giuridica dei loro assistiti grazie a sofisticati cavilli legali. dobbiamo stare in guardia di fronte a queste presunte organizzazioni islamiche “moderate”.

Hizb Ut-Tahrir vorrebbe creare una sorta di super-stato che includa i paesi a maggioranza musulmana e chi si estenda poi dal Marocco all’africa occidentale, all’Europa, al sud delle filippine e in asia orientale. Questa specie di leviatano islamico al quale mira l’organizzazione, è fondato sulla Sharia e deve portare la da’wah dell’islam nel resto del mondo. In Danimarca è stato a lungo attivo anche il gruppo “Millatu Ibrahim”, che dal 2012 è stato messo fuori legge in Germania e che nel 2013 ha visto l’arresto dei suoi vertici grazie a una serie di operazioni di polizia. Nel 2014 “Millatu Ibrahim” è arrivato in Danimarca con il jihadista Abu Abdurrahman, che nel settembre di quell’anno ha postato su YouTube un video girato a Aarhus (la seconda città più grande della Danimarca) nel quale ha magnificato – in arabo e danese – le imprese del defunto califfo Abu Bakr Al Baghdadi e quelle di Abu Musab Al Zarqawi, il leader di Al Qaeda in Iraq ucciso dagli americani nel 2006.

La logica conseguenza di tutto questo è stata che dalla Danimarca sono partiti piu’ di 150 “foreign fighters” (10% erano donne)  tra i quali molti convertiti danesi. Almeno 30 di sono morti alcuni in attacchi suicidi. Anche se la maggior parte si è unita allo Stato islamico, non mancano coloro che hanno scelto “Al Qaeda”, il Fronte Al Nusra o altri gruppi minori.A proposito di “scrocconi islamici” la stampa danese scopri’ nel 2014 la storia di 28 foreign fighters danesi, che per mesi combatterono nel “Siraq” incassando la rendita di disoccupazione a Copenaghen pari a 108 euro al giorno per un massimo di 24 mesi (rendita tra le piu’ alte al mondo). L’operazione dello scorso 11 dicembre 2019 arriva dopo che Il tribunale di Copenaghen alla fine di Novembre, ha ritenuto tre uomini colpevoli (due di loro con passaporto danese) di aver formato una cellula terroristica che aveva come finalità quella di comprare droni (oltre a strumenti, termocamere e altri accessori) per conto dello Stato islamico. Dopo la condanna a sei anni di reclusione i tre verranno espulsi verso il paese di origine mentre è già iniziato per due di loro l’iter per la revoca della nazionalità danese. In precedenza un tribunale danese all’inizio di quest’anno ha condannato un richiedente asilo siriano che viveva in Svezia, ad una pena detentiva di 12 anni di carcere “per aver pianificato di far esplodere una o più bombe a Copenaghen e accoltellare persone a caso con coltelli da cucina”. Il 32enne Moyed Al Zoebi, ha agito a nome del gruppo dello Stato islamico, secondo il tribunale della città di Copenaghen. Al Zoebi aveva un complice, Dieab Khadigah, che è stato condannato in Germania nel luglio 2017 a una pena detentiva di sei anni e mezzo di reclusione.

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