Arrestati a Mosca cinque terroristi islamici. Progettavano degli attacchi durante il Natale.

Cinque sospetti terroristi dell’ISIS che stavano preparando degli attacchi nella capitale russa, sono stati arrestati all’interno del centro commerciale “Evropeisky di Mosca. Secondo quanto riferito dalle autorità russe, gli obbiettivi della cellula erano una scuola e una stazione di polizia che sarebbero stati colpiti durante il periodo natalizio. Non è chiaro pero’ se anche il grande centro commerciale di Mosca fosse un loro obiettivo ed è possibile che si trovassero tutti insieme al suo interno per studiare la stuttura.

I servizi segreti russi (FSB) hanno affermato che “i dispositivi di comunicazione con le istruzioni degli emissari dell’organizzazione terroristica internazionale ISIS sono stati sequestrati agli indagati durante il fermo. Aggiungendo in una nota successiva che” è stato trovato un deposito di armi, che conteneva un fucile Kalashnikov, una pistola Makarov, munizioni e un dispositivo esplosivo improvvisato”. Il leader della cellula terroristica si chiama Idris Alibekov ha 23 anni ed è nativo del Daghestan, degli altri quattri non è stata resa nota l’identità se non che due di loro sono cittadini russi. Idris Alibekov secondo quanto è emerso dalla prime indagini, lavorava come guardia di sicurezza in una bar-caffetteria di Mosca.

L’anno che sta per concludersi ha visto le forze di sicurezza russe molto impegnate nel contrasto al terrorismo di matrice islamica, gli attentati sventati dagli uomini dell’FSB nel 2019 sarebbero stati 30 mentre non si contano le operazioni antiterrorismo in Russia, nel Daghestan, in Cecenia e nel Caucaso del Nord, tutti territori molto permeabili all’estremismo islamico visto che dalla Russia e dalle Repubbliche ex sovietiche sono partiti secondo le ultime stime, 8.717 combattenti per il “Siraq” dei quali 641 sono tornati a casa.

La Russia contrariamente a quanto fanno altri paesi, pare incurante dei rischi che rappresentano i “foreign fighters di ritorno” e dello loro famiglie, infatti il Cremlino si è adoperato per far rientrare 122 minori  e starebbe per riportare a casa altre 2.000 donne e bambini con passaporto russo. In tal senso il direttore del “Federal’naja služba bezopasnosti” (FSB) Alexander Bortnikov, lo scorso mese di novembre ha messo in guardia il governo dal pericolo per la sicurezza della Russia rappresentato dalla “dottrina del ritorno”; ovvero dal rientro in patria di coloro che sono partiti per la loro “guerra santa” e dei loro familiari dei quali nessuno, puo’ conoscere il grado di pericolosità. A proposito dei servizi segreti russi ha un nome l’uomo con con barba e occhiali che ha lo scorso 19.12.2019 al termine della conferenza di fine anno del presidente russo Vladimir Putin, ha iniziato a sparare vicino alla sede dei Servizi Federali di Sicurezza (Fsb), in piazza della Lubyanka colpendo tre membri delle forze di sicurezza russe: due di loro, sono purtroppo deceduti mentre i feriti sono cinque. Si tratta del 39enne Oleg Solovich ex guardia di sicurezza che secondo un tabloid russo che ha intervistato la madre, “conversava al telefono, in inglese, con alcuni arabi”. Sempre secondo la stampa russa che ha intevistato un istruttore di tiro a segno sarebbe stato “ un pessimo tiratore, non era bravo a sparare“.

Nella sua casa di Mosca sono state ritrovate sette pistole, tutte regolarmente detenute. La vicenda subito sparita dalla prime pagine dei giornali russi che sanno bene come compiacere il Cremlino, finirà come tutte le altre volte. Nel nulla.

@riproduzione riservata

Leave a reply:

Your email address will not be published.

Site Footer