Medio Oriente, il piano di pace di Donald Trump e l’occasione da cogliere

Il Presidente americano Donald Trump ha presentato ieri la sua proposta per raggiungere la pace in Medio Oriente. Secondo Trump “Il piano renderà la regione più sicura e prospera. Tutte le precedenti amministrazioni, fin da Lyndon Johnson, hanno tentato di trovare un accordo per la pace in Medio Oriente, ma hanno fallito miseramente. La mia visione della pace è fondamentalmente diversa dalle proposte precedenti”. Il piano è molto dettagliato. Come ho visto nel corso della mia lunga carriera, i problemi complessi hanno bisogno di rimedi basati sui fatti. Per questo la nostra proposta fornisce soluzioni tecniche precise per rendere gli israeliani, i palestinesi e la regione più sicuri e molto più prosperi“. Ma cosa c’è dentro questo piano curato da Jared Kushner senior advisor del Presidente USA e marito di Ivanka Trump?Durante la conferenza stampa, alla quale ha partecipato anche Benjamin Netanyahu, Trump è entrato in qualche dettaglio delle 80 pagine nelle quali si declina la proposta di accordo. Innanzitutto Gerusalemme resta la capitale indivisibile di Israele, mentre il futuro Stato palestinese potrà stabilire la capitale nei quartieri arabi della città dove gli Stati Uniti apriranno la loro ambasciata. Regala si agli israeliani la possibilità di estendere la sovranità alle colonie in Cisgiordania, ma obbliga lo Stato ebraico a congelare la costruzione di insediamenti nei territori arabi per quattro anni assicurando ai palestinesi lo stesso periodo di tempo per negoziare i dettagli dell’intesa: “Se accettate, la porzione sotto il vostro controllo raddoppierà”. Nel documento ci sono anche “investimenti per 50 miliardi di dollari a favore dei palestinesi. Ci sono molti stati pronti a investire” denaro che consentirebbe di cambiare per sempre il futuro dei palestinesi che vedrebbero finalmente la possibilità di rendere prospere le loro terre.

Secondo il Presidente americano questo piano “raddoppierà il territorio palestinese e si tratta di un’opportunità storica per i palestinesi di ottenere uno Stato indipendente. Dopo 70 anni di piccoli progressi, questa potrebbe essere la loro ultima occasione e non aumenterà i rischi per la sicurezza dello Stato di Israele in alcun modo e nessuna famiglia palestinese o israeliana sarà sradicata dalla propria casa”. Il premier israeliano si è espresso favorevolmente nei confronti della proposta parlando “dell’inizio di un viaggio straordinario”. Aggiungendo che “questo piano garantirà a Israele la sovranità sulla Valle del Giordano. Troppi piani precedenti avevano cercato di spingere Israele a ritirarsi dai territori fondamentali. Ora invece si riconosce che Israele deve avere la sovranità della Valle del Giordano e di altre aree strategiche della Giudea e della Samaria, in zone che permettano ad Israele di potersi difendere”. Gli Usa, riconosceranno le colonie nei territori come parte di Israele e secondo il piano i rifugiati palestinesi non avranno diritto al ritorno in Israele“. Netanyahu è quindi “ pronto a negoziare con i palestinesi un cammino verso un futuro Stato”, ma a condizione che questi riconoscano Israele come Stato ebraico”. E che ne pensano i palestinesi? Per il leader palestinese Abu Mazen  “Gerusalemme non è in vendita e i nostri diritti non si barattano” mentre il portavoce di Hamas Sami Abu Zuhri, ha dichiaro all’agenzia stampa Reuter, “ il piano è aggressivo e provocherà molta ira, la parte che riguarda Gerusalemme, non ha senso. Gerusalemme sarà sempre una terra per i palestinesi, che fronteggeranno questo piano e Gerusalemme resterà sempre terra palestinese” quindi chiusura totale. Sempre alla Reuters Hussam Badran dirigente di Hamas ha comunicato “che venerdì è stata indetta una giornata della collera contro il piano che si prefigge di liquidare la causa palestinese. La resistenza armata difenderà i diritti dei palestinesi”. La giornata è continuata a Ramallah (Cisgiordania) e nella Striscia di Gaza con le consuete e tristi manifestazioni dove sono state bruciate bandiere americane e le foto di Trump e di Netanyahu. Cosa accadrà ora ? Difficile dirlo, quello che è sicuro è che il gruppo di potere rappresentato da Abu Mazen che vive nel lusso a dispetto delle migliaia di palestinesi in miseria non avallerà mai nessun piano di pace. La loro esistenza, le loro Mercedes, le ville lussuose dove vivono e le loro cene pantagrueliche mentre fuori fanno la fame e bruciano le bandiere, finirebbero.  Lo stesso vale per Hamas; con la pace niente armi, niente finanziamenti obliqui dall’Europa, niente soldi dal Qatar e dalla Turchia ma soprattutto niente piu’ potere di vita o di morte nei territori palestinesi. L’unica speranza sono i giovani palestinesi, sono loro che dovrebbero essere stufi di vivere da ultimi per colpa di satrapi come Abu Mazen sempre piu’ pingue ed elegante, solo loro possono cacciare chi ne sfrutta il dolore da decenni senza mai fare nulla per la pace. Forse questo piano non è il migliore della storia come dice Donald Trump, ma è reale ed è davvero l’ultima occasione da cogliere.

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