Secondo l’autorità di vigilanza della Procura federale (AV-MPC) il procuratore generale Michael Lauber, che guida la Procura generale della Confederazione dal 2011, «ha ripetutamente detto il falso, ha agito in modo sleale e ha violato il codice di condotta del Ministero pubblico della Confederazione (MPC) in modo gravemente negligente». Ma non solo: durante gli approfondimenti iniziati nello scorso mese di maggio sono emerse altre gravi violazioni. Una su tutte: quella di aver ostacolato le indagini sugli incontri avuti con il presidente della FIFA Gianni Infantino tra il 2016 e il 2017. La nota dell’AV-MPC rimarca anche come Michael Lauber «non vede la scorrettezza del suo operato e denota una concezione fondamentalmente erronea della propria professione». Ora il procuratore generale, che è stato punito con una sanzione disciplinare che fa sorridere (gli verrà tolto l’8% dello stipendio), potrà ricorrere contro la decisione restando però al suo posto riconquistato nel settembre scorso grazie all’Assemblea federale, che lo rielesse per il periodo 2020-2023 con soli sette voti di scarto. La rielezione di Lauber avvenuta con un margine di voti così risicato e arrivata grazie al sostegno di PLR, UDC e PS, aveva mostrato chiaramente quanto la fiducia e la credibilità personale del procuratore generale fossero quantomai appannate. Ma non solo: anche il meccanismo di nomina e di controllo sull’MPC hanno mostrato di non funzionare più. Senza voler entrare nello specifico della vicenda degli incontri avuti da Lauber con il presidente della FIFA, alcune domande sorgono spontanee: come può restare al proprio posto il capo dell’MPC che «ha oltretutto ostacolato l’indagine dell’AV-MPC, influenzando personalmente la gestione delle richieste di informazioni e di edizione degli atti dell’autorità di vigilanza all’interno della Procura federale per farle illecitamente respingere oppure per trascinarle per le lunghe»? Quale credibilità potrà mostrare ad esempio all’estero dopo che in patria è stato ritenuto colpevole di «condotta sleale e di aver utilizzato informazioni non veritiere»? Comunque andrà a finire questa vicenda, l’amministrazione della giustizia, le istituzioni e la politica ne escono con le ossa rotte perché la fiducia e la credibilità nel Ministero pubblico della Confederazione sono andate in pezzi. Si sapeva che sarebbe finita così: allora perché continuare a puntare su un’anatra zoppa? Misteri bernesi. Alla politica ora tocca il compito di ridare alle istituzioni la dignità che meritano oltre che nominare all’MPC, sperando che sia lo stesso Lauber a lasciare, una personalità autorevole e trasparente sia negli atti formali sia nei comportamenti.
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