Mentre tutta l’attenzione mediatica è rivolta alla pandemia del Covid-19 il terrorismo di matrice islamica dilaga in Africa. L’ultima tappa dei fondamentalisti islamici è il Mozambico, ex protettorato portoghese dove l’insicurezza è totale al punto che secondo il Dipartimento federale degli afferi esteri della Confederazione svizzera (DFAE), sono sconsigliati “i viaggi diqualsiasi tipo nei distretti di Palma, Nangada, Mocímboa da Praia, Muidumbe, Macomia, Quissanga, Meluco e Ibo ma non solo, “ si sconsigliano inoltre i viaggi turistici e tutti gli altri viaggi non urgenti negli altri distretti della provincia di Cabo Delgado: Mueda, Montepuez, Ancuabe, Pemba, Mecufi, Balama, Namuno e Chiure. E’ di questa mattina la notizia che alcuni combattenti affiliati all’ISIS dalle prime luci dell’alba, hanno preso il controllo della città mozambicana di Menquelewa che si trova nel distretto di Muidumbi,al grido di “Allah Akbar”(Dio è grande). L’attacco di stamani arriva dopo che lo scorso 24 marzo i jihadisti affiliati all’Isis sono entrati nella città di Mocimboa da Praia che si trova nella provincia più settentrionale del Cabo Delgado, in Mozambico, a circa 200 km a nord della più grande città portuale di Pemba e vicino al confine con la Tanzania. Qui centinaia di soldati e civili sono stati uccisi in decine di attacchi che rappresentano il punto piu’ alto tocccato dall’insurrezione che dura ormai da trenta mesi messa in atto da un gruppo di recentente formazione che si identifica come ISCAP,“Provincia dell’Africa Centrale dello Stato Islamico”. L’attacco alla città di Mocimboa da Praia ha valenza strategica perché sul posto la Exxon Mobil Corp. e la Total SA hanno investito in progetti sul gas naturale che valgono complessivamente quasi 60 miliardi di dollari. Nonostante lo Stato islamico non abbia piu’ una dimensione territoriale dopo aver patito la sconfitta militare e la morte del suo fondatore Abu Bakr Al Baghadi , l’idea dell’istituzione del “califfato” resti una priorità per gli islamisti. Secondo la CIA alcuni gruppi collegati ad al-Qaeda e all’ISIS, gruppi che si combattono ferocemente in Medio Oriente, in Africa stanno lavorando insieme per assumere il controllo di vaste aree ad esempio dell’Africa occidentale. I timori che lo scenario possa rapidamente mutare da minaccia regionale a crisi globale sono molti visti i continui assalti in Mali , Niger e Burkina Faso ( colpito quasi ogni settimana) dove sono state attaccate basi dell’esercito e interi villaggi messi letteralmente a ferro e fuoco da moltisimi miliziani armati e addestrati come mai prima d’ora. A tal proposito un alto funzionario francese ha dichiarato mantenendo l’anonimato che “gli estremisti sono “più organizzati e più mobili e tanno eseguendo attacchi professionali come non abbiamo mai visto.” I funzionari statunitensi e quelli francesi (molto presenti nell’area) seguono da tempo le dinamiche dei gruppi jihadisti africani, in particolare i progetti e le alleanze tra le più famose organizzazioni terroristiche del mondo. Dopo la battaglia finale di Baghouz (marzo 2019) e la morte di Abu Bakr Al Baghdadi (26 ottobre 2019), nell’Isis sono in corso molti cambiamenti dei quale pero’ si capisce ancora davvero poco. Principalmente ci sono molti dubbi sulla leadership di Amir Mohammed Abdul Rahman al-Mawli al-Salbi alias Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi, ad oggi mai apparso in video e che non pare saldissimo al comando al punto che sono filtrate alcune indiscrezioni che lo darebbero come confinato in una zona nei pressi di Idlib controllata dai miliziani rivali di Hay’at Tahrir al-Sham (già Fronte al Nustra). Occhi puntati anche su Al Qaeda dove a comandare c’è ancora il 68enne medico egiziano Ayman al-Zawahiri, apparso recentemente in alcuni video di propaganda molto dimagrito, stanco e sofferente. Alla sua morte è probabile che verrà sostituito da una figura piu’moderna, magari piu’ libera di superare gli steccati ideologici gli odi personali, qualcuno capace di mostrare un percorso che li porti a fondersi un giorno come unico gruppo terroristico globale? Se questo potrebbe essere il futuro prosimo il presente ci dice che i militanti delle organizzazioni terroristiche islamiche africane battono il continente villaggio per villaggio, metro per metro affinchè le nuove generazioni che lo voglano oppure no, crescano con i semi della pianta del male: intolleranza, odio religioso, niente arte, niente musica popolare, no allo sport, rifiuto di istruzione e nessuna educazione moderna. D’altronde i numeri li incoraggiano visto che parliamo delle popolazioni più giovani e in più rapida crescita che ci sono oggi al mondo. Se a Raqqa il Califfato non c’è piu’ qualcuno mentre il mondo guarda altrove, lo sta ricostruendo in Africa e presto ne sentiremo parlare.
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