Negli scorsi giorni la stampa tedesca è tornata ad occuparsi del 46enne predicatore salafita berlinese Ahmad Armih meglio conosciuto con il nome di Ahmad Abul Baraa che secondo quanto riferito da alcuni giornali, si sarebbe reso protagonista di una truffa legata ai sussidi erogati dallo Stato tedesco attraverso la “Berlin Investment Bank” nell’ambito dell’emergenza del Covid-19. Ahmad Armih che da anni è monitorato dall’Ufficio per la protezione della Costituzione di Berlino in quanto ritenuto uno dei predicatori dell’odio piu’ pericolosi in attività in Germania, sarebbe riuscito in concorso con la moglie, ad incassare 18.000 euro falsificando la documentazione richiesta. A tal proposito Martin Steltner, portavoce del procuratore generale di Berlino ha dichiarato “Il 46enne accusato Ahmad A. è sospettato di aver utilizzato la situazione della crisi sanitaria dovuta al coronavirus insieme al suo partner per incassare un totale di 18.000 euro di sussidi dalla banca d’investimento falsificando la portata di un’attività commerciale, mentre entrambi hanno ricevuto benefici sociali”. La coppia avrebbe dichiarato di essere titolare di una attività commerciale attiva nell’import-export di miele ma la circostanza è risultata falsa come emerso dalla perquisizione del loro appartamento.
Ahmad Armih- Ahmad Abul Baraa che ha predicato fino alla metà del 2018 con il nome di Ahmad Abul Baraa nella moscha berlinese “As Sahaba”( poi chiusa a seguito di un inchiesta antiterrorismo) grazie alla sua incessante attività sul web e sui social network, si è affermato negli anni come uno predicatori salafiti piu’ famosi del Paese al punto che i pellegrinaggi alla Mecca organizzati dall’agenzia “Bakkah Reisen” che lo vedevano come accompagnatore, registravano quasi sempre il “sold out” come quello che si doveva tenere dall’8 al 18 aprile 2020 poi annullato a causa dell’emergenza sanitaria. A proposito di questa agenzia viaggi specializzatasi in pellegrinaggi nei luoghi santi dell’Islam sunnita ad accompagnare i pellegrini che arrivano principalmente da Germania, Austria e Svizzera, vengono sempre chiamate star del salafismo come Pierre Vogel – Abu Hamza, Marcel Krass, Ahmad Abul Baraa, Dani Mustafa e anche il 31enne predicatore salafita tedesco di origine turca Bilal Gümüs, leader del gruppo di predicazione “We Love Mohammed”, condannato a tre anni mezzo di anni di reclusione nel dicembre 2018 davanti al tribunale regionale di Francoforte per aver contribuito alla radicalizzazione di alcuni giovani che in seguito partirono per la Siria, clamorosamente scarcerato lo scorso mese di gennaio “a causa di errori formali nell’invio degli atti processuali”.
Ahmad Armih è nato nel 1973 da genitori palestinesi, ma ha vissuto con la sua famiglia in Libano. Poi dopo la guerra civile, arrivo’ con la famiglia in Germania con lo status di rifugiato. Dal 2002 come da lui stesso raccontato, è stato attivo come predicatore nella Da’wa (lavoro di missione islamica) poi divenne sempre nel 2010, il principale imam della moschea As Sahaba di Berlino (quartiere di Wedding) nata per volontà del tedesco-egiziano Reda Seyam ( sotto nella foto) considerato il tedesco di più alto livello all’interno dell’Isis che è stato responsabile tra l’altro, del “Ministro della Pubblica Istruzione” di Mosul e delle scuole nelle aree controllate dallo Stato islamico. Di Reda Seyam non si hanno piu’ notizie dal luglio 2018 dopo i combattimenti avvenuti nella città irachena di Mosul dove sarebbe morto in combattimento.
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