Il Mozambico paese da sempre poverissimo con le ultime scoperte di Eni ed Exxon, tra il 2022 e il 2024, diventerà il primo produttore d’Africa e il sesto del mondo di GNL – un fatto che porterà circa 30 miliardi di dollari di entrate nelle casse dello Stato. Si tratta di una cifra enorme visto che parliamo del doppio del suo attuale prodotto interno lordo. Tuttavia, l’inizio di una possibile nuova stagione di prosperità per il Mozambico che ha il 18% della popolazione musulmana e che ha vissuto una storia molto storia travagliata, rischia seriamente di non arrivare mai a causa della inaffidabile e corrotta classe politica ma non solo, ora preoccupa anche il terrorismo islamico. In particolare negli ultimi sei mesi le attività terroristiche in Mozambico sono aumentate di livello, infatti sono drammaticamente cresciuti i massacri, le decapitazioni e violenze in due città della provincia di Cabo Delgado ribattezzata “la nuova Eldorado” visto che è la zona dove sono stati scoperti i piu’ importanti giacimenti di gas naturale. Qui ci sono i tre dei maggiori progetti di gas naturale liquefatto al mondo che sono in fase di realizzazione e dove sono stati investiti complessivamente piu’ di 50 miliardi di dollari. Due di questi, il sito di Coral South e quello di Rovuma LNG, vedono l’Eni come protagonista principale. Dal 2017, gli attacchi da parte dei gruppi islamisti che si fanno chiamare come i jihadisti somali “Al-Shabab” (i giovani, in lingua araba) e che hanno giurato fedeltà all’Isis (quelli somali invece sono fedeli ad Al Qaeda), hanno causato la morte di circa 1.000 persone e ha causatro più di 200mila rifugiati interni. Il gruppo è nato nel 2014 con il nome di Ahlu Sunnah Wa Jamaah (Aswj- gli aderenti alla tradizione profetica) su impulso come sempre, di alcuni laureati delle scuole religiose in Sudan e in Arabia Saudita. Poi il cambio nel 2017 in Al-Shabab”. La reazione del governo di Maputo alle violenze jihadiste è arrivata anche su pressante richiesta delle compagnie petrolifere e si è risolta con la militarizzazione dell’area che è stata fatta con l’esercito e “contractor” come la russa Wagner alla quale è andato un ricco appalto per la fornitura di servizi di sicurezza nell’intera regione, e con imprese sud-africane. Un fatto che ha fatto aumentare gli attacchi jihadisti che hanno piu’volte giustiziato militari e contractors come avvenuto nel novembre 2019. Le enormi disuguaglianze sociali sono state per i salafiti locali la benzina per avviare la macchina della jihad che ha trovato strade spianate nella provincia di Cabo Delgado (nord-est del Mozambico). Si tratta di un area a maggioranza musulmana (dove si è praticato l’islam sufi) che è stata a lungo dimenticata dai governi del Paese.
Lo stato di abbandono ha fatto crescere l’analfabetismo, senza contare le enormi disuguaglianze sociali e la malnutrizione infantile. Dal 2017, gli attacchi da parte dei gruppi islamisti hanno causato la morte di un migliaio persone e causato di 100 mila rifugiati interni. Ciò ha innescato una reazione a catena che ha portato ad una una totale militarizzazione dell’area su esplicita richiesta dalle compagnie petrolifere che vi operano. A fianco dell’esercito locale sono schierati circa 200 mercenari russi della compagnia Wagner alla quale è andato un appalto per la fornitura di servizi di sicurezza nella regione e contractors di aziende del Sud Africa. Fino a sei mesi fa gli Al-Shabab che potrebbero contare su circa 1.500 combattenti divisi in circa 100 cellule, preferivano attaccare villaggi sperduti dove le vittime erano indifese oppure le pattuglie dell’esercito e i contractors quando passavano su strade isolate. Poi improvvisamente c’è stata la svolta con gli attacchi eseguiti nelle città e che sono stati rilanciati dai media di riferimento dello Stato islamico senza dimenticare gli attacchi alle chiese e il massacro del 7 aprile 2020 di 52 giovani “colpevoli” di non aver voluto unirsi ai jihadisti. Secondo il CeS.I.( Centro Studi Internazionali) “nella seconda metà del 2018 si è verificata una non trascurabile crescita nel numero e nel livello di sofisticazione degli attacchi terroristici, soprattutto nei distretti di Palma, Macomia, Quissanga e Mocímboa da Praia”. Il Mozambico oggi si trova ad un bivio; le enormi risorse minerarie, il petrolio e i giacimenti di gas naturale se gestite al meglio potranno trasformare per sempre la vita dei 27.909.798 (dato del 2017) cittadini del Mozambico a patto che si riesca a sconfiggere l’insorgenza terroristica. Una sfida gigantesca per il governo di Maputo e che fa tremare i polsi.
@riproduzione riservata