Lo scorso 27 maggio 2020 il Senato della Repubblica Italiana ha ratificato un accordo di cooperazione tra Italia e il Qatar “in materia di istruzione, ricerca scientifica ed università”. L’emirato verserà in totale 600 mila euro (196.165 euro per tre anni) per finanziare il progetto. Si tratta di una cifra ridicola se si considerano le enormi ricchezza degli emiri di Doha tuttavia, l’impatto di questo accordo è molto importante. Facciamo un passo indietro, tutto ebbe inizio nel 2012 quando al governo in Italia c’era l’allora premier Mario Monti che siglo’ l’intesa con l’emiro dell’epoca, Hamad bin Khalifa al-Thani che nel 2013 abdico’ “non proprio spontaneamente”, a favore del figlio Tamim bin Hamad al-Thani. Negli ultimi otto anni di governi nella penisola ne sono passati diversi tuttavia, nessuno era riuscito fino ad oggi a far decollare il progetto. Nel frattempo il Qatar ha fatto shopping in Italia comprandosi hotel di lusso, brand di alta moda (Valentino) compagnie aeree, cliniche, intere zone residenziali come avvenne nel 2015 anno dell’acquisizione del progetto di sviluppo della zona di Porta Nuova a Milano per una cifra sicuramente superiore al miliardo di euro, poi il fondo sovrano Qatar Investment Authority (QIA), il cui patrimonio stimato è di 335 miliardi di dollari, ha anche acquistato per circa 100 milioni di euro la sede del Credit Suisse di Milano di cui è anche azionista, e moltissime altre cose per un totale che supera i 65 miliardi di euro di imprese “Made in Italy”. L’emirato ha anche acquistato navi, aerei ed elicotteri militari dando ossigeno alle cassse di Leonardo (ex Agusta Westland), Fincantieri e a tutta la filiera industriale del comparto che occupa migliaia di persone. Questo vortice di miliardi ha avvicinato molto Roma a Doha tanto che non si contano piu’ le visite in Qatar di politici italiani di destra e di sinistra, e quelle degli emiri ricevuti in pompa magna dalle piu’ alte cariche dello Stato italiano.
Per tornare all’accordo appena firmato è l’ennesima volta che l’Italia si mette dalla parte sbagliata della storia; in Libia dove gli italiani non toccano piu’ palla cosi’ come nel Corno d’Africa dove un tempo erano di casa, in Venezuela dove sostengono la dittatura di Nicolas Maduro, nel rapporto a dir poco ambiguo con la Cina , stesso dicesi con la Russia, senza contare le simpatie non certo nascoste per gli ayatollah di Teheran da parte di personaggi come i pentastellati Manlio Di Stefano e Alessandro Di Battista che hanno contribuito alla trasformazione antropologica della politica estera italiana diretta per modo di dire, da Luigi Di Maio leader in disarmo del sempre piu’ sgangherato MoVimento 5 stelle. Per tornare al 27 maggio scorso quello che in aula alcuni deputati tra i quali il veterano Pier Ferdinando Casini quello dello slogan “Io C’entro” mai attuale come oggi, hanno cercato di far passare come “un accordo come tanti”, non è qualcosa che puo’ esser archiviato facendo spallucce. Il Qatar è notoriamente il protettore della Fratellanza musulmana, quindi di coloro che promuovono l’islam politico che tante tragedia ha causato e non a caso, il suo storico leader Yusuf al Qaradawi che sostiene che picchiare le donne sia una cosa buona e giusta, che la jihad è un dovere per ogni buon musulmano, e che glorifica ogni attentatore suicida che si fa saltare per aria in Israele, viva come un nababbo a Doha. Gli emiri sono anche i munifici protettori del sedicente intellettuale Tariq Ramadan ( e famiglia), che per decenni ha scaldato i cuori dalla “gauche caviar”europea e della “umma” islamica, prima di essere travolto da accuse di strupro e di violenza ai danni di alcune donne. Gli emiri di Doha finanziano il terrorismo fin dagli anni ’90 e non è un segreto per nessuno, nemmeno per i servizi segreti italiani che sanno benissimo quanti soldi arrivano nel Corno d’Africa, in Libia, in Tunisia, in Siria, in Iraq (solo per citarne alcuni), dal piccolo emirato del gas, diretti ai terroristi islamici. Discorso a parte merita il supporto fornito dal Qatar ad Hamas ( branca dei Fratelli musulmani nella Striscia di Gaza) cosi’ come denunciato da Stati Uniti, Israele, Canada, Egitto, Arabia Saudita ed Emirati Arabi. Ad arricchire il poco onorevole curriculum degli emiri di Doha, ci sono anche gli spericolati rapporti con l’Iran e le sue Guardie Rivoluzionarie, un liason questa, che affonda le sue radici nella notte dei tempi. Il Qatar è anche lo sponsor, nello sport si direbbe “unico” della Turchia islamizzata dalla decennale “cura Erdogan”, che gli emiri mantegono artificialmente in vita con continue iniezioni di miliardi di dollari per evitare che “Mister 10% Erdogan” ( cosi’ lo chiamavano quando era Sindaco di Istambul) sia costretto a dichiarare default. L’accordo Italia-Qatar spalanca le porte delle università e dei centri di ricerca italiani ai Fratelli musulmani quindi all’islam piu’ estremo e militante, quello che ha generato mostri come Bin Laden, Al Qaradawi, Al Baghdadi e moltissimi altri assassini. L’Italia ha firmato un accordo con un Paese che è stato completamente isolato nel Golfo Persico e dall’Egitto perché ritenuto responsabile prove alla mano, di essere lo sponsor dei terroristi nel “Siraq” e di sostenere i Fratelli musulmani che non va dimenticato sono da tempo fuori legge in Siria, Russia, Egitto, Emirati Arabi , Arabia Saudita, Bahrein e che si trovano al centro di numerose inchieste in Europa e anche negli Stati Uniti dove da tempo i Fratelli, dilagano nei campus universitari. A tal proposito secondo una ricerca del “Lawfare Project” di New York, gli emiri hanno investito 1,5 miliardi di dollari in 28 università USA. Un sentito grazie a Barack Obama e ai Dem qui è d’obbligo.
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