Mentre l’America è scossa nelle sue fondamenta dai disordini e dalle proteste che si tengono nelle piazze delle principali città americane dopo la morte di George Floyd, l’afroamericano ucciso a Minneapolis da un agente di polizia, il terrorismo islamico rialza pericolosamente la testa. A tal proposito alcune recenti indagini mostrano come Al-Qaida e lo Stato islamico siano alla ricerca del “colpo grosso” negli Stati Uniti che non va dimenticato, vedono la recrudescenza del fenomeno del terrorismo di estrema destra e di quello suprematista con i quali l’FBI ha ingaggiato una durissima lotta. Per tornare all’estremismo islamico, gli Stati Uniti hanno registrato un aumento del 50% degli arresti nel 2019 e in sette di questi casi erano coinvolti cittadini americani nati e cresciuti negli Stati Uniti. A proposito di attacchi terroristici, sono appena terminate le indagini su quanto accadde lo scorso 6 dicembre 2019, quando l’allievo dell’accademia aeronautica di Pensacola (Florida) l’ufficiale pilota saudita Mohammed Saeed Alshamrani, fece fuoco e uccise tre marinai, ferendone altri otto all’interno della base americana. Se l’atto inizialmente era parso quello di un “lupo solitario” i successivi approfondimenti sull’Iphone del pilota saudita e la rivendicazione al-Qaeda nella penisola arabica (AQAP), hanno mostrato una trama molto piu’ complessa e preoccupante. Infatti Mohammed Saeed Alshamrani, non era un pazzo o un lupo solitario, era un terrorista di Al Qaeda organizzazione alla quale aveva giurato fedeltà anni prima, e con la quale aveva pianificato l’attacco terroristico che non va dimenticato, è il primo attentato con esito letale commesso sul suolo degli Stati Uniti dall’11 settembre 2001. Possibile che le autorità saudite non sapessero nulla, e non è strano che nulla sia emerso nel corso degli anni? Interrogativi ai quali ancora oggi nessuno risponde.
Poi lo scorso 22 maggio 2020 un 20enne siriano identificato come Adam Salim Alsahli ha tentato di sfondare con un auto risultata poi rubata, il cancello della base aeronavale di Corpus Christi (Texas). L’uomo è stato abbattuto ma il suo complice è riuscito a scappare, ed è ancora in fuga senza che si sappia nemmeno chi sia. La parola d’ordine dell’intelligence USA oggi è minimizzare tuttavia, il fenomeno è in crescita tanto che il Pentagono ha deciso nuovi protocolli di sicurezza perché teme per le sue basi all’interno dei confini statunitensi. Per tornare alla stretta attualità lo scorso 29 maggio 2020, la convertita Alison Marie Sheppard- Aiisha Abdullah è stata condannata a sei anni di carcere per aver tentato di fornire supporto materiale all’ISIS, secondo gli atti processuali la donna aveva acquistato dei telefoni cellulari che sarebbero serviti come timer per delle bombe che dovevano esplodere in Florida. Alison Marie Sheppard non era certo un nome sconosciuto all’FBI infatti già nel 2016, era stata segnalata perché condivideva sui social network, filmati e propaganda estremista islamica. Incredibile invece il caso del 23enne cittadino americano Muhammed Momtaz Al-Azhari che nel 2018 era rientrato negli Stati Uniti dopo aver scontato una pena detentiva di tre anni in Arabia Saudita per “aver tentato di entrare in Siria” dove sarebbe diventato un miliziano dell’ISIS. Dopo essere tornato a casa l’uomo, aveva continuato nelle sue attività indisturbato e secondo una denuncia penale, Al Azhari voleva emulare il terrorista 29enne Omar Seddique Mateen, che nella notte tra l’11 e il 12 giugno 2016, commise la strage all’interno del night club “Pulse” di Orlando (Florida) dove morirorono 50 persone ( compreso l’attentatore) e rimasero feriti 48 clienti del locale. Omar Seddique Mateen si era era radicalizzato grazie alla frequentazione dei sermoni dell’imam Marcus Dwayne Robertson- Abu Taubah che è tra le molte cose è il fondatore della scuola online “Foundation of Islamic Knowledge & Seminary (FIKS)”. Nemmeno il tempo di metabolizzare l’ennesima operazione contro l’estremismo islamico che la scorsa settimana il 34enne americano Liban Haji Mohamed che ha lasciato gli USA nel 2012 con l’intenzione di unirsi ad al-Shabaab nell’Africa orientale, è stato formalmente accusato di aver cospirato e tentato di fornire supporto materiale agli al-Shabaab somali che non va mai dimenticato possono contare sul sostegno di molti giovani appartenenti alla comunità della diaspora somala. Parliamo di 150.000 persone, sia rifugiati che non rifugiati che vivono negli Stati Uniti dei quali circa 74.000 ( dato 2016 ) che risiedono nel Minnesota ed in particolare a nella capitale Minneapolis e nella città gemella di St Paul. Secondo l’FBI Haji Mohamed che prima della fuga viveva in Virginia (uno dei primi tre stati americani con i più alti tassi in proporzione di reclutamento per le organizzazioni jihadiste), è “un reclutatore e un radicalizzatore per gli al-Shabab“. Sono centinaia i foreign fighters americani che negli anni sono partiti per ingaggiarsi in conflitti armati in Iraq, Siria, Afghanistan, Pakistan, Libia, Egitto, Somalia, Libia, Mali, Nigeria e nello Yemen, ma nonostante la morte o la cattura di molti di loro il vento della jihad e le parole di imam come Anwar Al Awlaky soffiano sempre piu’ forte nei cieli degli Stati Uniti.
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