Morto Abdelmalek Droukdal si apre la partita per chi lo sostituirà nell’area

Con la morte dell’Emiro di Al Qaida nel Maghreb islamico (AQIM) Abdelmalek Droukdal – Abu Musab Abdel Wadou), nel campo jihadista si apre la complessa partita per la supremazia nell’area. Se permane il mistero su Mokhtar Belmokhtar detto “il Guercio” o “Mr Marlboro”, leader della formazione qaedista degli al-Murābiṭūn del quale non si hanno piu’ notizie da molto tempo, Al Qaeda e Isis possono contare su uomini e gruppi di provata fedeltà. Vediamo chi sono: Iyad Ag Ghali è un terrorista maliano della tribù dei tuareg di Ifoghas, è nato nel 1954 e divenne noto per aver aizzato la rivolta del 28 giugno 1990 nella città di Menaka (Distretto di Gao) alla testa del Movimento Nazionale di Liberazione dell’Azawa. Personaggio carismatico con alle spalle una una lunga carriera di militare (ha persino combattuto con la “legione straniera” di Gheddafi), trafficante e contrabbandiere di qualsiasi cosa o sostanza, un passato da ribelle touareg ma anche a libro paga di alcuni servizi segreti con i quali farà il doppio, se non il triplo gioco. Un esempio? Una mattina nel 2006 si presenta all’ambasciata americana di Bamako (Mali) dove chiede di parlare con l’ambasciatore dell’epoca Terence McCulley che sbalordito , assiste al tentativo di accreditasi come nemico giurato di Al Qaeda e con queste parole; “quelli non hanno capito che nel Nord del mio paese la gente non accetta la loro ideologia estremista“. Poi 2007 venne nominato dal governo del Mali “consigliere culturale” in Arabia Saudita. Ai sauditi il suo attivismo pero’ non piacque, specie quello mostrato con Al Qaeda cosi’ nel 2010, lo cacciarono dal paese. Torna in Mali e nel 2012 e ritorna alla ribalta mettendosi alla guida del movimento Ansar Dine (ausiliari della religione islamica) con il quale fomenta l’insurrezione nel Mali. Poi nel 2017 fonda una nuova sigla terroristica nella quale confluiscono oltre al suo, la katiba (brigata) Macina creata nel 2015 da Amadou Koufa e AQIM dell’Emiro Droukdel . La nuova formazione viene denominata “Jama’at Nusrat al-Islam wal-Muslimin” (JNIM), affiliata ad Al Qaeda e ai talebani afgani. L’inizio è folgorante, il Mali dal 2012 in guerra in un solo anno viene scosso da più’ di 50 attentati. Altra figura rilevante è il predicatore salafita Amadou Koufa- Amadou Diallo, nato ( forse ) nel 1961 che sfoggia una barba tinta con l’henné e che si sarebbe formato (per modo di dire) in Pakistan e in Mauritania. Si tratta di un predicatore che ha acquisito una grande popolarità tra i giovani grazie ai suoi sermoni incendiari trasmessi alla radio fin dagli anni ’90. Piu’ volte dato per morto, il 28 febbraio 2019 è apparso in un video di propaganda nel quale si è fatto beffe di coloro che lo ritenevano morto. Discorso a parte merita invece Lehbib Ould Ali Ould Said Ould Yumani meglio conosciuto come Adnan Abu Walid al-Sahrawi, nemico giurati dei francesi e sul quale il Dipartimento di Stato americano, ha messo una taglia di 5 milioni di dollari. Si tratta di un ex membro del Fronte Polisario nato a Laâyoune (Sahara occidentale) in una ricca famiglia di commercianti riparatasi in un campo profughi in Algeria, che in tasca avrebbe una laurea in scienze sociali conseguita nel 1997. Già leader del gruppo Mujao (Movimento per l’unità e della Jihad nell’Africa) nel maggio del 2015 dopo aver militato anche negli Al-Mourabitoun, comunico’ l’adesione del proprio gruppo denominato “Stato islamico nel Grande Sahara” (EI-GS), al califfo dell’Isis Abu Bakr Al Baghdadi che la valido’ nell’ottobre del 2016. Abu Walid che si muove lungo il confine Mali-Burkina Faso-Niger porta la responsabilità di numerosi attacchi che hanno fatto numerose vittime.

Gli USA gli danno la caccia dopo l’attentato ( 04.10.2017) ad una pattuglia congiunta USA-Niger avvenuto nella regione del Niger di Tongo Tongo, che confina con il Mali. Nell’attacco morirono quattro soldati americani e quattro militari del Niger. Ancor prima della morte di Abdelmalek Droukdal lo Stato islamico nel Grande Sahara aveva alzato il livello dello scontro per la supremazia territoriale con i rivali qaedisti. Nessuno è in grado di prevedere chi prevarrà tra le due fazioni jihadiste tuttavia, è certo che sarà ancora una volta la popolazione civile a pagare il prezzo piu’ alto.

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Fonti consultate

https://www.hrw.org/sites/default/files/supporting_resources/malicompendium0217fr.pdf

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