1 miliardo di euro, è questo è il valore delle 84 milioni di pasticche pari a 14 tonnellate di anfetamine “Captagon“ vendute dai 5 ai 20 dollari a pastiglia, sequestrate nelle scorse settimane nel porto di Salerno, anche se la notizia è stata diffusa solo ieri (1°luglio 2020) . Si tratta del piu’ importante sequestro di stupefacenti a livello mondiale che è stato messo a segno dai funzionari della Guardia di Finanza di Napoli per conto della Procura della Repubblica del capoluogo campano, che da mesi seguiva le tracce del carico di anfetamine prodotte in Siria e che stavano per arrivare sul mercato europeo dove avrebbero fatto danni incalcolabili. Alla RSI il colonnello della guardia di finanza Domenico Napolitano, ha confermato che i cilindri di carta ad uso industriale e i macchinari nei quali sono state trovate le 14 tonnellate di Captagon, erano intestati ad una società domiciliata nel Canton Ticino (questo secondo la documentazione presentata alla dogana del porto) “Non sappiamo se la droga sarebbe poi arrivati in Svizzera oppure se era destinata ad altri paesi. Non possiamo fare il nome di questa società perché le indagini sono ancora in corso, anche per capire il ruolo di questa ditta e degli intestatari”. Tutto era iniziato qualche mese fa con un sequestro di abiti contraffatti (sempre nel porto di Salerno), indumenti che pero’ nascondevano sul fondo degli scatoloni una o piu’ confezioni di “Captagon” che nel “Siraq” viene generosamente fornito ai jihadisti. L’intuito degli investigatori e il lavoro dell’intelligence ha fatto si che da quel momento, venissero seguiti tutti i carichi provenienti dal Medio Oriente specie quelli indirizzati al porto di Salerno. Per le autorità italiane quello annunciato, è un colpo sensazionale anche a livello di immagine visto che se ne parla in tutto il mondo.
Il Captagon detta comunemente (ma impropriamente) “droga della Jihad”, non è altro che è un cloridrato di fenetillina, un composto di anfetamina e di altre sostanze stimolanti che si è diffusa da molti anni nei Paesi del Golfo e che viene utilizzata per animare le segrete feste che si svolgone nelle ville dei milionari sauditi(in Arabia Saudita se ne vendono milioni di pasticche ogni anno). Questa e altre droghe sintetiche sono diventata nel giro di pochi anni, un vero problema sociale per il Regno saudita che per far fronte all’emergenza, ha aperto quattro centri di disintossicazione dalla droghe sintetiche a Riyadh, Jeddah, Dammam e Qassim che accolgono migliaia di sauditi divenuti dipendenti di queste micidiali sostanze (nel 2015 erano secondo le stime, tra 40.000 a 50.000 coloro che si disintossicavano). Tuttavia, questi sono numeri da prendere con le dovute cautele visto che ammettere la propria tossicodipendenza in un paese come l’Arabia Saudita, è rischiosissimo e puo’ condurre direttamente alla pena di morte. Per questo sono migliaia coloro che provano a farsi curare in totale anonimato e al riparo dalla polizia religiosa nelle cliniche di lusso in Europa (Svizzera,Francia, e Italia sono le mete favorite),oppure in Asia.
Per tornare al Captagon chi lo assume matura l’immediata perdita del senso della realtà che favorisce i comportamenti piu’ violenti, la resistenza alla fatica, euforia e l’abbandono di qualsiasi freno inibitorio. Si tratta quindi di una droga perfetta per chi deve compiere azioni efferate senza sentire il bisogno di dormire o di mangiare per diversi giorni. Non a caso ne fanno uso i jihadisti nel “Siraq” ma anche i terroristi che hanno colpito in Europa, come nel caso della stragi di Parigi del novembre 2015, almeno uno dei jihadisti si era iniettatato la sostanza, e vennero trovate numerose pasticche in un covo utilizzato dagli attentatori. La produzione di Captagon non serve solo ai combattenti nel “Siraq” o ai ricchi sauditi che voglio sballarsi, crea anche un enorme indotto economico del quale beneficiano i vertici dell’Isis che non va mai dimenticato, necessitano sempre di molto denaro per poter condurre la loro “Guerra Santa”. Fin qui la cronaca di una giornata storica per le autorità italiane in attesa che si chiariscano molte cose e non solo in Italia.
sotto il trafiletto che il Corriere del Ticino ha voluto dedicare alla vicenda…
@riproduzione riservata