30 anni di carcere per l’emiro francese dell’Isis. Era stato arrestato nel 2015 in Turchia poco prima di tornare in Europa

Lo scorso 3 luglio 2020 , poco dopo le 23:00, la corte d’assise speciale di Parigi ha condannato a 30 anni di carcere due terzi dei quali da scontare in una struttura di massima sicurezza,  il jihadista francese Tyler Vilus “per avere avuto un ruolo di primo piano nel gruppo terroristico Stato islamico in Siria. Il 30enne Vilus era partito per la Siria nel 2012 dove era diventato quasi subito, uno dei leader piu’ influenti della “katiba” franco-belga dell’Isis. Come riportato da “Le Parisien” durante la sua requisitoria il procuratore Guillaume Michelin, ha affermato; “Aprire il fascicolo su Tyler Vilus è come aprire un elenco telefonico contenente tutti i nomi dei jihadisti francofoni. Li conosceva quasi tutti, la maggior parte di loro è già morta, questo è un caso eccezionale“. Vilus venne fermato all’aeroporto di Istanbul il 2 luglio 2015 (quindi quattro mesi prima degli attacchi di Parigi) poco prima di salire sul volo Turkish Airlines 1767 Istanbul-Praga. Qui uno zelante addetto al controllo passaporti dell’aeroporto Atatürk, si accorse l’uomo che era davanti a lui non era lo stesso del passaporto (in realtà apparteneva ad un foreign fighters svedese), e lo fece prima fermare, e poi arrestare. Una volta estradato Tyler Vilus ha sempre cercato di minimizzare il suo ruolo di comandante militare e durante gli interrogatori riuscì’ anche a negare ( nonostante le fotografie che lo mostrano durante delle riunioni del gruppo), di essere stato uno dei capi dell’Amniyat, il servizio segreto dello Stato islamico. Dissimulazione e bugie alle quali gli inquirenti francesi non hanno mai creduto vista la poderosa documentazione che lo chiama direttamente in causa per molti misfatti. Durante le udienze ci sono stati momenti di tensione emotiva ad esempio il 30 giugno 2020 quando ha deposto la madre della seconda moglie di Vilius che in lacrime gli ha chiesto; “Vorrei sapere dov’è mia figlia. Dal 2017 non ho più notizie”al silenzio opposto da Vilius è intervenuto il presidente del tribunale che gli ha comunicato sua figlia sarebbe morta a Mosul nel 2017 insieme alla figlioletta. Come riportato anche da “ Le Figaro” l’avvocato generale ha concluso il suo intervento con queste parole indirizzate alla corte: Quando dissipi le cortine di fumo intorno a Tyler Vilus, vedi solo cadaveri. Sta a voi porre fine definitivamente a questa carneficina”

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