Negli scorsi giorni la 10° sezione del tribunale amministrativo del Consiglio di Stato di Ankara ha dato il via libera all’unanimità ( impossibile che qualcuno potesse votare contro) affinchè la basilica di Santa Sofia “diventi un luogo di culto islamico”, quindi una moschea. La basilica bizantina che dal 1985 è patrimonio dell’Unesco, rimase una chiesa dal IV secolo fino al 1453, anno nel quale divenne moschea a seguito della caduta di Costantinopoli che venne conquistata dall’esercito turco guidato dal sultano Maometto II. La caduta di Costantinopoli avvenne dopo un lunghissimo assedio che si concluse il 29 maggio del 1453 giorno che segno’ la definitiva fine dell’impero bizantino che era nato come Impero romano d’Oriente, nell’anno 395. Altra svolta nel 1934 anno nel quale il Presidente turco Mustafa Kemal Ataturk fautore di un Turchia laica, decise che la basilica di Santa Sofia venisse trasformata in un museo. Con l’ascesa dell’attuale Presidente turco Recep Tayyip Erdogan uomo della Fratellanza musulmana e quindi fautore della progressiva re-islamizzazione oscurantista del Paese, i destini di Santa Sofia si sono fatti sempre piu’ difficili visto che il Sultano di Ankara in molti dei suoi comizi, ricordava come un giorno la basilica sarebbe presto tornata ad esssere una moschea. Della possibile riconversione di Santa Sofia il Sultano Erdoğan ne parlo’ quando gli Stati Uniti decisero di riconoscere Gerusalemme come capitale d’Israele Il 6 dicembre 2017, poi torno’ sul tema quando l’ambasciata statunitense venne spostata da Tel Aviv a Gerusalemme il 14 Maggio 2018. In verità l’operazione di riconversione di Stanta Sofia inizio’ nel 2016 e venne condotta da una associazione della galassia islamista turca “Associazione per la protezione dei monumenti storici e dell’ambiente” che si rivolse ad un Tribunale affinchè venisse annullato il decreto di Ataturk. Inutile ricordare qui come ormai tutti i tribunali turchi cosi’ come tutte le istituzioni a qualsiasi livello, siano nelle mani di Erdoğan al quale è impossibile opporsi. Chi lo fa o finisce in carcere per decenni oppure muore. Lo stesso vale per i giornalisti; dal “golpe farsa” del luglio 2016 ad oggi sono stati arrestati almeno 200 giornalisti, altri 2.500 sono stati licenziati senza contare le centinaia di siti web chiusi e le decine di giornali chiusi per decreto della magistratura. L’accusa? Per tutti è quella di “terrorismo”, una parola che il regime di Ankara effetivamente conosce molto bene visto il supporto dato a lungo ai terroristi dell’Isis ai quali ha fornito armi e dai quali ha comprato il petrolio che i tagliagole dell’Isis rubavano in Iraq e in Siria. C’è poi da ricordare la facilità con la quale i “foreign fighters” europei passavano il confine turco-siriano, senza contare le quotidiane azioni terroristiche contro il popolo curdo. A Erdoğan alle prese con la disastrosa situazione economica del paese che è tenuto in vita artificialmente dal Qatar che continua ad iniettare valuta nell’agonizzante economia turca, l’operazione “Santa Sofia” che per quasi mille anni fu il centro della della cristianità orientale (era la sede del Patriarcato di Costantinopoli), serve per avere (ancora) al suo fianco la parte piu’ conservatrice e religiosa della Turchia rinfocolando in chiave nazionalista-islmaica, lo scontro con la Grecia e la comunità internazionale che ha fin qui reagito alla decisione del Sultano con molta prudenza. Lo stesso ha fatto Papa Francesco che dopo un silenzio durato giorni ( molto criticato) durante l’Angelus di domenica 12 luglio ha affermato “Penso a Santa Sofia e sono molto addolorato”.Naturalmente Erdoğan tira dritto e se ne infischia delle proteste della Grecia, degli Stati Uniti, della Nazioni Unite o di qualche paese dell’UE infatti il decreto attuativo, è già stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale quindi Santa Sofia ora è sotto il controllo del Diyanet (il Ministero del culto turco) come qualsiasi altra moschea del paese. Ma davvero non si puo’ fare nulla per contrastare il dittatore di Ankara? No, basterebbe bloccare la Turkish Airlines in Europa, via a pesanti sanzioni economiche, boicottaggio commerciale, espulsione degli ambasciatori e rottura delle relazioni diplomatiche con la Turchia. Cosi’ il Sultano avrebbe di che preoccuparsi tuttavia, serve dignità e coraggio politico merce molto rara oggi. In ogni caso la decisione di trasformare Santa Sofia in moschea è la dimostrazione plastica della strategia della Fratellanza musulmana che fino a quando non ha il potere sorride e va ai dibattiti a parlare di tolleranza e di diversità religiosa con i gonzi della sinistra terzomondista che gli credono, poi appena arriva nella stanza dei bottoni, si toglie la maschera e mette in pratca i dettami di sempre; ovvero l’identità islamica deve essere quella dominante, tutto il resto deve essere sottomesso con le buone o con le cattive.
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