The Bosnian jihadist connection. Condannato a New York Nihad Rosic, era un finanziatore della katiba bosniaca in Siria.

Il 32enne Nihad Rosic, alias Yahya Abuayesha Mudzahid di Utica (New York) è comparso ieri mattina davanti al Procuratore distrettuale Catherine D. Perry che lo ha condannato a 96 mesi di carcere “per aver cospirato contro gli Stati Uniti e per aver fornito supporto materiale ai terroristi”. Rosic a causa della sua pericolosità sociale inizierà subito a scontare subito la sua condanna. Secondo le prove raccolte dagli investigatori Nihad Rosic aveva costituito un gruppo di fiancheggiatori composto da Armin Harcevic, Ramiz Zijad Hodzic, sua moglie Sedina Unkic Hodzic, Jasminka Ramic e Mediha Medy Salkicevic. Ramiz Zijad Hodzic si trova dal 14 novembre 2019 nel carcere di St Louis dal dopo essere stato condannato a otto anni di prigione federale dopo aver ammesso “di aver inviato denaro e uniformi militari statunitensi, stivali da combattimento, altri equipaggiamenti militari, equipaggiamento tattico, telemetri e cannocchiali in Turchia, Arabia Saudita e altrove dal 2013 al 2015”. La cellula era impegnata a sostenere le attività dell’Isis ed in particolare quelle della “katiba” di un noto foreign fighters bosniaco, Abdullah Ramo Pazara – Abdullah Ramo Mudzahid o Abdullah al-Amriki nato nel 1976 nel villaggio di Gomjenica alla periferia di Teslić città postindustriale della regione a maggioranza etnica-serba della Bosnia, che fino allo scoppio della guerra civile era una città multietnica e multi-religiosa dove i musulmani bosniaci come Pazara vivevano in pace al fianco di serbi ortodossi e i croati cattolici. Poi quando la guerra civile scoppio’ in Jugoslavia nell’aprile del 1992, la forza paramilitare serbo-etnica in Bosnia, nota come Vojska Republika Srpska (VRS), chiese ai residenti bosniaci-musulmani di Teslic di giurare fedeltà al VRS e di abbandonare le armi. Secondo alcuni documenti Pazara si unì al VRS all’età di 17 anni insieme a suo padre con il quale combatté nella regione di Pelagicevo e nelle città di Majevica e a Bihac. Nel 1994, Pazara era un cecchino per un’unità VRS  nella città di confine bosniaco-croata di Orasje. Alla fine pero’ Pazara e suo padre, furono sottoposti alla stessa pulizia etnica inflitta al resto dei residenti bosniaco-musulmani ma entrambi, riuscirono a sfuggire alla morte e a partire per gli Stati Uniti tra il 1998-1999. Al suo arrivo Pazara per paura di essere respinto ed essere perseguito per crimini di guerra e consegiuente rimpatrio in Bosnia, nasconde agli uffici per l’immigrazione la sua partecipazione alla guerra civile tra le fila dell’esercito serbo-bosniaco. Fino al 2003 anno nel quale richiede la patente nello Stato del Michigan nessuno sa nulla di lui, nel 2004 si sposa, cambia indirizzo e richiede una patente per camion. Tra il 2004 e il 2007 lavora nella piccola azienda da lui fondata che pero’ fallisce insieme al suo matrimonio. Nel 2008 dopo aver perso il camion e la casa finiti alla banca, inizia a girovagare tra le comunità bosniache di Detroit, nel Michigan; Utica, New York fino ad arrivare a St Louis nello stato del Missouri, dove vivono oltre 70.000 immigrati bosniaci che formano la più grande comunità bosniaca al di fuori dell’Europa. Qui si radicalizza prima online grazie ai sermni di un imam salafi-jihadista di nome Bilal Bosnic (molto conosciuto anche in Italia), poi entra in contatto con l’estremismo salafita bosniaco-americano ed inizia il percorso che lo porterà nel “Siraq”.

Nel 2011, viene arrestato e accusato “di mettere in pericolo il benessere di un bambino dopo aver preso a pugni una donna che portava in braccio”. Nel 2012 sconta un anno di prigione dopo essere stato arrestato per aver picchiato la nuova moglie con una cintura di fronte ai loro figli. A scatenare la sua rabbia fu il ritrovamento di una bottiglia di profumo in casa, un fatto che interpretò come una violazione del divieto islamico sui prodotti a base di alcol. Il 17 maggio 2013, Ramo Pazara diventa cittadino americano naturalizzato con il nome di Abdullah Ramo Pazara e 11 giorni dopo, parte per la Siria via Zagabria, Bosnia e Turchia. Qui diventa Abdullah al-Amriki e scala in fretta le gerarchie dell’Isis anche grazie alle sue strette relazioni con due combattenti-star bosniaci; Mirza Ganic – Abu Shahid giovane superstar dei social media del contingente bosniaco dell’ISIS che morirà nel 2014 , e Bajro Ikanovic, un jihadista bosniaco comandante di un campo di addestramento dell’ISIS nel nord della Siria. Numerose foto sull’account Facebook di Pazara- Al Amriki mostrano i tre insieme in Siria.

Abdullah Ramo Pazara muore in battaglia il 22 settembre 2014 ucciso nella battaglia di Kobane. Per tornare al supporto di Nihad Rosic questo consisteva in denaro che veniva utilizzato per comprare forniture come uniformi militari statunitensi, cannocchiali da puntamento, stivali da combattimento, equipaggiamento tattico ed altro abbigliamento. La co-imputata Sedina Unkic Hodzic è in attesa di condanna; Armin Harcevic è stato condannato a 66 mesi di carcere; Ramiz Zijad Hodzic è stato condannato a 96 mesi di carcere; Jasminka Ramic è stata condannata a 36 mesi di carcere mentre Mediha Medy Salkicevic è stata condannata a 78 mesi di carcere.

Fonti consultate  

https://www.justice.gov/opa/pr/new-york-man-pleads-guilty-providing-material-support-terrorists

https://www.theatlantic.com/international/archive/2017/05/first-he-became-an-americanthen-he-joined-isis/527622/

https://www.counterextremism.com/extremists/nihad-rosic

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