Furia iconoclasta islamica in Pakistan. Distrutta una statua del Buddha su ordine di un religioso locale.

Una statua di Buddha, affiorata durante l’edificazione di una nuova casa nel distretto di Mardan (Khyber Pakhtunkhwa) Provincia della Frontiera del Nord Ovest, una delle quattro province del Pakistan con capitale Peshawar a maggioranza etnica Pashtun, è stata fatta a pezzi dagli operai del cantiere in quanto “reliquia non islamica”. La casa in costruzione si trova nel distretto e area storica di Takht Bhai distretto di Mardan, che un tempo era l’epicentro dell’antico regno di Gandhāra oggi collocato nelle regioni del Pakistan settentrionale e dell’Afghanistan orientale. Qui si sviluppò un’arte dallo stile inconfondibile che ebbe il suo inizio tra gli ultimi decenni del I sec. a.C., proseguì fino al IV-V sec. d.C., per poi sparire tra il VII-VIII sec. d.C. A Takt Bhai sono conservati i resti del famoso monastero buddhista (di scuola Mahāyāna) risalente al primo secolo d.C. che è stato inserito tra iPatrimoni dell’umanità dell’UNESCO ed è una destinazione popolare per i turisti buddisti di Sri Lanka, Giappone e Corea.  A proposito del nome Takht-i-Bahi in lingua lingua persiana/urdu Takht significa “trono” mentre bahi significa “acqua” o “fonte” infatti non a caso il monasero buddista venne edificato sulla cima di una collina e vicino ad un fiume. Per tornare all’ultimo episodio di furia iconoclasta islamica Secondo quanto riferito dalla stampa pakistana la statua è stata distrutta per ordine di un religioso musulmano locale, secondo il quale la statua “era contro l’Islam”. Ai quattro operai che hanno filmato la distruzione della statua diffusa social network e che sono stati fermati, avrebbe detto “la tua nikah ( matrimonio islamico) smetterebbe di esistere e non crederai più se la statua non viene eliminata”. Quanto accaduto nel distretto di Mardan è il secondo episodio di distruzione di simboli buddisti, in precedenza nel giugno 2020 nella zona di Chilas, nel Gilgit-Baltistan pakistano-occupato del Kashmir (PoK), sono state vandalizzate dagli islamisti, alcune incisioni rupestri risalenti all’800 d.C che sono state ricoperte con la bandiera pakistana e degli slogan contro l’arte rupestre.

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