E’ massima allerta a Bangalore capitale dello stato indiano meridionale di Karnataka e centro d’eccellenza dell’industria tecnologica del Paese, dopo gli incidenti scoppiati la scorsa notte. Tre persone sono rimaste uccise mentre 60 agenti di polizia sono rimasti feriti dalle pietre lanciate dalla folla inferocita (piu’ di 600 persone) composta da fedeli musulmani scesi in piazza armati di bastoni, sassi e bottiglie incendiarie, per protestare dopo la pubblicazione su Facebook, di un post che a loro dire offendeva il profeta Maometto.
Secondo quanto riportato dalla stampa indiana il post incriminato sarebbe stato scritto (e subito cancellato) da P. Naveen nipote di Akhanda Srinivas Murthy un parlamentare dello Stato di Karnataka, al quale è stata incendiata la casa. Nel corso dei disordini sono state assaltate anche la stazione di polizia dell’area di Pulakeshinagar dove diverse auto e moto della polizia sono state date alla fiamme . La polizia non riuscendo a gestire la folla ha sparato e usato gas lacrimogeni sui manifestanti, un fatto che ha scatenato ulteriori polemiche. L’autore del post che si è difeso dicendo che il suo profilo era stato hackerato, è stato arrestato insieme a 110 manifestanti .
Secondo alcune fonti giornalistiche le proteste sarebbero state fomentate dai leader locali del partito islamico “Sdpi” che da mesi aizza la folla nelle aree di Bilal Bagh e DJ Halli contro il premier indiano Narendra Modi che nel febbraio scorso ha varato la nuova legge sulla cittadinanza che di fatto concede la cittadinanza ai migranti provenienti da Bangladesh, Afghanistan e Pakistan, a patto pero’ che che non siano di religione islamica. Nel clima di violenza e follia collettiva si registra un fatto positivo; mentre nella città i manifestati appiccavano il fuoco alla casa del deputato e incendiavano le auto della polizia, un un gruppo di giovani musulmani è accorso per proteggere un tempio indù da possibili assalti della folla.
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Fonti consultate
https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2019-12/india-musulmani-legge-cittadinanza.html