Colpo di scena nel tormentato e poverissimo Mali, lo scorso 18 agosto 2020 alcuni esponenti delle forze armate hanno arrestato a Bamako il presidente maliano Ibrahim Boubacar Keïta, il Primo Ministro Boubou Cissé, l ministro dell’Economia e delle Finanze Abdoulaye Daffe, quello degli Affari Esteri Tieblé Dramé e il Presidente del Parlamento Moussa Timbine. I rivoltosi hanno confermato la paternità dell’operazione con un comunicato diffuso in serata : “Possiamo dirvi che il presidente e il primo ministro sono sotto il nostro controllo. Li abbiamo arrestati a casa del presidente”. Il portavoce degli insorti ha anche dichiarato che “non è un golpe, ma un’insurrezione popolare”. Il Presidente e il suo primo ministro dopo l’arresto sono stati trasferiti nella base militare di Kati che si trova nei pressi della capitale. Il Presidente del Mali è apparso in televisione dopo alcune ore per annunciare le sue dimissioni e lo scioglimento del Parlamento e del Governo:” Non voglio che venga versato sangue per restare al potere”. Che qualcosa potesse accadere era nell’aria visto che da settimane nella capitale Bamako si erano svolte manifestazioni sfociate in violenze che avevano provocato 11 morti e quasi 200 feriti. L’obbiettivo dei manifestanti era Ibrahim Boubacar Keita (sotto nella foto), al quale i manifestanti e l’opposizione imputava il fallimento nella gestione della sicurezza del Mali (ad un certo punto aveva persino iniziato una sorta di trattativa con i leader jihadisti), la crisi economica e i brogli elettorali per restare al potere.
A proposito del terrorismo il Mali da tempo vede Al Qaeda e Isis contendersi il paese a colpi di attentati che hanno fatto fino ad ora centinaia di morti tra la popolazione civile di religione musulmana, e le forze di sicurezza. La presenza dei jihadisti è molto forte nel centro e nel nord del Paese ma si starebbe allargando ad altre aree del Mali incapace di opporre resistenza. Con la morte lo scorso 3 giogno 2020 del leader di AQIM (Al-Qaeda nel Maghreb islamico)l’emiro Abdelmalek Droukdel–Abu Musab Abdel Wadoud a contendersi il centro del Sahel (Mali, Burkina Faso, Niger), restano Iyad ag Ghali e Amadou Koufa entrambi di Al-Qaeda, e Adnan Abu Walid al-Sahrawi per l’ISIS. La situazione a Bamako è ancora molto confusa e nessuno è in grado di sapere cosa accadrà nei prossimi giorni, intanto Il Presidente Francese Macron ha condannato il golpe e ha iniziato una serie di colloqui il presidente del Niger , Mahamadou Issoufou, l’ivoriano Alassane Ouattara e il senegalese Macky Sall. Tra coloro che hanno condannato il golpe oltre all’UE e all’ONU c’è anche il presidente della Commissione dell’Unione Africana (UA), Moussa Faki Mahamat, che su Twitter ha scritto : “Condanno fermamente l’arresto del presidente, del primo ministro e degli altri membri del governo maliano e chiedo il loro rilascio immediato”. Con il passare delle ore sono usciti allo scoperto coloro che si sono impadroniti del Mali, il leader è il colonnello della Guarda Nazionale Sadio Camara che secondo le biografie ufficiali si sarebbe formato in Russia, con lui ci sono il generale Cheick Fanta Mady Dembelé, il colonnello Diaw e il colonello Mama Sekou Lelenta. Intanto il paese è nel caos, una situazione della quale i jihadisti sanno sempre approfittare
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