Secondo fonti dell’antiterrorismo francese il numero 2 dello Stato islamico del Grande Sahara (IS-GS), Abdel Hakim Sahrawi, sarebbe stato ucciso due giorni fa dalle truppe francesi impegnate nell’operazione Barkhane durante uno scontro nell’area di Tamalat, a ovest di Menaka ( Mali) , vicino al confine con la Nigeria. Se confermato decesso come appare, il sarebbe il secondo grosso successo nella lotta al terrororismo raggiunto in poche settimane,infatti lo scorso 3 giugno 2020 sempre per mano francese, era stato ucciso e ancora nel Mali, il leader di Al Qaeda per lo Stato Islamico (AQIM), Abdelmalek Droukdel. Abdel Hakim Sahrawi che proviene dal Movimento per l’Unicità e il Jihad nell’Africa Occidentale (Mujao), non è solo il numero due di Lehbib Ould Ali Ould Said Ould Yumani alias Adnan Abu Walid al-Sahrawi, ma è il responsabile di tutte le attività sul campo nelle quali si è sempre distinto per la ferocia con la quale svolge il suo ruolo. Molto attivo sul web recentemente, aveva pubblicato un video nel quale assassinava il sindaco di una città nel nord del Mali prima tagliandogli una mano, poi si cavandogli un occhio ed infine tagliandogli la gola per poi buttarlo in una fossa scavata dalla vittima stessa mentre i suoi uomini cantavano le le sue lodi. Probabile che il video abbia consentito all’intelligence francese di localizzarlo e di eliminarlo. Intanto a Bamako capitale del Mali, il colonnello Assimi Goita è stato designato presidente dell’autoproclamato “Comitato nazionale per la salvezza del popolo (Cnsp), l’organo creato dai golpisti che hanno arrestato e costretto alle dimissioni il presidente del Mali, Ibrahim Boubacar Keita, che ha sciolto il Governo e il Parlamento. Di Assimi Goita si sa pochissimo, colonello dell’esercito fino ad ora non sembrava tra i prescelti della Giunta militare per guidare questa fase al contrario di Sadiou Camara, ritenuto la “mente” del golpe, che era appena tornato in Mali dopo un periodo di addestramento militare in Russia. Ma la Russia puo’ aver avuto un ruolo nel golpe? Qualche indizio; da tempo nel Mali e in molti altri paesi del Sahel e del Nord Africa, si muovono gli dello Zar che diffondono il verbo del Cremlino. Dimostrazione plastica fu la manifestazione di piazza nel dicembre 2019 a Bamako (Mali) dove scese in piazza la popolazione con tanto di foto di Putin, bandiere russe e cartelli nei quali lo Zar veniva descritto come “Putin il Salvatore”. Naturalmente gli uomini di Mosca oltre a queste sceneggiate hanno fatto molto altro; si sono prodigati per strumentalizzare gli attacchi terroristici contro la popolazione civile, si sono fatti largo fra i politici locali ( governo e opposizione) fomentando le proteste di piazza che hanno portato al golpe ma non solo; l’obbiettivo dello Zar è aizzare la popolazione contro la presenza francese e contro l’operazione militare “Barkhane” iniziata nel 2014 per combattere il dilagante terrorismo islamico. Nel Mali allo sbando così come nell’intera area dell’Africa occidentale e nel Sahel, si muove da tempo anche l’onnipresente Turchia con il suo servizio segreto Millî İstihbarat Teşkilâtı (MIT) in cerca di nuovi sbocchi e di nuove alleanze e magari di un golpe da organizzare. Intanto l’UE resta a guardare e non è solo una rima.
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