Mentre la capitale del Libano Beirut è ancora sconvolta dalla doppia esplosione avvenuta nella zona del porto lo scorso 4 agosto 2020 che secondo un bilancio provvisorio avrebbe provocato 200 morti, 5mila feriti e 300mila sfollati, oggi nessuno è in grado di prevedere quali saranno i contraccolpi che quanto accaduto potrà generare nello stesso Libano già alle prese con una situazione economico-sociale drammatica, e nell’intera regione che si regge su equilibri sempre piu’ fragili. Lo scoppio che è stato talmente violento da essere percepito sull’isola di Cipro distante 160 chilometri, avrebbe provacato danni quantificabili in circa 5 miliardi di dollari che oggi il Libano non ha. Ora che il governo libanese si è dimesso travolto dalle proteste popolari lo scorso 10 agosto 2020, è esploso anche il caso “Qatar- Hezbollah”. Secondo un rapporto consegnato all’emittente televisiva americana Fox News, il Qatar avrebbe finanziato l’acquisto di armi dirette gruppo terroristico degli Hezbollah. Il dossier che rivela “come un membro della famiglia reale del Qatar abbia autorizzato il finanziamento e la consegna, di equipaggiamento militare agli Hezbollah in Libano”, è stato consegnato ai giornalisti dell’emittente televisiva da un “contractors” identificato come Jason G (nome falso per proteggersi da ritorsioni) che ha affermato di aver lavorato per alcune agenzie di intelligence occidentali, oltre ad essere stato anche un consulente dell’emirato di Doha. Il rapporto che è stato verificato dalle agenzie di intelligence americana e tedesca e che viene giudicato attendibile, descrive come fin dal 2017 un membro della famiglia reale abbia sostenuto gli Hezbollah responsabili della morte di centinaia di militari statunitensi in Iraq e Libano e per questo designati dagli USA e dall’UE, come “organizzazione terroristica”. L’informatore Jason G, ha dichiarato di aver trattato per diversi mesi del 2019 (sei incontri in totale) con un emissario del Qatar in Europa al quale per non divulgare il suo rapporto, avrebbe chiesto 10 milioni di euro in modo da dare anche “al Qatar l’opportunità di eliminare le persone losche tra le loro fila”. Poi una volta compreso che non avrebbe incassato piu’ di € 750.000 o in preda ad una vera crisi di coscienza, ha deciso di raccontare tutta la storia compresi gli incontri ai quali avrebbe assisitito anche un dirigente d’azienda tedesco. Nel rapporto viene descritto come due enti di beneficenza di Doha la “Sheikh Eid bin Mohammed Al Thani Charitable Association” e la “Education Above All Foundation”, siano il veicolo scelto per inviare denaro agli Hezbollah a Beirut mascherati da “aiuti per l’acquisto di cibo e medicine”. A finire travolto dalle polemiche c’è anche l’ambasciatore del Qatar in Belgio e alla NATO Abdulrahman bin Mohammed Al Khulaifi, che avrebbe tentato in tutti i modi di coprire (anche promettendo denaro allo stesso Jason), le responsabilità dell’emirato. Sul diplomatico qatarino che in un incontro avvenuto nel gennaio 2019 a Bruxelles, avrebbe anche detto a Jason G “gli ebrei sono i nostri nemici”, stanno arrivando gli strali di diverse personalità politiche; il britannico Ian Paisley Jr, che si è occupato di finanziamento a gruppi terroristici, ha dichiarato ;“che la condotta del Qatar è stata oltraggiosa e che i governi del Regno Unito e del Belgio dovrebbero agire con decisione”. Paisley Jr ha chiesto anche vengano prese misure contro il diplomatico qatarino“queste accuse sono molto gravi, in particolare quelle che coinvolgono l’ambasciatore presso la Nato, costui dovrebbe essere indagato e dovrebbero essere intraprese azioni appropriate”.
Detto fatto il parlamentare inglese si è subito rivolto al Ministro degli esteri britannico Dominic Raab al quale ha chiesto di indagare sulla vicenda. Anche i francesi si muovono, Nathalie Goulet, senatrice francese che ha guidato una commissione che ha indagato sulle reti jihadiste in Europa e autrice di un rapporto per la NATO sui finanziamenti del terrorismo, ha dichiarato “Dobbiamo avere una politica europea nei confronti del Qatar e prestare particolare attenzione al finanziamento del terrorismo. Il Belgio deve chiedere all’UE un’indagine e nel frattempo congelare tutti i conti bancari del Qatar”.
Per il generoso sistema di beneficenza del Qatar questo non è che è l’ennesimo scandalo; dopo i finanziamenti alla Fratellanza musulmana anticamera ideologica del terrorismo sunnita, quelli ai terroristi di Hamas nella Striscia di Gaza, il sostegno a diverse fazioni terroristiche attive nel “Siraq” vedi il Fronte al-Nusra prima e l’Isis poi, ora tocca agli Hezbollah sciiti. A proposito di questi finanziamenti “obliqui” lo scorso mese di luglio 2020 a New York un gruppo di familiari di vittime del terrorismo americane e israeliane, ha intentato una causa a due istitutzioni del Qatar, tra cui la “Qatar Charity” e la Qatar National Bank. L’accusa ? Secondo gli avvocati delle famiglie,“hanno finanziato organizzazioni terroristiche palestinesi”. Non sono pochi in questi giorni coloro che ricordano quanto scrisse nel 2014 sul New York Times, Ron Prosor all’epoca ambasciatore israeliano presso l’ONU; “La monarchia del Qatar, ricca di energia, è un Club Med per i terroristi”.
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