L’assassino di Morges arrestato domenica è un estremista islamico già conosciuto dalle autorità.

Lo scorso 12 settembre nel centro della città di Morges città di 15.889 abitanti del Canton Vaud davanti ad un negozio di alimentari, un 27enne cittadino turco-svizzero (nome noto alla redazione), ha accoltellato a morte un cittadino portoghese di 29 anni. L’uomo che è stato colpito a caso (i due non si conoscevano), è purtroppo spirato quasi subito a causa delle ferite infertegli e a nulla sono valsi i tentatitivi di salvarlo. Domenica 13 settembre 2020, la polizia ha arrestato un 27enne a Renens, un sobborgo di Losanna, città dove il sospettato vive. Lunedi mattina la Procura federale attraverso un comunicato stampa ha reso noto che “ il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha preso in carico le indagini. Il contesto del crimine è in fase di chiarimento. Non si può escludere un possibile movente terroristico per il crimine di Morges. L’indagato è già coinvolto come imputato in un procedimento penale condotto dal MPC tramite gli strumenti di procedura penale previsti dalla legge. La persona è nota al Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) dal 2017. Secondo le prime indiscrezioni e le nostre informazioni, il sospettato era notoriamente collegato agli ambienti dell’islam radicale e secondo la RTS, l’uomo era appena uscito dal carcere ( luglio 2020) a causa del suo coinvolgimento in un incendio doloso. Sempre secondo le prime indiscrezioni il 27 turco-svizzero, soffrirebbe di turbe psichiche. Se le prime ipotesi investigative troverano riscontro, quanto accaduto a a Morges andrebbe classificato come il primo attacco terroristico di matrice islamica in Svizzera. Nonostante si tenti continuamente di dissimulare la realtà la Svizzera non è affatto immune al fenomeno come il Servizio delle attività informative della Confederazione ( SIC) ha puntualmente sottolineato nel suo rapporto del 2019 che “dal punto di vista jihadista la Svizzera appartiene al mondo occidentale, considerato anti-islamico, e rappresenta dunque un obiettivo legittimo, anche se non prioritario”. A proposito dei 92 foreign fighters partiti negli anni dal nostro Paese, il SIC sempre nello stesso rapporto sottolinea che “le autorità dovranno occuparsi sempre più del come gestire in modo adeguato i veterani della jihad ed eventualmente le persone scarcerate ancora radicalizzate. Costituiranno una sfida particolare le persone scarcerate di nazionalità svizzera o quelle che, per diverse ragioni, non possono essere rinviate nel proprio Paese d’origine. Inoltre, i veterani della jihad e le persone scarcerate in possesso di un titolo di soggiorno valido possono muoversi liberamente nello spazio Schengen”. Nonostante i continui richiami del nostro servizio di intelligence che troppo spesso viene attaccato con argomenti ideologici (dai soliti noti), il mondo politico e buona parte della stampa svizzera, paiono non aver ancora compreso l’entità della minaccia. Prova ne è la continua legittimazione ad ogni livello della nostra società di personalità e associazioni emanazione della Fratellanza musulmana che è bene ricordarlo, è molto piu’ pericolosa del terrorismo. I Fratelli anche in Svizzera si stanno facendo largo (al momento solo a livello locale) con il loro “entrismo” anche in alcuni partiti politici svizzeri vedi Verdi e Socialisti tuttavia, non è azzardato ipotizzare che in un futuro i Fratelli riescano a fare il salto di qualità. Altro aspetto preoccupante sono le loro attività nelle Università elvetiche  specie nella Svizzera francese, consentite dai cosidetti “liberal” che rifiurtano e non vogliono vedere che costoro, “sono lupi che indossano il vello d’agnello”. Per tornare ai fatti di Morges sia il Canton Vaud cosi’ come la città e la regione di Winterthur ,continuano ad essere l’epicentro dell’estremismo islamico in Svizzera. E’ non è certo un caso che dal Canton Vaud negli altimi anni, sono partite o hanno cercato di farlo per unirsi a gruppi terroristici nel Siraq, 15 persone su un totale di 92 foreign fighters.

Leggi il rapporto del SIC 2019

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