Sono in corso da questa mattina in Francia una serie di operazioni di polizia (che proseguiranno certamente anche nei prossimi giorni),“contro decine di individui del movimento islamista” cosi’ come ha annunciato dal Ministero degli interni francese. Dopo la sconvolgente uccisione e decapitazione di venerdì 16 ottobre u.s del professore di storia Samuel Paty, avvenuta nei pressi del college di Bois-d’Aulne, a Conflans-Sainte-Honorine per mano del 18enne ceceno Abdoullakh Abuyezidvich Anzorov, sono state aperte numerose indagini e conseguenti arresti di islamisti che in vario modo propagano l’odio religioso e sostengono il terrorismo islamico. A tal proposito il Ministro degli Interni Gérald Darmanin ha dichiarato di voler sciogliere tutta una serie di associazioni tra cui il “Collettivo contro l’islamofobia in Francia” (CCIF). A proposito di “islamofobia” si tratta di un termine inventato dalla Fratellanza musulmana che serve a spaventare e vittimizzare i musulmani in modo da farli sentire perseguitati in Occidente. Inutile dire che si tratta di una balla clamorosa, una falsificazione della realtà che ha fatto nascere personaggi come Tariq Ramadan e molti altri predicatori amatissimi dalla “gauche caviar ” di tutta Europa, Svizzera compresa.
Per tornare alla tragedia del professor Samuel Paty secondo Gérald Darmanin,”hanno chiaramente lanciato una fatwa contro il professor Samuel Paty per aver mostrato caricature di Maometto in classe”. E chi sarebbe stato? Si tratta di due uomini che fanno parte delle 15 persone arrestate tra i quali ci sono i genitori di Abdoullakh Abuyezidvich Anzorov, il nonno e il fratello di 17 anni – ma anche amici e conoscenti. Si tratta di Brahim C. padre di una studentessa della classe del docente e Abdelhakim Sefrioui predicatore estremista (segnalato come Fiche S), uomo legato alla Fratellanza musulmana e ad Hamas che lo aveva accompagnato nei giorni precedenti, dalla preside per protestare contro la lezione sulla libertà d’espressione. Il povero Samuel Paty è stato dunque vittima della “fatwa” lanciata da Brahim C. e dall’islamista Abdelhakim Sefrioui.
Ma chi era Abdoullakh Abuyezidvich Anzorov che è stato ucciso dalla polizia dopo aver tentato di aggredire gli agenti, i quali hanno chiamato gli artificieri per verificare che non avesse con sé un ordigno ? E come aveva ottenuto insieme alla sua famiglia, l’ambito status di rifugiato? La storia inizia il 25 marzo 2011 quando il combattente ceceno Abouyezid Anzorov ( padre di Abdoullakh e con passaporto russo), si presenta con l’ausilio di un interprete davanti alla Corte nazionale per il Diritto d’asilo di Parigi per chiedere l’annullamento della decisione dell’Office Français de Protection des Réfugiés et Apatrides (OFPRA) dell’19.11.2010 che gli negava lo status di rifugiato con conseguente rimpatrio in Cecenia. Scorrendo l’atto si scopre che Abouyezid Anzorov aveva già tentato la carta dell’asilo politico in Polonia nel 2005 quando con moglie e figli si era trasferito a Varsavia. Le autorità polacche pero’ dopo aver analizzato la domanda e assunto informazioni su suo conto, nel 2007 gli negarono lo status di rifugiato e lo rimandarono in Cecenia. Durante l’udienza del 25.04.11 Abouyezid Anzorov racconto’ di essere un perseguitato politico e di aver subito delle perquisizioni (2005 e 2007), nelle quali sarebbe stato anche maltrattato insieme alla sua famiglia. La Corte nazionale per il Diritto d’asilo di Parigi si bevve tutta la storia senza eccepire tanto che non non gli chiesero conto dei suoi trascorsi terroristici in Cecenia. Cosi’ la decisione negativa del 19.11.2010 venne revocata per “motivi umanitari”. Per tornare al 16 ottobre 2020 Abdoullakh Abuyezidvich Anzorov aveva atteso il prof. Samuel Paty nei dintorni della scuola e secondo alcune testimonianze, aveva chiesto a degli studenti che glielo indicassero. Una volta che lo ha raggiunto lo ha decapitato con un coltello gridando”Allahu u Akhbar”. Poi non pago di quanto fatto, ha diffuso attraverso il suo account Twitter la rivendicazione: “Allah, ho ucciso un cane dell’Inferno che ha osato infangare il tuo nome”. L’uccisione del mite professor Paty è arrivata dopo l’ennesimo attacco di Parigi del 25 settembre scorso nel quale il 25enne pachistano Zaheer Hassan Mahmood inizialmente identificato come il 18enne Hassan Ali, che aveva ferito a colpi di mannaia quattro passanti che credeva fossero giornalisti di Charlie Hebdo senza sapere che la redazione del giornale oggi, è in un luogo segreto dopo la strage del 2015. Anche questo ennesimo attacco aveva spinto Emmanuel Macron a pronunciare venerdi 2 ottobre 2020 a Mureaux (dipartimento delle Yvelines), il suo nuovo piano d’azione per proteggere la Repubblica e i suoi valori, dai separatismi. Nel discorso che avrebbe dovuto toccare tutte le forme di «separatismo», Macron si è completamente concentrato sull’Islam, definito una religione “che oggi vive una crisi in tutto il mondo e in cui l’ala fondamentalista sta portando avanti progetti religiosi e politici che hanno come obiettivo un indurimento molto forte in tutte le regioni del mondo”. Al discorso del Presidente francese avevano replicato con rabbia molti imam ad esempio in Pakistan ( dove sono state inscenate manifestazioni di protesta) e fatto reagire anche capi di governo come Recep Tayyip Erdoğan che aveva attaccato Macron accusandolo di “offendere l’islam” parlando di “gravi conseguenze per la Francia”. (vedi video in fondo alla pagina)
Per tornare alla Francia è ormai chiaro a tutti come ormai lo Stato abbia perso il controllo o quasi della situazione al punto che è stato possibile che un professore di scuola media sia stato decapitato in pieno giorno, dall’ennesimo musulmano in cerca di vendetta.Inutile illudersi, cosi’ come si sono ripetute le stragi, anche questa decapitazione non resterà un fatto isolato perché è stato rotto un tabu’. E chi conosce il web sa bene quanto gli islamisti in particolare quelli dell’Estremo Oriente, stiano festeggiando da venerdì scorso. Non ci sono scusanti per quanto accaduto, la colpa è solo nostra perchè in Occidente eleggiamo politici deboli, inetti e pavidi davanti all’islam politico e alle loro istanze. Forse si illudono che un giorno verranno risparmiati ma non è cosi’ perché insieme alle nostre teste rotoleranno anche le loro. Solo questione di tempo.
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