Dopo l’attacco di Morges del settembre scorso dove venne ucciso a coltellate da un 27enne turco- svizzero un cittadino portoghese di 29 anni – il terrore di matrice islamica si è ripresentato in Svizzera e questa volta a Lugano (Canton Ticino). Ieri pomeriggio intorno alle 14.00 una 28enne della regione (nome noto a chi scrive) all’interno dello storico centro commerciale “Manor” ha aggredito e accoltellato due donne prima di essere immobilizzata da alcuni coraggiosi clienti del grande magazzino. Secondo quanto pubblicato su Twitter dalla Polizia federale nel 2017 la 28enne aveva conosciuto ( sul web) e si era di seguito innamorata di un combattente jihadista che all’epoca si trovava in Siria. La donna poi aveva cercato di raggiungerlo ma non appena arrivata al confine con la Siria, era stata arrestata dalla polizia turca. Di seguito era stata rimandata in Svizzera dove era stata “collocata in un istituto psichiatrico”. Sempre secondo Fedpol dal 2017, la donna non era piu’ rimasta coinvolta in indagini relative al terrorismo ma nessuno sa cosa abbia fatto e dove si sia recata negli ultimi tre anni. L’attacco di ieri lascia sospese molte domande; una su tutta riguarda la gestione di questi casi e chi si aspettava risposte dalla conferenza stampa di ieri è rimasto deluso. Intanto la famiglia della ragazza non ci sta e tramite il legale ha chiesto rispetto; ” I familiari non sono a conoscenza di ulteriori elementi utili e non intendono fornire dettagli personali sulla 28enne. Appostarsi sotto casa loro, telefonare o accusarli di avere “una figlia terrorista” non apporta alcun beneficio alle informazioni fornite alla popolazione. Danneggia solo una famiglia già molto provata e incredula”. Si dissociano anche da quanto riportato a nome dei familiari da alcuni siti online o giornali, e si ribadisce la richiesta del “rispetto della scelta di chiudersi nel silenzio. Infine, la famiglia esprime completa fiducia nelle autorità competenti. Ed è certa che saranno loro a fare piena luce su quanto accaduto. E saranno sempre loro, a tempo debito, a informare i media”.
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