Arresti in Spagna per finanziamento all’Isis e c’è l’allarme dell’intelligence spagnola e francese sull’arrivo di terroristi in Europa.

Importante operazione antiterrorismo in Spagna dove la Polizia nazionale spagnola (Policía Nacional) con il sostegno di Europol, ha arrestato due persone sospettate di essere coinvolte in una vasta rete di finanziamento del terrorismo ubicate nelle province spagnole di Madrid e Toledo. Secondo gli inquirenti si tratterebbe di due appartenenti del cosiddetto “ufficio rimesse” in Europa dello Stato islamico. Si tratta di una struttura che raccoglie denaro associazioni, moschee e sul web in diversi Paesi europei da destinare ai combattenti jihadisti ancora impegnati nelle zone di guerra. Il metodo per trasferire i fondi è quello “hawala” dall’arabo  “scambiare” o “trasformare”.

Si tratta di un sistema basato sulla fiducia tra le parti contraenti, molto radicato nella cultura islamica e che è citato nella giurisprudenza dell’VIII secolo. Un sistema difficilissimo se non impossibile da tracciare perché dove non c’è trasferimento fisico di denaro, nessun spostamento di soldi, tutto avviene sulla base della parola data tra i contraenti. La Spagna nell’ultimo anno e mezzo ha visto oltre a quella di ieri, altre tre operazioni sempre avvenute con il supporto di Europol, contro il finanziamento del terrorismo dove sono state arrestate e sono attualmente detenute, altre tre persone tutte accusate di far parte dello stesso “ufficio rimesse” in Europa dell’Isis.

La notizia arriva dopo che sempre dalla Spagna erano giunte grazie ad un’inchiesta del quotidiano “La Razon”che ha potuto consultare qualificatissime fonti dell’intelligence spagnola e francese,notizie allarmanti in merito all’invio di “combattenti” in Europa mimetizzati tra coloro che arrivano con i barconi sulle coste spagnole o che saltano le barriere di Ceuta e Melilla. A proposito dell’intelligence di Parigi va ricordato che la Francia sta conducendo l’operazione “Barkhane” (già operazione “Serval”) contro il terrorismo nell’area, specie in Mali, e per questo dispone di ottime informazioni che trasmette agli alleati occidentali.

Secondo quanto ascoltato i gruppi jihadisti che sono interessati dall’operazione sarebbero “Jamaat Nasr Al Islam wa al mouminin” (Gruppo per il sostegno dell’Islam e dei musulmani (GSIM) formatosi nel marzo dello scorso anno dall’unione di Al Qaeda da Maghreb islamico (AQIM), di Abdelkader Droukdel gli Al Mouraboutun di Mokhtar Belmokhtar “Mr Marlboro” la Katiba ( brigata) Macina e gli Ansar Eddine.

Il leader di quest’ultimo gruppo, Iyad Ag Ghali, è quello che guida il GSIM. C’è poi lo Stato Islamico del Grande Sahara (EIGS), guidato da Abu Walid Al-Sahraoui già membro del Fronte Polisario e del Movimento per l’Unità e il Jihad in Africa occidentale (Mujao). In Africa poi ci sono altri gruppi jihadisti come Boko Haram che potrebbero provare a utilizzare la rotta di Ceuta e Melilla e la costa mediterranea del Marocco per raggiungere la Spagna e, quindi, il resto dell’Europa. La Francia, che sta conducendo l’operazione “Barkhane” (già operazione “Serval”) contro il terrorismo nell’area, specie in Mali, dispone di ottime informazioni in merito che trasmette gli allarmi corrispondenti agli alleati occidentali.

Stesse preoccupazioni le condivide la polizia greca che ha recentemente arrestato come riportato dall’agenzia “Reuters” in un campo migranti, un 27enne siriano esponente dello Stato islamico che era arrivato in Grecia con sua moglie e i suoi figli nel 2018. In tal senso occorre ricordare che la Grecia ha visto l’arrivo di un enorme afflusso di rifugiati e di migranti tra il 2015 e nel 2016, molti dei quali sono arrivati ​​attraverso le sue isole periferiche dell’Egeo vicino alla Turchia. Persone delle quali nessuno oggi può’ essere certo della loro identità. Guai a pensare che i migranti regolari o clandestini che siano possano essere terroristi tuttavia, il problema è reale. Negarlo ostinatamente bollando chi ne parla come un razzista ( o peggio) è l’ennesimo modo di voler nascondere la polvere sotto il tappeto sempre ammesso che sotto di esso ci sia ancora spazio.

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