Per fortuna c’è ancora qualcuno che li arresta: A Cosenza arrestato un convertito italiano pronto all’atto di forza.

Nuova operazione antiterrorismo in Italia e stavolta in provincia di Cosenza dove scattata negli scorsi giorni l’operazione denominata “Miraggio”condotta dalla Digos Distrettuale di Catanzaro e di Cosenza, dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni e dal Servizio per il Contrasto all’Estremismo e Terrorismo Esterno della Dcpp/Ucigos, diretta e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo di Catanzaro con il procuratore Nicola Gratteri, il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e il pm Graziella Viscomi. Durante l’operazione iniziata da tempo e che ha avuto un’accelerazione nelle scorse settimane, è stato arrestato Domenico Giorno 42enne di Luzzi, in provincia di Cosenza. L’uomo che secondo alcuni testimoni conduceva un vita tranquilla e che lavorava in un Patronato della zona, era molto attivo sul web e proprio i suoi suoi frequenti accessi ai siti di propaganda del fondamentalismo islamico e dei gruppi terroristici mediorientali lo avrebbero tradito. Il 30enne che porta la barba incolta dei salafiti e che parla fluentemente l’arabo, è stato rintracciato nella propria abitazione ed è accusato di “auto-addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale” desiderava trasferirsi in Arabia Saudita, dove cercava un lavoro e dei terreni da acquistare. All’interno dell’abitazione sono stati sequestrati “alcuni manuali di istruzioni sulla realizzazione di ordigni, tutorial sulla conduzione di operazioni terroristiche, documenti esplicativi sull’auto addestramento per il compimento di attentati, nonché video ed immagini cruente di esecuzioni dell’Isis, riviste ufficiali delle agenzie mediatiche dell’Isis, Al Qaeda e altri gruppi terroristici, oltre a documenti in lingua araba auto prodotti dall’indagato”. L’operazione è scattata dopo che l’arrestato era stato segnalato nell’ambito di un’indagine internazionale, non appena aveva iniziato a frequentare una piattaforma digitale di contenuti (in arabo) di propaganda del terrorismo di matrice jihadista. Successivamente le attività tecniche degli investigatori ed in particolare le intercettazioni telematiche, hanno svelato come il 30enne convertito avesse numerosi account su piattaforme social (Telegram. Rocket Chat, Riot) attraverso i quali si era inserito in alcuni gruppi chiusi di jihadisti dove per entare nei quali occorre essere presentati, accreditati e quindi ritenuti affidabili dagli amministratori dei canali. Durante l’operazione che potrebbe avere altre diramazioni, sono stati sequestrati dispositivi telefonici e informatici, memorie Usb, documenti e numerosi manoscritti che sono ora al vaglio dell’antiterrorismo. E’ la seconda volta che Luzzi cittadina di 9.072 abitanti, nella valle del Crati in provincia di Cosenza si trova al centro delle cronache per vicende che riguardano il terrorismo islamico La prima volta fu nel gennaio 2016 quando venne arrestato il 25enne cittadino marocchino Hamil Mehdi, sospettato di essere un aspirante “foreign fighter” pronto per partire la Siria dove si sarebbe unito all’Isis. In primo grado, il gup distrettuale di Catanzaro, al termine del rito abbreviato, lo aveva condannato a 4 anni e sei mesi di reclusione. Sentenza che è poi stata confermata in Appello. Tuttavia, il 13 dicembre 2019, la prima sezione della Corte di Cassazione ha ritenuto la condanna “non meritevole di conferma”, rimandando gli atti alla Corte d’Appello di Catanzaro per un nuovo giudizio.

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Fonti consultate

Ansa

AFP TV

Cosenza Channel

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