Con il reddito di cittadinanza finanziavano da un money transfer di Ferrara, un terrorista islamico in Tunisia. Nello stesso giorno espulsi per terrorismo, altri due tunisini

Dopo una lunga indagine dei Gruppi d’Investigazione sulla Criminalità Organizzata (G.I.C.O) del nucleo di polizia economico-finanziaria di Bologna, coordinata dal pm Antonello Gustapane, è stato scoperto che attraverso false dichiarazioni su posizioni reddituali e lavorative non veritiere, due cittadini tunisini hanno finanziato, fino all’aprile 2020, un pericoloso foreign fighters dello Stato islamico, inserito nelle liste antiterrorismo in Belgio. Il metodo utilizzato per fargli arrivare il denaro è stato a dir poco beffardo visto che i soldi destinati al finanziamento del terrorismo, provenivano dal reddito di cittadinanza percepito in maniera fraudolenta. I 12.000 euro sono stati inviati in Tunisia tramite un “money” transfer di Ferrara, una città nella quale vivono molti immigrati tunisini e dove non sono state rare le operazioni antiterrorismo. L’indagine è partita dopo una serie di segnalazioni su operazioni sospette che hanno portato “ad analizzare dei flussi di conti correnti bancari e il ricorso agli strumenti di cooperazione internazionale di Europol” come la piattaforma “Terrorism Finance Tracking”, oltre ad altre attività tecniche di indagine. I due uomini sono un 50enne che si era trasferito in Francia dal 2016 pur essendo cittadino italiano e che percepiva il reddito di cittadinanza, e di un 30enne residente a Ferrara con la famiglia nell’alloggio popolare assegnato regolarmente al 50enne (nel 2011), di seguito poi subaffittatogli. I due uomini secondo quanto riportato da alcuni giornali locali, sono anche stati denunciati anche per aver invaso dei terreni ed edifici e per indebita percezione del reddito di cittadinanza. Si è anche scoperto che il 30enne durante il primo lockdown, pur incassando il reddito di cittadinanza , aveva lavorato per una cooperativa come addetto alla misurazione della temperatura all’ingresso di locali pubblici. I due ora dovranno anche restituire i soldi incassati ma su questo è bene non illudersi troppo. Infine va registrato che mai come questa volta lo slogan adottato dal MoVimento 5Stelle “Reddito di cittadinanza, “Nessuno deve rimanere indietro” si è dimostrato perfetto anche per i terroristi. Infine nella giornata nella quale è emersa l’indagine che ha visto implicati i due tunisini, altri due loro connazionali sono stati espulsi per “motivi di sicurezza dello Stato”. Si tratta del 30enne Y.A. e  e del 26enne B.S. espulsi rispettivamente dai prefetti di Agrigento e Trapani.  il primo tunisino Y.A., era già stato rimpatriato a febbraio 2019 poi era stato di nuovo arrestato lo scorso 10 novembre 2020 per violazione del divieto di reingresso in Italia. Il secondo uomo B.S. , era stato segnalato dall”intelligence come estremista islamico che era ritornato clandestinamente nella Penisola. 

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