Sicurezza Europea: Il Disastro della Brexit

Con l’ultima espulsione di un cittadino kosovaro di 28 anni avvenuta lo scorso 14 dicembre u.s, le espulsioni dal territorio nazionale italiano sono salite a 55 per l’anno 2020. Il cittadino kosovaro del quale sono state rese note solo le iniziali F. B. nel 2018 era stato condannato a 4 anni di reclusione per partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo anche internazionale. Gli approfondimenti investigativi avevano documentato il fanatismo di natura jihadista nonché l’attività di propaganda a favore del Califfato condotta attraverso il proprio profilo Facebook. Con il suo rimpatrio sono salite a 516 le espulsioni/allontanamenti per motivi di sicurezza dello Stato eseguiti dal 2015 al 31.12.2020. Sempre secondo i dati del Ministero dell’Interno nel 2019 erano stati eseguiti 98 allontanamenti, mentre nel 2018 sono stati 126. Nel 2017 erano stati eseguiti 105 allontanamenti, 66 nel 2016 e ancora 66 nel 2015. Numeri importanti che si sommano alle decine di operazioni antiterrorismo (conosciute e non ), e alle centinaia di indagini su tutto il terrorio nazionale e internazionale, che vedono l’Italia recitare un ruolo fondamentale nella sicurezza europea. A proposito di Europa con la Brexit inglese si moltiplicano gli allarmi in merito allo scambio di informazioni visto che il Regno Unito è formalmente fuori dalle banche dati Europol, l’agenzia di polizia dell’UE oltre a non avere piu’ accesso al sistema d’informazione Schengen (SIS II), un database utilizzato dalle agenzie europee di controllo delle frontiere che include circa 90 milioni di voci, nonché una vasta raccolta di dati sui passeggeri aerei (PNR).

Enorme il danno anche per l’UE che perde la preziosa cooperazione in materia di sicurezza con il Regno Unito ed in particolare nella sicurezza esterna visto che il Regno Unito ha accesso alle informazioni della rete di intelligence Five Eyes (FIORC), che comprende oltre la Gran Bretagna, Australia, Canada, Nuova Zelanda, e Stati Uniti. Se sono tutti concordi che ci saranno occasioni di confronto e potranno essere stipulati accordi di collaborazione il danno è fatto ed è molto grosso. Non sapere piu’ cosa accade in Gran Bretagna (terrorismo e criminalità organizzata) e dove ci sono piu’ 30.000 persone considerate pericolose per lo Stato, 2.000 moschee ( e decine in edificazione) di cui il 10% sono controllate dai salafiti, e piu’ di 300 centri culturali islamici, senza contare le centinaia di associazioni che forniscono servizi sociali alle comunità musulmane come “l’Organizzazione islamica di soccorso” che come riportato dalla stampa britannica, ha stretti legami con la Fratellanza musulmana e il suo gruppo affiliato di Hamas, è un rischio capitale per la sicurezza dell’intero continente europeo. Sempre a proposito di Europa, la Germania dove la Turchia controlla 2.600 moschee e piu’ di 2.000 associazioni islamiche, dopo aver accolto ormai cinque anni fa, piu’ di un milione di rifugiati soprattutto siriani in fuga dalla guerra civile, oggi fa i conti con la dura realtà che vede l’aumento di ogni forma di criminalità nelle grandi città, e il continuo rischio terroristico: Il governo tedesco infatti ha deciso di rimpatriare i cittadini siriani a partire dal 2021 nel caso in cui questi,  rappresentino una minaccia alla sicurezza del paese. Al provvedimento si oppongono come sempre i gruppi per i diritti umani e i partiti di sinistra alla ricerca di nuovi possibili elettori. I primi ad essere espulsi dovrebbero essere un centinaio di estremisti islamici siriani considerati da tempo “un pericolo per la sicurezza nazionale”. Questo salvo ricorsi dei “soliti noti”.

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