Il predicatore estremista Ahmad Abdulaziz Abdullah A, meglio conosciuto come Abu Walaa diventato celebre anche perché si faceva riprendere durante i suoi video sempre di spalle per nascondere il proprio viso, è stato condannato ieri mattina a dieci anni e mezzo di detenzione dalla Corte regionale superiore di Celle. Si tratta di una pena leggermente piu’ lieve visto che l’ufficio del procuratore federale aveva chiesto per lui undici anni e mezzo di reclusione e tra quattro e mezzo e dieci anni per gli altri coimputati. La difesa di Abu Walaa, invece, aveva chiesto l’assoluzione o una condanna molto più breve. L’iracheno che durante tutto il processo è stato “assistito” dal consulente spirituale Bernard Falk già estremista di sinistra condannato per terrorismo e poi estremista islamico, venne arrestato dopo una lunga indagine e vari tentativi mancati, la mattina dell’8 novembre 2016 a Bad Salzdetfurth ( Bassa Sassonia). Nelle stesse ore vennero arrestati gli altri quattro suoi complici a Hildesheim (Renania settentrionale-Vestfalia) tre dei quali sono stati condannati a pene detentive da quattro a otto anni di carcere. I giudici hanno ritenuto Abu Walaa “colpevole di sostegno e appartenenza all’organizzazione terroristica Stato islamico” e di essere a capo della rete salafita-jihadista in Germania. Cosi’ come emerso durante le indagini e nella la fase istruttoria del processo, il predicatore d’odio iracheno e la sua rete hanno radicalizzato negli anni, molti giovani provenienti dall’area della Ruhr (Nord Reno-Westfalia) e dalla Bassa Sassonia, per poi facilitarne la partenza nelle aree di battaglia del “Siraq”. Personaggio misterioso Abu Walaa nato a Kirkuk (Iraq) arrivo’ in Germania nel 2001 come rifugiato politico poi dopo aver lavorato in un magazzino di vestiti spari’ per un lungo periodo. Riapparve nel 2012 e nel giro di poco tempo, riusci’ a diventare grazie anche ai social network (su Facebook era seguito da 25.000 persone), una figura chiave dei circoli salafiti tedeschi un fatto che lo fece entrare in rotta di collisione con altri predicatori salafiti come Abdul Adhim Kamouss (figlio di un predicatore estremista tunisino) e il convertito tedesco Pierre Vogel- Abu Hamza . Secondo il settimanale tedesco “Der Spiegel” “i due predicatori benché fondamentalisti, hanno sempre rifiutato di predicare a favore dell’Isis mettendo in guardia i loro sostenitori dall’unirsi al gruppo terroristico”. Vero o falso? Difficile dirlo tuttavia, ci sono i trascorsi di Vogel con il terrorista dell’Isis Dennis Cuspert un tempo rapper con il nome di Deso Dogg diventato nell’Isis Abu Talha Al-Almani” (Abu Talha il tedesco), tra i fondatori dell’organizzazione salafita tedesca ora bandita “Millatu Ibrahim”, i molti comizi con il predicatore del male Ibrahim Abu Nagie, oppure alcuni video girati con con Safia S., all’epoca quindicenne, che alla stazione di Hannover nel febbraio 2016, attacco’ ferendolo gravemente alla gola, un agente di polizia.
Per tornare ad Abu Walaa almeno 15 uomini della Bassa Sassonia e nove del Nord Reno-Westfalia sono passati attraverso le sue “lezioni” e di seguito si sono recati all’autoproclamato califfato dell’ISIS. Almeno sei di loro sono morti (due in attentati suicidi in Iraq che fecero numerose vittime). L’iracheno che era anche l’imam della moschea gestita dall’associazione (oggi disciolta) “Deutschsprachiger Islamkreis Hildesheim” (DIK), ha vissuto a lungo nell’abitazione di un serbo-tedesco condannato anch’egli a otto anni di reclusione, appartamento nel quale Abu Walaa registrava i suoi video e dove riceveva i suoi ospiti tra i quali anche l’islamista tunisino Anis Ben Othman Amri che il 19 dicembre 2016 uccise travolgendole con un camion rubato, 12 persone ai mercatini di Natale di Breitscheidplatz (Berlino). Il suo arresto fu reso possibile grazie alle confidenze di un adolescente di Gelsenkirchen, Turk Anil O. (nato nel 1994) entrato nei circoli islamici da adolescente che si poi si allontano’ dall’ISIS per diventare un confidente delle autorità anche nel caso dei due minorenni che attaccarono su suggerimento di Abu Walaa, un tempio sikh a Essen nel 2016.Durante il processo la difesa si è scagliata piu’ volte contro un agente sotto copertura dell’Ufficio di Polizia Criminale di Stato del Nord Reno-Westfalia chiamato “Murat” grazie al quale le attività di Abu Walaa e dei suoi complici sono state scoperte. La difesa, ha messo in dubbio la credibilità di questo testimone chiave accusandolo di aver istigato lui stesso degli attacchi. Ora c’è da sperare che il predicatore iracheno venga tenuto in isolamento per l’intera durata della pena in modo che non entri in contatto con altri detenuti e che di seguito se non prima, venga espulso dalla Germania verso il suo paese d’origine l’Iraq, dove le carceri sono decisamente meno accoglienti. Infine ci si chiede come sia possibile che ancora oggi i suoi video siano ancora su You Tube.
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